17. Racconti di re, cavalieri e spade

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Da quel giorno Jim accompagnò Alycia altre volte nella palude; si trattò di uscite più tranquille, in cui si tennero a distanza dall'isolotto dell'Anthea Ingannatrice, per dedicarsi invece a esemplari meno aggressivi

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Da quel giorno Jim accompagnò Alycia altre volte nella palude; si trattò di uscite più tranquille, in cui si tennero a distanza dall'isolotto dell'Anthea Ingannatrice, per dedicarsi invece a esemplari meno aggressivi. Anche perché bastava già Alycia a mettere alla prova i suoi nervi.

Dall'episodio con la pianta assassina, tuttavia, aveva smesso di offenderlo gratuitamente e non sparava più malignità sulle sue umili origini. Non che fossero diventati amiconi e capitava anzi spesso che bisticciassero per i motivi più futili, tipo se Jim le passava l'ampolla sbagliata, o se dimenticava di mettere qualcosa nello zaino. Ma in generale si stava sforzando di essere più gentile e se aveva bisogno del suo aiuto terminava sempre la richiesta con "per favore". Tutto sommato, fu un miglioramento notevole.

Proprio come suo padre, inoltre, Alycia era un'enciclopedia vivente; non solo era una maga di eccezionale talento, ma conosceva a memoria i nomi di ogni singolo fiore, albero o arbusto ed era in grado di distinguerli a una semplice occhiata, motivo per cui Blake aveva deciso di affidarle Jim perché perfezionasse le sue competenze in botanica:

«Questa è una Taluma Labirintia» gli spiegò un pomeriggio nella foresta, mentre esaminavano un esemplare dalle bizzarre foglie a spirale. «Attira le formiche in un tortuoso percorso all'interno delle sue foglie e il suo nettare ridona la memoria perduta in seguito a un trauma.»

Vi era poi la Miraluna, un'orchidea che si rendeva visibile solo durante le notti di luna piena, l'Anaclea Voluptatis, che in caso di pericolo creava una bolla in cui il tempo rallentava...

In passato, raccontò, le piante magiche erano diffuse in tutto il pianeta: la Terra allora doveva somigliare a un autentico paradiso, prima che i Mancanti cominciassero come al solito a rovinare tutto; perciò, i maghi di Arcanta ritennero opportuno trapiantarle nelle serre della Cittadella.

«Qualcuna però ha trovato il modo di sopravvivere qui fuori» concluse; con la punta del dito, sfiorò i verticilli di un ricco cespuglio e tutti insieme i sepali verdi si schiusero, liberando i delicati petali rosa pallido cosparsi di polline. «È questo che mi ha sempre affascinata delle piante: riescono ad adattarsi a tutto.»

Jim la guardò; era raro sentirla parlare con tanto trasporto, di solito manteneva sempre un atteggiamento altero e distaccato. Proprio come suo padre, in effetti.

«Chi ti ha insegnato queste cose?» le chiese, spinto dalla curiosità. «Il tuo maestro? Boris...come si chiamava...?»

L'espressione di Alycia si annuvolò all'improvviso. «No. Boris Volkov è un guerriero: alla Corte delle Lame, la sua accademia, ho appreso tutto sulle armi e su ogni forma di combattimento. Ciò che so sull'alchimia, invece, l'ho imparato da sola.»

«Caspita.»

Lei scrollò le spalle. «Mio padre stava via per mesi e io non avevo mai idea di quando sarebbe tornato a casa. Se fosse tornato. Ma almeno avevo a disposizione la sua biblioteca.»

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