52. Horror Vacui

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Per un lungo, teso istante, nessuno osò muoversi o parlare

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Per un lungo, teso istante, nessuno osò muoversi o parlare.

Gli Zeloti non fecero caso a loro; continuarono a stringersi attorno all'altare reggendo le loro candele e iniziarono a intonare a bassa voce una litania in una lingua ormai scomparsa, di cui Solomon conosceva solo in parte le parole.

Quando Jim sollevò piano la testa, allo stregone saltarono subito all'occhio un paio di dettagli: non recava nemmeno un graffio, indossava un abito di sartoria che sembrava confezionato apposta per lui e gli avevano persino spuntato i capelli. Chiunque lo stesse trattenendo lì, si era indubbiamente preso molta cura di lui.

Percepì il respiro di Alycia, al suo fianco, farsi accelerato.

«Jim» sussurrò, e in quel debole filo di voce c'erano un sollievo e una gratitudine così intensi da spezzare il cuore. Fu lei a muovere il primo passo verso l'altare, ma Solomon afferrò con fermezza il suo braccio.

«Aspetta. C'è qualcosa che non va.»

Lo sguardo del ragazzo si soffermò su ciascuno dei presenti, limpido, senza alcuno slancio emotivo.

«Siete arrivati giusto in tempo» disse e malgrado la sua voce non fosse alta, riecheggiò nell'enorme sala vuota. «La mia Signora aveva detto che avremmo avuto ospiti importanti stasera: non appena ci raggiungerà, potremo dare inizio alla cerimonia.»

«Di che accidenti stai parlando?» ringhiò a quel punto O'Malley, che aveva già estratto la pistola. «Forza ragazzo, lasciamo questo posto infernale!»

Lui non si mosse, la fronte aggrottata. «Perché?»

«Come sarebbe a dire "perché"?!» gridò Arthur. «Jim, ma che ti prende? Siamo venuti per portarti a casa!»

«Non capisco cosa intendi dire» replicò Jim, come se la proposta avesse dell'assurdo. «Io sono a casa.»

I circensi si scambiarono sguardi completamente smarriti.

«È un trucco?» suggerì Rodrigo. «Un'altra barrera mental..?»

«No» rispose Boris Volkov. «Non credo.»

Pur rimanendo vigile, Solomon spostò l'attenzione dal ragazzo al libro aperto sopra l'altare. La sua voce si ridusse a un mormorio sordo: «Il Corpus Vacui...»

Lo avrebbe riconosciuto ovunque. Aveva fatto di tutto per averlo, aveva combattuto, tradito, compiuto cose terribili. Ed era sicuro di averlo visto bruciare con i suoi stessi occhi alla fine della Guerra Civile, sul pavimento di marmo nella Sala del Consiglio della Cittadella, al cospetto dei Decani, di Macon, Una e Boris...

Nella sua mente in subbuglio, affiorarono le parole che Jim aveva pronunciato prima che, in un impeto di disperazione, Solomon gli impedisse di abbandonarlo con la forza...

"Ha creato la sua nemesi perfetta e si meraviglia di essere stato battuto al suo stesso gioco?"

«È... impossibile...»

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