33. Una sfida a lungo attesa - prima parte

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«Te l'avevo detto» disse Alycia, mentre varcavano le porte del Bestiario

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«Te l'avevo detto» disse Alycia, mentre varcavano le porte del Bestiario. «L'avevo detto che era una pessima idea venire qui.»

Jim continuò a tacere e si sedette sul bordo di una fontana in mezzo alla piazza di fronte al Bestiario: quattro statue di marmo a grandezza umana si ergevano al centro della vasca, tre stregoni e una strega ritratti nell'atto di schiacciare una donna inginocchiata con atteggiamento implorante. Non gli servì un grande sforzo di immaginazione per capire che si trattava di una rappresentazione della Guerra Civile e della sconfitta dell'Eretica.

Alycia gli si fermò accanto, irrequieta. «Possiamo tornare a casa ora? Si sta facendo tardi...»

«Vuoi farla finita?»

Lei si bloccò. «Di fare cosa?»

Jim le rivolse uno sguardo rancoroso; la visita al Bestiario gli aveva lasciato addosso una sensazione sgradevole e l'atteggiamento ansioso di Alycia non faceva altro che aumentare la sua irritazione. Perché faceva così? Cosa le costava trattarlo come se fosse uno di loro? Era magico anche lui, no? Per quale motivo da quando era arrivato doveva farlo sentire fuori posto?

«Vorrei che la smettessi di comportarti come se fossi la mia balia. Non ho bisogno di qualcuno che mi corra dietro di continuo.»

Lei sbatté le palpebre, mentre la sua espressione si volgeva rapidamente dal confuso all'infuriato. «Lo hai detto anche ieri sera. Alla festa di cui non ricordi niente!»

«Cristo, Alycia, ancora con questa storia? Non è stata mica la prima sbronza della mia vita!»

«Arcanta non è un luogo da sottovalutare» replicò lei, perentoria. «E vorrei evitare che tu ti metta in guai peggiori.»

«Oh, perdonami» disse Jim, sarcastico. «Sono io che ho frainteso: non sei la mia balia, sei la mia scorta!»

«Qualcosa del genere!» scattò lei. «Visto che se ti viene consigliata una cosa senti l'impulso di fare esattamente l'opposto!»

«Si chiama ragionare con la propria testa.»

«No, si chiama non ragionare affatto!»

«Oh, eccovi qui!» Mei Lin li raggiunse nel piazzale insieme a Nikos e passò uno sguardo incuriosito da Jim ad Alycia, che si tenevano il broncio ed evitavano di guardarsi. «Certo che per essere cugini voi due bisticciate di continuo.»

«Neanche te lo immagini» borbottò lui.

Visto che si erano comunque fatte le tre e mezza, decise che tanto valeva tornare alla Corte dei Miraggi prima di incorrere nell'ennesima sfuriata da parte di Blake senior. Così, i quattro ragazzi si avviarono verso la dragostazione più vicina.

Superarono un ponte sospeso su un canale, ma trovarono una gran folla a bloccare loro il passaggio.

Si fecero largo nella calca e Jim allungò il collo oltre i turbanti colorati, le altissime parrucche e gli strani copricapi decorati con uccelli vivi per capire quale fosse il motivo dell'assembramento: un'intera piazza era stata chiusa per via di quella che sembrava un'esibizione acrobatica. Una trentina di ragazzi e ragazze abbigliati con corte tuniche nere e pantaloni di pelle stavano dando vita a coreografie davvero spettacolari, impiegando un misto di arti marziali e magia, fra salti, calci, capriole ed evoluzioni con le armi. L'attenzione di Jim fu calamitata da un ragazzo che si batteva a torso nudo e che stava affrontando due avversari contemporaneamente; brandiva una lancia a doppia lama, facendola roteare sopra la testa e assestando colpi con la potenza di un orso.

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