54. L'ora più buia - prima parte

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«È uno scherzo?!» strillò Lucindra

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«È uno scherzo?!» strillò Lucindra. «Un altro dei tuoi stupidi trucchi?»

Jim non sapeva cosa rispondere. Continuava a guardare i palmi aperti delle sue mani come se appartenessero a un estraneo, incapace di realizzare cosa fosse accaduto.

In preda all'orrore, la strega scosse lentamente la testa. Indietreggiò, incespicò nell'orlo del vestito, il primo movimento sgraziato che le avesse visto compiere. «No no no, è tutto sbagliato! Dovevamo cambiare il mondo insieme e adesso...adesso sei inutile!»

La sala fu scossa nelle sue fondamenta, le ombre si agitarono come onde in burrasca, mentre la furia e la delusione di Lucindra si trasformavano in qualcos'altro, qualcosa di più potente: un dolore profondo e nero come l'abisso.

Nuvole tempestose tornarono a riempire il cielo e una massa informe fatta di penne, becchi e artigli affilati si diresse a gran velocità verso di loro...

«Lilith» sussurrò Jim, riconoscendo immediatamente il famiglio di Lucindra. «Sta' giù!»

Si gettò sul pavimento insieme ad Alycia, ma non erano loro l'obiettivo; il demone si abbatté su Lucindra in un delirio di piume color pece. La strega spalancò le braccia, lasciando che l'oscurità l'avvolgesse, che impregnasse la sua carne come inchiostro sulla carta. Dalla sua schiena si spiegarono sei immense ali nere, dotate di infinite paia di occhi infuocati, e non appena le sbatté generò un turbine di vento e piume.

Gli zeloti rimasti nella sala si unirono a lei trasformandosi in vortici di fumo nero e quando la loro signora si alzò in volo e superò squarcio sul soffitto, la seguirono, scomparendo presto alla loro vista.

«Cosa pensi farà adesso?» chiese Alycia.

«Non ne ho idea» rispose Jim, la gola secca. «Ma dubito che si sia arresa.»

Sentiva su di sé lo sguardo confuso e preoccupato di lei.

«É vero quello che ha detto?» chiese piano. «Che i tuoi poteri sono spariti?»

Jim prese le sue mani, intrecciò le loro dita. Cercò la sua aura, l'oceano tumultuoso delle sue emozioni, la luce intensa e inebriante che scaturiva dal cuore del suo potere...ma ancora una volta non trovò nulla.

«Non è rimasto più niente.»

La voce gli venne meno, mentre veniva sopraffatto dall'angoscia. C'era una ferita dentro di lui, lo sentiva. Come un buco nero scavato al centro del petto, in cui il suo cuore stava precipitando in caduta libera...

«Qualcosa invece è rimasto.» Alycia gli prese il viso tra le mani. «Tu sei rimasto. Il resto non ha importanza.»

Jim tirò su col naso e si sforzò di annuire. Poi, con la coda dell'occhio, percepì qualcuno muoversi alle loro spalle.

Arthur, i gemelli, Rodrigo, O'Malley, Frank e Valdar erano rimessi in piedi, aiutandosi a vicenda.

«Jim!» esclamò Rodrigo, raggiante. «¿Estás bien?»

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