51. Orologi

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Vi fu un momento di sbigottito silenzio, in cui gli occhi di tutti furono puntati su Arthur

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Vi fu un momento di sbigottito silenzio, in cui gli occhi di tutti furono puntati su Arthur.

«Excalibur» ripeté il ragazzo, senza nascondere un sorriso ironico. «Sì, come no...»

«È lei» disse Isabel, chinandosi per osservare la spada da vicino. Con un lembo del vestito logoro, ripulì la lama lucente dal sangue. «Solomon mi ha raccontato la storia. Fu forgiata da Merlino, uno dei Plasmavuoto più potenti mai esistiti...»

«...Col respiro dell'Ultimo Drago, Restaban Il Pacifico» completò Boris Volkov, con grande meraviglia di Alycia. «E poi, quando morì tramutandosi in roccia, la spada venne conficcata sul suo dorso. So che per secoli i Decani hanno fatto di tutto per averla, ma i Blake si sono sempre rifiutati di confinarla in un museo.»

«Ma io l'ho solo presa in prestito» si giustificò immediatamente Arthur, che non sembrava più molto divertito dalla cosa. «La rimetto a posto...»

«No!» esclamarono in coro Isabel e Boris.

«Non puoi» disse Boris, con la massima serietà. «Non si tratta di un'arma qualsiasi: una volta scelto il suo possessore si lega a lui per la vita. Portandogli gloria o disgrazia, a seconda di quanto giudichi puro il suo animo.»

Alycia inarcò il sopracciglio. «Pensavo non credessi alle leggende del Vecchio Mondo.»

«Non si tratta di una leggenda» replicò lo stregone, adombrandosi. «Ho visto cosa accade a chi non si dimostra degno di brandirla. Tuo padre ci ha provato per fronteggiare Lucindra...e la spada gli si è rivoltata contro.»

A quelle parole, il cuore di Alycia prese a tambureggiare contro il petto. «Se è stato lui l'ultimo a usarla, significa che non può essere lontano.»

«Immagino l'abbia lasciata qui di proposito» convenne Boris. «Confidando che qualcuno sarebbe stato in grado di estrarla...»

«Jim!» esclamò Arthur. «Ma certo, l'ha lasciata sicuramente per lui!»

«Ma si è lasciata estrarre da te» ribatté Isabel. «E non è nata per essere brandita da un mago.»

«Be', ci deve essere un malinteso! La spada si è sbagliata!»

«Eppure, sapevi esattamente dove fosse» obiettò Boris. «Quando l'hai trovata, hai sentito una voce chiamarti?»

«Io...ecco, non lo so...»

«Magari un raggio di sole l'ha illuminata» ipotizzò Frank Otto, pensieroso. «O hai sentito delle campane. Ho letto che è così che funziona...»

«Ah, sì?» grugnì O'Malley. «E dove le hai lette queste stronzate?»

«Sentite, io non ho sentito né voci né campane» li interruppe Arthur. «Ero un tantino distratto da Sinclair trasformato in mostro assassino!»

«Artie» fece a quel punto Rodrigo, fissandolo con tanto d'occhi. «Ma quindi, ora che hai extracto Excalibur...significa che sei diventato re?»

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