12. Attraverso lo specchio

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Come promesso, già dal mattino seguente Blake gli mostrò i primi incantesimi:

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Come promesso, già dal mattino seguente Blake gli mostrò i primi incantesimi:

«Usiamo il termine "incantesimo" per indicare una manipolazione della materia» cominciò a spiegare non appena Jim lo ebbe raggiunto nel parco, dopo la colazione. «Attraverso precise sequenze di gesti, possiamo convogliare l'energia del Tutto e dirigerla, impartirle ordini e movimenti.»

Lo stregone sollevò le mani e tracciò un complesso disegno in aria; le fronde verdi degli alberi furono agitate da un forte vento e una pioggia di foglie cadde sul prato, formando un mulinello. Danzò, sospinto da una forza invisibile, fino ad assumere una forma a quattro zampe: un cavallo. La creatura si lanciò al galoppo, girò attorno a Blake per poi trottare verso Jim. Affascinato, il ragazzo allungò una mano per toccarlo, ma il cavallo si dissolse subito in un'esplosione di foglie.

«Un mago non può creare qualcosa dal niente» continuò Blake. «Agisce su ciò che lo circonda: gli elementi naturali, la materia organica e inorganica. Per questo motivo, deve conoscere le cause e gli effetti di ogni fenomeno.»

Un altro rapidissimo movimento e il prato sotto i piedi di Jim prese a tremare; il ragazzo indietreggiò subito, allarmato. «S-signor Blake...?»

Il terreno cedette, aprendo una frattura su un baratro di fuoco e lava.

«No!» gridò Jim.

La frattura diventò in fretta una voragine, consumandosi di secondo in secondo. Jim sentì il suolo sgretolarsi sotto i piedi e non fece neanche in tempo a urlare... ma subito dopo crollò in ginocchio e si ritrovò a fissare le sue mani aperte sull'erba. Per lo stregone, invece, sembrava non fosse successo proprio niente.

«Ciò che hai appena visto era un'illusione» spiegò infatti, mentre Jim si rimetteva in piedi con cautela. «In questo caso ho agito sulla materia di cui è composto il tuo cervello: ogni sensazione che proviamo è tale solo perché è la mente a dircelo. Tramite le illusioni possiamo alterare la percezione che un avversario ha della realtà, fargli vedere ciò che vogliamo, convincerlo di provare dolore o piacere. Di morire, anche.»

«Ma è sleale!»

Il sorriso che Blake gli restituì aveva un che di sinistro. «La magia è sleale per natura, lasciamo agli eroi gli squilli di trombe e le spade sguainate: un mago agisce nell'ombra, non si sporca mai le mani se può evitarlo.»

«Va bene, ma se qualcuno dovesse convincermi che sto morendo... morirei davvero? Anche se è solo nella mia testa?»

Blake si lisciò i baffi. «In effetti è un argomento dibattuto: secondo alcuni basta convincere il cuore che non sta più battendo, per altri l'arresto cardiaco è dovuto allo shock. Per saperlo con certezza occorrerebbe fare dei test.»

«Preferisco non saperlo allora» disse Jim, orripilato.

«A ogni modo si tratta di casi limite» lo rassicurò lo stregone. «Possiamo confondere solo un senso per volta, perciò è abbastanza semplice riconoscere un'illusione. Anche se alcuni sostengono di essere in grado di creare Illusioni Totali.»

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