23. Il ladro di incantesimi

8 2 0
                                    

«Hai già fatto colazione?» domandò Blake, chiudendo la porta d'ingresso

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

«Hai già fatto colazione?» domandò Blake, chiudendo la porta d'ingresso.

Jim tirò su col naso e scosse la testa, rabbrividendo nei vestiti fradici. La colazione era l'ultimo dei suoi pensieri: il senso di colpa continuava a travolgerlo a ondate incessanti, mentre rivedeva davanti ai suoi occhi l'operaio che si contorceva a terra, gli sguardi spaventati dei suoi amici, l'espressione delusa di Arthur...

Per la seconda volta in vita sua aveva perduto la sua famiglia.

Gli veniva da vomitare.

La sua faccia doveva parlare da sé, perché il padrone di casa disse: «La tua stanza è al piano di sopra, terza porta a destra; troverai anche dei vestiti, cambiati e poi pensiamo a tutto il resto.»

Il ragazzo si trascinò su per le scale senza una parola, frastornato come dopo un incubo, come se la sua mente faticasse a discernere cosa fosse reale e cosa no. E il vuoto che gli lacerava il petto aveva raggiunto tali dimensioni che avrebbe potuto risucchiare ogni cosa...

Si fermò in cima al pianerottolo, travolto da un improvviso attacco di vertigini che gli tolse il fiato per alcuni istanti, inondando il suo campo visivo di puntini neri. Si sostenne al corrimano, accarezzandone il legno liscio; a poco a poco, il malessere si attenuò, anche se non passò del tutto.

Mai avrebbe pensato che la magione dei Winters potesse suscitare in lui un tale senso di sicurezza; era il luogo in cui aveva studiato ogni giorno negli ultimi sei mesi, in cui aveva provato frustrazione e fatica, ma anche infinite soddisfazioni legate alla magia. Ed era il luogo dove aveva conosciuto Alycia.

Alycia...era già andata via? Aveva una gran voglia di vederla, ma allo stesso tempo detestava che lei lo vedesse in quello stato...

Strinse con forza il corrimano.

Ho fatto la mia scelta. Da qui in poi non si torna più indietro.

Avrebbe dovuto compiere quel passo molto tempo fa, essere onesto con se stesso prima che con tutti gli altri: non avrebbe mai rinunciato alla magia e quanto successo quella mattina ne era la conferma. Il maestro glielo aveva sempre detto che per dominare i suoi poteri doveva dominare la propria Volontà e se erano sfuggiti in quel modo al suo controllo significava una sola cosa: non poteva più dividersi tra la vecchia vita e la nuova.

La stanza che Blake gli aveva assegnato era enorme, cavernosa e come il resto della casa rispecchiava la passione degli ex proprietari per i pesanti mobili di fine Ottocento, ma disponeva di un piccolo bagno personale. Sul letto faraonico erano piegati accuratamente asciugamani e vestiti nuovi di zecca: pantaloni di velluto, camicia di seta, cardigan verdone con collo sciallato e un paio di lucidi mocassini. Tutto gli calzava alla perfezione.

Mentre abbottonava i polsini della camicia, lo sguardo gli cadde sull'orologio che gli aveva regalato O'Malley per il suo compleanno e di nuovo la nausea minacciò di sopraffarlo. Lo sfilò e lo chiuse nell'ultimo cassetto del comodino.

Gli ultimi maghiWhere stories live. Discover now