48. Luoghi transitori

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Una luce verde e oro la aggredì non appena provò ad aprire gli occhi

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Una luce verde e oro la aggredì non appena provò ad aprire gli occhi.

Sono morta.

Sbatté le palpebre. Si sforzò di aspirare aria nei polmoni, di liberare la mente dalle ragnatele che la avviluppavano.

Un istante dopo, realizzò che quel bagliore era la luce del sole: un sole così sgargiante come non lo vedeva da settimane, che le pioveva addosso attraverso un soffitto di foglie.

O forse no.

Non aveva idea di cosa fosse successo. L'unica cosa che sapeva era di trovarsi sdraiata tra foglie e rametti, circondata da alberi e di avere le braccia libere. Provò a tirarsi a sedere, ma un dolore lancinante le trafisse la nuca e un'esplosione di pagliuzze dorate le offuscò la vista.

«Ohi, ohi!» sbottò una voce ringhiosa. «Vacci piano, ragazza!»

Alycia inspirò forte, cercando di scacciare le stelle che ancora le danzavano davanti e di calmare i battiti del suo cuore.

«Hai preso una bella botta» borbottò di nuovo quella voce aspra. «Meglio se resti giù un altro po'.»

Lei tornò cautamente a sdraiarsi, ma riuscì a girare di poco la testa per capire chi fosse il suo interlocutore; aveva ancora gli occhi un po' annebbiati, ma distinse un ometto vestito di verde seduto accanto a un fuoco da campo, intento a rimestare dentro un pentolino in cui bolliva qualcosa dall'odore non proprio invitante. Scompigliati ciuffi di capelli rossi spuntavano come fiammelle da sotto un cilindro sfondato. Doveva aveva riportato danni celebrali più gravi di quanto pensasse.

«Io ti conosco» disse, con voce impastata. «Sei il direttore del circo..?»

«Ex direttore» puntualizzò il Folletto, mescolando con rabbia nel pentolino con un cucchiaio di legno. Era evidente che non se la passasse granché bene ultimamente, a giudicare dallo stato miserabile della sua redingote verde e dalla barba incolta. «La mia adorabile mogliettina ha ordito un ammutinamento, quindi ora sono disoccupato. Spero ti piaccia la zuppa di pane raffermo, perché non c'è altro per pranzo.»

Stordita e dolorante come se l'avessero presa a pugni, Alycia si girò su un fianco e osservò il bosco; il cielo era completamente terso, gli uccelli cinguettavano e non vi era più traccia né dell'inverno, né della Torre. «Dove siamo? Che cosa è successo? Ricordo...»

«Di aver fatto un tuffo nel vuoto?» completò O'Malley. «Be' ricordi bene. Per rispondere alla prima domanda, siamo a dieci miglia da Orlando, in Florida...»

«Florida?!» esclamò lei, costernata. Non aveva ancora molta dimestichezza con le distanze in America, ma era certa che fosse lontana, molto lontana dal posto dove avrebbe dovuto essere. «Ma come...come siamo arrivati qui? Dov'è Jim? Lui...lo hanno catturato! Dobbiamo tornare alla Torre, dobbiamo...!»

Costrinse il suo corpo ad alzarsi mantenendosi al tronco di un albero, mentre veniva di nuovo assalita dalle vertigini e la disperazione piombava su di lei come una coperta pesantissima. Era tutto sbagliato. Doveva assolutamente trovare il modo di tornare indietro, prima che fosse troppo tardi...

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