33. L'incontro, lo scambio

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"È nella separazione che si sente e

si capisce la forza con cui si ama."

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Gennaio 2022

Christian

Ore 23.30

Quanto si può essere in ansia? Ve lo siete mai chiesti? Il mio stomaco è così chiuso che si rifiuta di bere anche solo un goccio d'acqua. Non mi sono mai sentito in agitazione in questo modo. Ho timore di non riuscire a riportare Taylor incolume questa notte a casa; non importa la mia sorte ma di lei ho paura. 

Cerco di non pensare all'imminente incontro con quel mostro, nonostante ciò, la mia mente viaggia sempre verso quella direzione. Mi siedo sul divano di casa, poggio la testa sullo schienale e chiudo gli occhi. Il buio inonda i miei sensi, mi travolge come un fiume in piena. 

Sto facendo del mio meglio per non perdere il controllo; il cuore martella nel mio petto, sembra che voglia uscire dalla gabbia toracica in cui è imprigionato. Apro le palpebre e respiro profondamente. Le mani sudano, tento di asciugarle con la stoffa dei pantaloni. 

La vena sul collo pulsa –capita sempre quando la pressione aumenta-, serro i pugni e mi sposto dallo schienale della poltrona. Abbasso la testa poggiando le mani chiuse sulle tempie. James si accorge del mio gesto e mi raggiunge. 

Si inginocchia e mi travolge in un abbraccio; con molta pazienza prova a convincermi che andrà tutto bene. Mi parla a cuore aperto dicendomi che abbiamo affrontato situazioni complicate sempre a testa alta, lottato per costruirci il nostro futuro con le unghie e con i denti e attraversato periodi complessi nella nostra travagliata infanzia. 

Il mio cuore si addolcisce; rimembro i tempi in cui eravamo due bambini innocenti. La vita ci ha dato la possibilità di incontrarci ma ci ha strappato delle persone care, tuttavia abbiamo incassato il colpo insieme e siamo andati avanti con forza e coraggio. 

Mi sfilo dall'abbraccio e noto la presenza di Jessica che ci osserva con occhi un po' lucidi. Sono felice che abbia portato gioia nel cuore di James, lo merita più di chiunque altro. Riceviamo l'ennesima chiamata dall'agente Hale per assicurarsi che non commetta sciocchezze; è normale che non si fida pienamente di me, sono coinvolto in prima persona. 

Ci siamo dati appuntamento nella mia dimora e ha ribadito l'importanza dei giubbini antiproiettile da indossare, sia a me che a James. Hale ci raccomanda di muoverci con cautela; non possiamo avere la certezza che il tizio sia armato oppure no, è sempre meglio appellarci al buon senso piuttosto che all'istinto. 

Sono queste le parole che mi ha rivolto nel momento in cui abbiamo escogitato la mossa ideale per affrontare la situazione. James si allontana da me e raggiunge la sua ragazza, l'abbraccia come se dovesse partire per una missione senza sapere l'esito finale. Riflettendoci è davvero così.

Comincio a intuire che anche la sua tensione sta crescendo, so che ha una responsabilità importante e mi dispiace che debba affrontarla quando tutto ciò che è accaduto è colpa mia. Lasceremo Jessica a casa mia; qui ho un sistema di sicurezza di ultima generazione, almeno abbiamo la certezza che lei starà al sicuro. 

Il loro gesto mi rasserena un po', mi avvicino a loro e con fare rassicurante gli sorrido; riusciremo a uscirne sani e salvi, devo crederci a tutti i costi. James ha portato con sé una cassetta medica in cui abbiamo inserito ogni sorta di medicinale e attrezzatura per intervenire nell'immediato, soprattutto se dovessero esserci feriti. 

In questo caso la nostra indole da medico sarà quel valore aggiuntivo che ci consentirà di soccorrere chiunque. Recupero la mia borsa –quella che porto sempre a lavoro- inserendo dentro i soldi, James saluta la sua ragazza con un bacio e raggiungiamo la mia auto nel vialetto. Entriamo in essa, chiudo lo sportello, avvio il motore e partiamo. 

Dark TruthsWhere stories live. Discover now