9. Occhi color smeraldo

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Tieni per te le tue paure, ma condividi

con gli altri il tuo coraggio - Robert Louis Stevenson

Christian

Aprile 2019

‹‹Bentornata fra di noi Taylor›› le dico sorridendo e con il cuore colmo di gioia.

Dopo aver constatato che le sue pupille reagiscono alla luce, poso lo sguardo su di lei e mi perdo nelle sue iridi, sono verdi color smeraldo e noto come i lineamenti del suo viso si rilassano. Le prossime settimane saranno cruciali, si vedrà quale sarà la sua capacità di ripresa.

Quel colore mi trasmette un concentrato di emozioni che non avverto da tanto tempo. ' Ha i tuoi stessi occhi, mamma. ' Non ci posso credere, sembra di rivederti e la nostra distanza si azzera dopo anni in cui non ho più la possibilità di starti accanto.

La tachicardia aumenta e l'emozione di quel contatto tocca le corde della mia anima come una dolce melodia che mi culla alleviando le mie sofferenze.

Mi allontano da lei e mi volto per parlare con suo padre ma all'improvviso vengo travolto da un abbraccio, quello di un uomo che cerca di mostrare tutta la sua gratitudine.

È cambiato: da uno sguardo colmo di rabbia e disperazione, si è mutato in quello di un uomo che è tornato a vivere. Sfiora il mio costato e il brivido della gioia viene sostituito dal ricordo di quelle mani.

Devo azzerare le distanze, basta. Mi allontano e l'osservo, ha il volto rigato dalle lacrime e i suoi capelli, in soltanto due mesi, si sono adornati da sfumature grigie.

È incredibile come il corpo sia in grado di riflettere la sofferenza dell'animo. Troppi legami mi consumeranno, solo che questa volta posso essere fiero di me stesso. Gli suggerisco di tornare a casa, ha trascorso notti insonni al suo fianco.

L'ha curata sotto ogni aspetto igienico e soprattutto le ha trasmesso il suo affetto come gli avevo suggerito. Un padre come lui era quello che avrei desiderato in passato. Lei è molto fortunata, spero solo che lo comprenda. Ora che sua figlia è sveglia, può riposare.

All'inizio è titubante perché non la vuole abbandonare, è sempre restio ad ascoltare ma poi si convince. Gli dico che deve essere lui a portare ai familiari questa splendida notizia.

La gioia deve ritornare in quella famiglia. Lo accompagno all'uscita e vedo la sua sagoma farsi sempre più piccola dissolvendosi fra le auto del parcheggio. La mia mente viaggia nel passato, rimembra quell'aprile 1999.

Il mio patrigno, dopo l'ennesimo litigio con mia madre, compie un gesto mai accaduto prima. Si scaraventa su di me e mi picchia, urlando di essere io il problema di quella vita di merda che stavamo vivendo.

Il mio occhio destro diventa nero, il mio zigomo sinistro perde sangue e il naso è completamente rotto. Fa talmente male che quel bruciore mi penetra fin dentro le ossa. Un bambino quali colpe potrebbe avere?

La sua infelicità è stata la rovina sia mia che di quella povera donna. Avevo un fisico talmente esile che per me era impossibile difendermi, nonostante ciò cercavo di ribellarmi mentre mia madre era troppo sconvolta per reagire. "Perché non mi aiuti? Sono anni che lo faccio per te. Avevi detto che avremmo risolto tutto insieme!"

Le grido contro con le poche forze che mi restano, ma abbassa la faccia in segno di resa. In quel momento il senso di tradimento avvolge la mia aura spenta. Cosa sta aspettando? Magari che mi uccida e mi lanci dentro una cassa di legno?

Se devo morire così, di certo porterò nell'aldilà il mio odio per lei. Lui mi dà un pugno talmente forte che crollo a terra ansimando. Sento il sangue ribollirmi nella testa e, con la vista offuscata, lo osservo allontanarsi.

Dark TruthsWhere stories live. Discover now