PROLOGO - L'inizio della fine

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Alla stupida domanda "Perchè io?"
L'universo si prende a malapena il disturbo di replicare:
perchè no? - Christopher Hitchins


Maggio 2016

Taylor

La primavera è una delle mie stagioni preferite, amo osservare gli alberi in fiore, sono catturata dai giochi di colori che abbelliscono i rami rimasti spogli durante il gelo invernale e percepire il canto soave degli uccellini. Mi trasmettono gioia, ma oggi qualcosa nell'aria sembra essere diversa, come se l'allegria fosse sostituita da un estenuante senso di smarrimento.

Una giornata così calda non si è mai vista, si può osservare nel cielo una foschia, quella tipica dei periodi estivi, eppure siamo solo all'inizio del mese. Sto tornando a casa dopo l'ennesimo giorno trascorso durante il mio tirocinio presso la pasticceria "L'Etoile". Attendo solo di poterlo concludere per abbandonare quel luogo che mi opprime il respiro.

Durante il tragitto in macchina, accompagnata da mia madre, resto in silenzio e ho come la sensazione di dover parlare con la nonna, l'unica che culla le mie angosce quando non comprendo nemmeno il motivo per cui mi senta male.

Alcune volte sono complicata da capire, dovrei smetterla di costruirmi castelli al vento e iniziare a vivere i miei ventidue anni socializzando con le persone ma sono ancora rimasta freddata dal modo con cui mi hanno trattata durante il liceo, uno zerbino.

Anzi, la schiavetta di turno, quella da usare quando meglio fa comodo. Appena intravedo il cancello di casa tiro un sospiro di sollievo, parcheggiamo, scendo dall'auto e decido di recarmi in camera dove trovo quella peste di mia sorella che si esibisce con i suoi soliti video. Sogna di diventare un giorno una famosa youtuber, nonostante abbia solo diciassette anni.

‹‹Hey peste, che combini?›› le dico mentre è concentrata nello scrivere le sue battute al computer. La cosa divertente è che coinvolge anche nostro cugino Klaus quando ci viene a trovare durante le vacanze estive. Si chiudono nella cameretta e dall'esterno si odono schiamazzi e canzoni a tutto volume.

‹‹Smettila di chiamarmi così, sto lavorando. Sono cose serie, ma non puoi capire!›› Jessica come sempre inscena il suo teatrino. Prende questa sua passione molto seriamente, le auguro un giorno di poter realizzare il suo sogno. È vestita in modo buffo: una parrucca castana che nasconde i suoi capelli biondi, una giacca di pelle nera e un rossetto rosso fuoco.

‹‹D'accordo, capo. Ma toglimi una curiosità, chi staresti interpretando?››

‹‹Ma come chi sono? Vai via, plebea. Si vede che non sei del mestiere!››

Mi strappa ogni volta un sorriso. Il rapporto con lei è molto particolare, mi cerca quando non mi vede e invece quando stiamo insieme litighiamo come cane e gatto. Beh in fondo che cosa ci si può aspettare da due sorelle che amano personaggi come Klaus Mikaelson ed Elijah Mikaelson. I nostri amati vampiri originali, la chiara dimostrazione di amore fraterno, quello difficile da spezzare nemmeno dopo la fine della loro esistenza.

ℭℭℭℭℭℭ

Nello stesso giorno, verso le sei di sera, dopo aver lasciato Jessica a completare la sua opera d'arte, scendo in cucina e, affacciandomi dalla finestra, vedo mia nonna recarsi nel suo orticello per raccogliere degli ortaggi con i quali prepara sempre un ottimo minestrone per tutta la famiglia.

Adora tutto ciò che riguarda le verdure come rape, broccoli e carote ma il suo piatto forte sono le lasagne che cucina la domenica a pranzo. Sprigionano un profumino invitante che come una scia mi attrae e il loro gusto delizia il palato.

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