31. Perdersi

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⚠️Scena di vio**nza fisica. Se siete sensibili, consiglio di saltarla. Andate direttamente al dialogo che parte da quest'affermazione: ‹‹Che ca**o vuoi?››⚠️

Nessuno riesce a legare un tuono,

e nessuno riesce ad appropriarsi dei cieli

dell'altro nel momento dell'abbandono.
Luis Sepúlveda

Taylor

Gennaio 2022

Quale sarà il mio destino? Continuo a ripetermi senza tregua mentre quel maniaco legge ad alta voce tutta la conversazione affrontata con Christian, toccandomi nei punti che a lui piacciono di più. L'altra volta è stato distratto, credo che adesso non avrò scampo. 

Ho perso la forza nelle braccia nel tenerle sempre legate, fanno male. I lividi sono talmente marcati che delle piccole goccioline di sangue hanno iniziato a scorrere dai polsi; nemmeno la mia costante ricerca di pietà è servita a distoglierlo dal suo scopo. 

Butta il cellulare sulla mensola che si trova al lato del letto e, con enormi falcate, si dirige verso la porta per chiuderla. Odo una chiave che ruota, l'ingranaggio scatta. Ormai sono sola, con un carnefice che potrà fare di me ciò che vuole. 

Tremo, ma non so più distinguere se gli spasmi sono dovuti per la paura o per il freddo che sto provando in questo momento. L'uomo si avvicina e, con un gesto violento, strappa il nastro che avevo sulla bocca. 

Il gesto è talmente violento che, da quel punto, si propaga un bruciore insopportabile. Vorrei iniziare a urlare, ma precede il mio gesto. Poggia il suo indice sulle mie labbra e mi incita a tacere. Se mi lamento, non sarà più gentile, afferma. 

I nostri sguardi si incrociano, quegli occhi color ghiaccio mi trafiggono, un senso di angoscia mi devasta; ho perso la speranza di trovare un briciolo di umanità in lui. Le sue pupille sono spente, come se una belva feroce, dotata di istinti animaleschi, si fosse appropriata della sua anima. 

Si sposta e con la mano arriva fino alle mie gambe; le uniche libere di muoversi. Con l'indice le percorre, si muove dalla coscia fino a raggiungere i piedi. Non so quali intenzioni abbia perché all'improvviso si allontana. 

Non lo guardo, desidero solo che tutto finisca il prima possibile. Ritorna immediatamente e, noto che tra le sue mani, ha una corda simile a quella che tiene legata i miei polsi. Mi divincolo, provo a gridare ma lui, con uno scatto, salta sul letto e si posiziona sul mio bacino. 

Il peso del suo corpo preme contro il mio, tento di chiedere aiuto. Capisco di aver commesso un terribile errore. Il mio gesto lo fa innervosire talmente tanto che mi sferra uno schiaffo in pieno volto. Un secondo bruciore si irradia dall'area in cui il suo palmo è entrato a contatto con la mia pelle. 

Tra i polsi serrati, il labbro dolorante e il viso colpito dalla sua furia, mi sembra di non riuscire più a controllare il mio corpo. Si sta così divertendo su di me che non so se riuscirò a osservarmi davanti allo specchio senza vergognarmi. Sempre se uscirò viva da questa situazione. 

All'improvviso, sento l'esigenza di andare in bagno, non so da quante ore sono rinchiusa in quel posto. Tento di dirglielo e, con un grugnito di disapprovazione, scende dal materasso, recupera una pistola da un mobile e si avvicina a me. 

Mi slega e mi invita a non prendere nessuna iniziativa, altrimenti agirà. Finalmente i miei polsi sono liberi, li osservo e noto che sono cosparsi di lividi e tagli impregnati del mio stesso sangue. Mi invita a scendere dal letto con la pistola puntata nella mia direzione. 

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