9. Occhi color smeraldo

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Distrugge ogni cosa: scaraventa sedie, tira giù cassetti, strappa le nostre foto e spacca in testa a mia madre un vaso di vetro. Il sangue cola sulla sua testa mentre il mio cuore batte all'impazzata. Ho così tanta paura che credo di non uscirne più vivo. All'improvviso come una furia, ruba tutti i soldi contenuti in uno scomparto nel cassetto del comodino e li infila in tasca.

Rivolge a noi un ultimo sguardo colmo di collera e ci dice: "Ho accettato questa farsa per troppo tempo, troietta da quattro soldi. Ero convinto che stare con una come te, potesse darmi qualcosa. So chi sei ma visto che vivi come una pezzente nonostante tu non lo sia, mi sono rotto completamente. Ricorda solo una cosa, il conto verrà richiesto prima o poi. Non lo dimenticare!"

Resto raggelato da quelle parole ma non ne comprendo il significato. Ci lascia lì, stesi sul pavimento mentre se ne va. È stata l'ultima volta che ho avuto sue notizie.

Scaccio via quel pensiero appena insinuato nella mia testa e mi dirigo verso la stanza della ragazza. La trovo con le pupille fisse sul soffitto ma sorride. Chissà a cosa pensa o se la reazione è solo un gesto involontario. Mi avvicino con molta calma e inizio a parlarle.

‹‹Ciao Taylor, se riesce a capirmi, provi a ruotare gli occhi›› attendo una reazione e fa come le ho chiesto. L'aspetto cognitivo è funzionante, ottimo segno. ‹‹Bene, le racconto un po' cosa le è successo. Non credo che ricorda molto. Il trauma è stato molto esteso. Circa due mesi fa, siamo stati chiamati d'urgenza in piena notte. Lei e un altro ragazzo avete subito un incidente grave. Io e il dottor Parker abbiamo eseguito due interventi delicatissimi, lui al ragazzo e io a lei. Se ti stessi chiedendo come sta, è a casa da circa due giorni. Avrà una lunga riabilitazione ma, nonostante ciò, è stato più fortunato. Mentre lei si è appena risvegliata dal coma. Non abbia paura, sono certo che la fase più critica sia già passata. Ora la attende un periodo di fisioterapia perché dovrà tornare a camminare. Ce la farà, è una ragazza forte. Dobbiamo solo pazientare e procedere un passo per volta.››

Rassicurare un paziente può essere il primo passo per la guarigione.

Lei cerca di allungare il braccio verso di me ma lo prendo e lo ripoggio delicatamente sul letto. La nostra pelle si tocca per la prima volta, la percepisco morbida, calda e istintivamente le stringo la mano.

Ho come la sensazione di volerla rasserenare, ci sarò al suo fianco e affronteremo le difficoltà che verranno. All'improvviso sento dentro di me un brivido che attraversa l'intera colonna vertebrale. Mi allontano da quel contatto, sto andando oltre le emozioni che mi sono consentite.

La saluto per poi andare nel mio studio. Devo compilare dei documenti su altri pazienti e impostare un piano riabilitativo per Taylor. Appena entro, il mio sguardo cade sulla fotografia che conservo sulla scrivania, quanto mi manca.

Desidero con tutto me stesso poter tornare ad abbracciarla, raccontarle cosa sono diventato e l'impegno che ho giurato di mantenere. Sicuramente ora avrebbe l'opportunità di vivere come una regina.

Ma poi mi ritorna in mente quel dieci maggio e il mio viso si incupisce riempiendosi di collera. Com'è possibile provare sentimenti contrastanti per la stessa persona? Non riesco a non pensare a quella promessa infranta, alle certezze crollate quel giorno e a come mi sono sentito trafitto al cuore con le stesse spade che anni prima mi difendevano.

Un colpo di tosse mi riporta alla realtà, alzo la testa e vedo James con due caffè in mano. Mi fa un cenno con il capo e capisco al volo cosa vuole fare, la nostra pausa sul tetto. Staccare per un po' allevierà i miei tormenti. Non appena arriviamo, una brezza mi travolge e sospiro profondamente.

‹‹Hey amico. Ti vedo pensieroso ultimamente. Cosa succede? E non dire niente, ti conosco.››

‹‹Hai ragione. Sono felice per aver aiutato quella ragazza, è quello che mi serviva per tirarmi su...››

Dark TruthsWhere stories live. Discover now