Non posso farlo venire qui, mi vergogno di questa situazione. Ha una bellissima famiglia, la mia è ridotta a un cumulo di cenere. Mi basta soltanto nascondere il livido sul braccio e tutto andrà bene. In camera apro l'armadio, prendo la prima felpa che trovo a maniche lunghe e la indosso.

Ne scovo una viola, è adatta. Per fortuna la temperatura esterna è bassa, altrimenti sarei morto di caldo nel coprirmi. Scendo in cucina e noto che mia madre è già andata via, si sarà recata nell'ufficio dell'ingegnere Murdock. Si occupa delle pulizie ma cerca di aiutarlo in qualsiasi mansione.

Non le interessa quale lavoro debba essere costretta a fare, l'importante è trovare il denaro per andare avanti. Prima di avviarmi da James, lavo i piatti sporchi del pranzo e, quando mi capita per le mani quello che ha usato la bestia, tremo dalla rabbia.

Prima o poi finirà questa brutta situazione. Devo solo avere fede. Dopo aver terminato in cucina, le scrivo un bigliettino lasciandolo sul tavolo:

"Ciao mamma, ho dimenticato di dirti che oggi vado da James per un progetto di scienze. Tornerò per cena, ti voglio bene. Baci, Christian."

Vado in garage, afferro la bicicletta e mi immetto su strada. Pedalo lentamente, voglio assaporare ogni momento di pace che ho durante la giornata. Ha nevicato, nell'aria si sente la brezza invernale.

Dei fiocchi ricoprono i rami spogli degli alberi, molti bambini giocano lanciandosi palle di neve. Sembrano così spensierati, quanto invidio la loro innocenza. Ho solo dieci anni ma sono consapevole di essere cresciuto troppo in fretta.

In lontananza scorgo la casa del mio amico, mi avvicino al cancello e suono il citofono. Una voce adulta mi risponde, è quella del suo maggiordomo Sebastian.

‹‹Hey Seb, sono Christian. Mi ha detto James che già sai.››

‹‹Oh certo, il signorino Parker la sta aspettando in camera. Le apro.››

‹‹Grazie.››

Le grate si aprono e vengo accolto da Sebastian. Un uomo di poche parole ma da un animo gentile. Lavora con la famiglia Parker da moltissimi anni, non so dire se conosce la casa meglio lui o i suoi proprietari. Mentre mi accompagna, osservo l'arredo.

Ci sono stato spesso ma ogni volta rimango incantato dalla sua bellezza: muri color avorio adornati da colonne con capitelli romani, immense finestre con tende rosse simili a quelle del sipario di un cinema, un enorme acquario posto in un punto del pavimento che mi provoca ansia quando ci passo sopra e delle scale a giro collocate ai lati opposti della sala principale che conducono alle stanze superiori.

Quando sarò grande, lavorerò sodo per ottenere un luogo come questo perché voglio portarci mia madre e farla vivere da regina. Il progetto di oggi deve andare bene per avere il massimo dei voti, come per ogni materia.

Soltanto in questa maniera abbandonerò il modo malato in cui vivo. Arriviamo al piano superiore e una musica ad alto volume proviene dalla camera di James. Bussiamo, ma non si accorge di noi e allora Sebastian preme il tasto del campanello.

Ha un rumore talmente forte che rimbomba per l'intera villa. James spalanca la porta e io entro. Il maggiordomo ci lascia da soli e come sua consuetudine ci dice: ' Se avete bisogno, sono al piano di sotto. Con permesso. '

‹‹Hey Chris, senti questa musica. È da sballo.››

‹‹Non ne dubito, possiamo iniziare?››

‹‹Sei sempre troppo serio, dovresti rilassarti un po'.››

‹‹Lo farò dopo che abbiamo finito.››

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