Capitolo 55

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Margaret aveva deciso di tornare in California e a nulla erano serviti gli inviti di Dave ed Emily a trattenersi ancora un po'. Il suo compito lì era finito e non voleva fare da terzo incomodo.

"Sei proprio sicura di non voler rimanere ancora qualche giorno? A noi farebbe piacere..." le chiese Emily mentre la donna stava mettendo in valigia le ultime cose.

"Lo so cara, ma è giunto il momento che riprendiate il vostro cammino di coppia e di genitori da soli. Se avrete bisogno di me, io ci sarò sempre, a Dio piacendo, ma adesso questa anziana signora ha bisogno di un po' di riposo, non credi anche tu?"

Emily sorrise. "Direi di sì: un riposo più che meritato!"

Fu Dave ad accompagnarla all'aeroporto e approfittò del viaggio per parlare un po' con lei. Non era più arrabbiato, ma c'erano ancora delle cose che lo angustiavano e desiderava chiarirle per poter chiudere definitivamente con il passato.

"Perché non mi hai mai cercato?" le chiese all'improvviso, riferendosi a quando se n'era andata lasciandolo con suo padre.

"L'ho fatto... Per parecchio tempo ti ho chiamato al telefono ogni giorno, ma tu non c'eri o eri impegnato. Tuo padre mi diceva che mi avresti richiamato, ma non è mai accaduto. Ho pensato che tu non volessi parlarmi e alla fine non ti ho più voluto disturbare."

"Papà non me l'ha mai detto..."

Margaret fece un cenno di assenso con la testa, come se quella rivelazione non fosse affatto una sorpresa. "L'ho immaginato..."

Seguirono alcuni minuti di silenzio come se entrambi stessero riflettendo su ciò che avevano appena sentito, poi Dave si fece coraggio e pose la domanda che da anni lo tormentava: "Perché non mi hai portato con te? Perché non mi hai voluto?"

Sua madre lo guardò, poi distolse lo sguardo e lo puntò davanti a sé.

"Per dare a tuo padre un motivo per tornare a casa la sera..."

Dave non replicò, così lei continuò: "Io e tuo padre ci siamo amati molto, ma poi il suo lavoro si è messo tra di noi e il nostro rapporto ha cominciato a vacillare. L'amore che lui nutriva per te, però, è rimasto immutato, come il mio per lui. Per questo non potevo togliergli l'unica cosa che lo faceva restare vivo, cioè tu!"

Quella verità lo annientò. Sua madre aveva rinunciato a lui per il bene di suo padre e suo padre non gli aveva mai rivelato che lei gli telefonava ogni sera per paura di perderlo. Finalmente capiva e non giudicava perché, si rese conto, lui stesso aveva vissuto la stessa identica situazione con Emily. Certo l'amava, questo era fuori discussione, ma era stato l'amore per Tommy a dargli la forza di andare avanti, di tornare a casa la sera, come aveva detto sua madre, e di sperare. Ecco ai suoi genitori, forse, era mancata la speranza. Ma li si poteva condannare per questo? No, assolutamente no, perché di fronte all'inevitabile anche la speranza viene meno e lui lo sapeva bene, perché era stato vicinissimo a perderla. Lui era stata la salvezza di suo padre esattamente come Tommy lo era stato per Emily e per sé stesso.

Quando si salutarono, dopo che sua madre ebbe fatto il check in, l'unica cosa che riuscì a dirle fu ringraziarla per tutto l'aiuto che gli aveva dato in quel periodo.

"Sono io che ti ringrazio Dave. Mi hai dato la possibilità di essere ancora una mamma per te e questo, credimi, è più di quanto io potessi mai desiderare. Prenditi cura di Emily e del mio nipotino e chiamami, ogni tanto, per farmi sapere come va; non ti chiedo altro."

"Lo farò mamma. Adesso che ti ho ritrovata stai certa che non ti libererai più di me!"

L'annuncio dell'imbarco li costrinse a separarsi, ma questa volta non c'era tristezza o rammarico nei loro sguardi, ma fiducia.

Tornando a casa Dave rifletté sul suo rapporto con Emily. Era migliorato molto negli ultimi giorni ed era evidente quanto lei si sforzasse per avvicinarsi a lui. Tuttavia non riusciva a capire cosa in realtà lei provasse nei suoi confronti: era riconoscenza, paura di rimanere sola, amore?

Non c'era stato ancora nulla tra di loro e non sarebbe certo stato lui a fare il primo passo, a meno di un esplicito segnale in tal senso. Dopo tutte le falsità che le avevano raccontato e alle quale lei aveva finito per credere, capiva la sua insicurezza e non voleva pressarla in alcun modo, ma... ma era stanco di doversi controllare, di dover pesare ogni parola, ogni gesto per la paura di essere frainteso. Voleva sentirsi di nuovo libero con lei, libero di scherzare, di provocarla, di prenderla in giro, proprio come faceva una volta e voleva che lei facesse altrettanto, solo che lei non ricordava com'erano... Non ricordava la loro complicità, il loro modo unico e speciale di comunicare con uno sguardo o un sorriso, il loro modo di amarsi ogni volta come fosse la prima... E se niente fosse tornato come un tempo? Scacciò subito quel pensiero dalla mente: doveva smetterla di essere così pessimista! Le cose si sarebbe sistemate, LUI avrebbe fatto in modo che si sistemassero.

Arrivò a casa che era buio.

L'estate, ormai alle porte, cominciava a regalare le prime tiepide serate e sul lungomare giovani coppie innamorate passeggiavano tranquille.

Dave parcheggiò ed entrò. Tommy stava dormendo, mentre Emily era seduta in giardino che guardava le stelle. La raggiunse e si sedette accanto a lei.

"Una volta lo facevamo spesso" esordì.

"Cosa?"

"Guardare le stelle e chiacchierare... Parlavamo di tutto, io e te... Di noi, del nostro futuro insieme, dei nostri sogni..."

"Possiamo farlo ancora..."

"Davvero Emily?! C'è ancora un futuro per noi?"

"Perché non dovrebbe?"

Dave eluse la domanda e ne pose un'altra: "Cosa provi per me?"

Lei non rispose ma si alzò e lo prese per mano, dirigendosi verso la loro stanza.

Cominciò a spogliarlo, sfilandogli la camicia dai pantaloni e sbottonando bottone dopo bottone. Le tremavano le mani e lui se ne accorse. Le prese dolcemente i polsi e la fermò.

"Non devi farlo per forza... Non è questo che voglio..."

"Mi dispiace..."

"Perché hai così tanta paura di me?"

"Non ho paura di te."

"E allora cosa c'è?"

"Ho paura di deluderti... Io non ricordo com'ero, com'eravamo..."

"Ti fidi di me?"

"Sì"

"Allora chiudi gli occhi e lasciati guidare da quello che senti." Poi le afferrò le mani e se le portò al viso. "Toccami!" le ordinò e lei ubbidì.

Con la punta delle dita disegnò il contorno dei suoi occhi, poi passò al naso, agli zigomi, fino alle orecchie e mentre lo faceva un lieve sorriso le increspò le labbra. Tornò sugli occhi, quindi scese ad accarezzargli la barba e infine le labbra e pian, piano nella sua mente riaffiorò uno schizzo.

"Io ti vedo, nel mio cuore vedo ogni tuo particolare, esattamente come sei..." sussurrò e nel riaprire gli occhi, vide che Dave stava piangendo.


IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now