CAPITOLO 19

266 41 73
                                    

 "Sai cosa mi piace molto di te Dave?"

Erano seduti sotto il portico, uno vicino all'altra, a guardare le stelle e a conversare. Quelle chiacchiere che partono leggere e poi, pian piano, si tramutano in intime confidenze.

"Pensavo ti piacesse tutto di me."

"Questo è ovvio, ma c'è una cosa in particolare: le tue mani..."

"Le mie mani?!" ripeté sorpreso guardandosele.

"Sì sono mani forti, decise, ma che sanno anche essere delicate... Quando mi prendi per mano io mi sento al sicuro, protetta e quando intrecci le tue dita alle mie è come se tu mi incatenassi a te. Attraverso le tue mani io riesco a sentire la tua energia, il tuo calore..."

"Allora farò in modo che la tua mano non lasci mai la mia..."

Questo le aveva detto. Ricordava parola per parola, poi le aveva presa la mano e l'aveva tenuta stretta per il resto della serata.

Dave chiuse gli occhi sforzandosi di arginare quell'ondata di ricordi che avanzava prepotente nella sia mente e cercò di riportare la sua attenzione al presente e alla madre di Jennifer, che attendeva una riposta.

"Sì, sarebbe fantastico, grazie!" mormorò.

Uscirono dalla studio e poco dopo lui e Jennifer se ne andarono.

Lungo il tragitto fino a casa protagonista fra loro fu il silenzio e questo non passò inosservato a Jennifer.

"Ne vuoi parlare?" chiese timidamente.

"Di cosa? E' tutto ok... Sono solo stanco, è stata una giornata pesante..."

Conosceva bene Dave e sapeva che insistere avrebbe solo peggiorato le cose; lui si sarebbe trincerato dietro a un ostinato silenzio, così preferì far finta di credergli e non insistette oltre.

Giunti a casa, fecero l'amore ma Jennifer avvertì nuovamente che c'era qualcosa di strano, di diverso: era come se Dave volesse farsi perdonare e una sottile inquietudine cominciò a farsi strada in lei. Si svegliò nel cuore della notte, in cerca del suo calore, ma accanto a sé trovò solo il letto vuoto...

---°---

Aveva cercato di amarla con tutto il trasporto di cui era capace, ma quei disegni avevano risvegliato in Dave una moltitudine di emozioni, che non era più in grado di controllare.

Era come se dentro di sé, fosse crollata una diga e un mare di acqua e fango si fosse riversato nella sua anima e nella sua mente. E più cercava d'ignorare quelle emozioni, più ne veniva sommerso.

Cosa gli aveva detto Emily a proposito dei ricordi? Che quelli del cuore erano incancellabili e quei dipinti li avevano riportati a galla più vividi che mai.

E ora, cosa doveva fare?

Si girò a guardare Jennifer che gli dormiva accanto e si chiese se si meritava tutto questo.

Cercando di non svegliarla si alzò e andò nello studio. Accese la lampada posta sulla scrivania ed estrasse il ritratto dall'ultimo cassetto. Lo srotolò e rimase a contemplarlo, passandovi sopra i polpastrelli, come immaginò avesse fatto Emily, quasi a voler create un contatto con lei, e fu così che lo trovò Jennifer...

"Tra un mese saremo marito e moglie... Non credi che io abbia il diritto di sapere se c'è qualcosa che ti preoccupa?... O se hai dei ripensamenti?" gli chiese avvicinandosi.

Dave sospirò. Aveva ragione, ma soprattutto si rese conto che, prima di tutto, doveva fare chiarezza in se stesso. Aveva davvero creduto che Emily, ormai, facesse parte del passato, ma dopo quella sera non ne era più sicuro.

"E' accaduto sette anni fa." cominciò a raccontare "Il mio ultimo caso come gente attivo nell'FBI. Ero stato incaricato di proteggere la figlia superstite di Aaron Foster durante il processo al quale lui testimoniava come pentito."

"Ricordo qualcosa... I giornali locali ne parlarono come una grande vittoria sulla criminalità organizzata..."

"Infatti. Furono tutti condannati, ma non è questo il punto... Vedi tra me ed Emily nacque una profonda amicizia..."

"Solo amicizia?"

Lui sospirò. "No... Ci siamo innamorati, ma la nostra storia non poteva avere un seguito e lo sapevamo entrambi. Al termine del processo lei entrò a far parte del programma di protezione testimoni e io persi le sue tracce. Non ho mai saputo che identità avesse assunto, né dove fosse... Fino a oggi. Quei disegni... sono suoi! Ne sono sicurissimo. Lei amava disegnare ed era bravissima..."

"Come fai ad averne la certezza?" obbiettò Jennifer.

Dave, allora, senza parlare le tese il ritratto.

Nella mano che aveva tracciato le linee di quel volto, lei riconobbe la stessa mano che aveva disegnato i paesaggi che avevano conquistato sua madre. Era innegabile che l'autore fosse lo stesso!

Poi a terra scorse un biglietto. Lo raccolse e prima che Dave potesse dire o fare qualcosa lo lesse: "Tienilo tu. Io non ho bisogno di questo per ricordarti. Ogni tuo particolare è inciso nel mio cuore. Con amore Emily."

I suoi occhi si riempirono di lacrime, ma ebbe comunque la forza di chiedere: "La ami ancora?"

"Non lo so Jennifer, non lo so... ma non posso far finta di nulla. Per poter andare avanti devo scoprire come stanno le cose! Lo devo a me stesso, a lei e a te!"

Sapeva che quella risposta la feriva e che forse avrebbe rovinato tutto tra di loro, ma non poteva mentirle, non più.

"Cosa pensi di fare?"

Lui alzò le spalle, impotente.

"Suppongo che prima di tutto io debba scoprire come sono arrivati quegli schizzi su quella bancarella... Starai con me?"

"Mi stai chiedendo molto Dave, te ne rendi conto?"

"Sì lo so, ma so anche che tu vuoi la verità e qui non stiamo parlando solo di me, ma di noi e del nostro futuro..."

Aveva ragione. Non avrebbe mai potuto stare in disparte ad aspettare. Sapeva che non era mai stata intenzione di Dave ingannarla. Se non le aveva parlato di Emily lo aveva fatto in buona fede, credendo veramente che quello fosse un capitolo chiuso della sua vita. Ma si sa che la vita è imprevedibile e che il destino si diverte a scombinare i nostri piani, a volte solo per metterci alla prova, per testare i nostri limiti o per farci conoscere lati di noi stessi che ignoravamo. L'aveva visto accadere tante volte e ora toccava a lei accettare o meno la sfida, lottare o rinunciare, reagire o piangersi addosso. E lei avrebbe reagito.

"D'accordo ti aiuterò a trovare quella donna!"disse.

IDENTITA' NEGATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora