CAPITOLO 24

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 Jennifer non sapeva il motivo per cui Dave avesse voluto vendere il cottage e neppure perché avesse affidato all'agenzia, presso la quale lei lavorava, la procura alla vendita rinunciando, così, a firmare lui stesso l'atto. All'epoca neppure si conoscevano!

Adesso, però, che erano diventati intimi era curiosa.

Quel grazioso villino, situato di fronte al mare, in un posto molto tranquillo, rispecchiava perfettamente il carattere schivo di Dave, il suo bisogno d'isolarsi dal resto del mondo, di ritrovare un contatto più autentico con la natura. Se lo immaginava, al mattino, uscire per la sua solita corsa, poi rientrare e bere l'immancabile caffè, magari seduto sul retro, sotto il porticato. Era il luogo ideale dove trascorrere dei fine settimana in assoluto relax, senza pensare a nulla e a lei sarebbe piaciuto tantissimo ritirarsi lì, con lui.

Con un sospiro scosse la testa e scacciò quei pensieri dalla mente, poi si rivolse a John, seduto accanto a lei e disse: "Siamo arrivati, questo è il cottage... Andiamo?"

"Certamente, non credo che ci vorrà molto tempo per concludere il sopralluogo" rispose il perito.

Era un martedì mattina d'inizio settembre. L'aria cominciava a rinfrescare, ma era ancora piacevole stare all'aperto e una leggere brezza salmastra investì le loro narici appena scesero dall'auto, facendoli arricciare il naso. Si incamminarono verso il portoncino d'ingresso sul quale era appeso un acchiappasogni che fece sorridere John.

"Ho l'impressione che Ruth Gordon sia un tantino superstiziosa..." commentò, mentre Jennifer suonava il campanello.

Si aspettavano d'incontrare una donna di mezza età, dal viso rubicondo e dalla corporatura florida, perciò quando apparve Emily entrambi rimasero molto sorpresi e per un attimo non seppero cosa dire.

"Buongiorno!" li salutò lei.

"Oh, buongiorno... Lei è Ruth Gordon?" chiese Jennifer, che non l'aveva mai incontrata prima, perché anche lei, al pari di Dave, aveva agito tramite procura.

"Sì, sono io."

"Salve, sono Jennifer dell'agenzia immobiliare e questo è John il perito che mi accompagna per la valutazione della casa" le disse, porgendo un biglietto da visita, che Emily prese dandogli una veloce occhiata.

"Prego, accomodatevi... Mi stavo versando una tazza di caffè, ne volete una anche voi?"

"Molto volentieri, grazie!" rispose Jennifer, che provò subito un moto di simpatia verso quella ragazza che giudicò avere qualche anno meno di lei.

Emily fece loro strada e li guidò sotto il portico, sul retro della casa.

"Qui staremo più comodi e poi immagino che vogliate dare un'occhiata anche all'esterno..."

"Infatti" confermò John.

Mentre Emily preparava i caffè John e Jennifer ammirarono compiaciuti il piccolo orto e il giardino ben curato che occupavano la parte retrostante del cottage. Erano decisamente il frutto di mani esperte e amorevoli e nulla era lasciato al caso. Si respirava un'aria di pace e serenità che invogliava a sedersi e rimanere in contemplazione.

Mentre sorseggiavano quella calda bevanda Jennifer non poté fare a meno di osservare la padrona di casa. Era carina, anzi molto carina: una voluminosa chioma di riccioli castani le incorniciava il volto sul quale spiccavano due occhi di un colore indefinito, un misto tra il verde e il miele e alcune lentiggini le coprivano il ponte del naso fino a estendersi sulle guance conferendole un'aria leggermente sbarazzina ma dolcissima.

"Vive qui da sola?" si ritrovò a chiederle.

Emily parve sorpresa della domanda, alla quale, tuttavia rispose educatamente: "Sì, mi piace la tranquillità e qui ce n'è tanta... Adesso se per voi va bene possiamo rientrare, così vi mostro il resto della casa."

L'interno non era da meno dell'esterno: arredato in modo semplice, ma non spartano con una predominanza di colori pastello e una grande varietà di soprammobili che attirò l'ammirazione di John.

"E' decisamente molto accogliente qui. Sembra che ogni oggetto sia stato creato apposta per questo luogo."

"Quando posso, amo girovagare per i mercatini dell'usato e dell'antiquariato alla ricerca di pezzi insoliti che poi restauro e riporto a nuova vita senza però dimenticare la loro provenienza. Qui si può dire che ci sia il mondo intero", spiegò orgogliosa Emily fermandosi davanti alla porta di quello che disse essere il suo studio.

"Vi prego di perdonare il disordine, ma qui è dove trascorro la maggior parte del mio tempo" si giustificò prima di farli entrare.

In quella stanza effettivamente regnava il caos, ma non era una sensazione sgradevole, anzi... Si respirava un'aria viva, giocosa quasi di festa. Veniva voglia di guardare, toccare, curiosare. C'erano pennelli, vasetti di vernice, carta abrasiva, bastoncini di cera e quello che colpì di più Jennifer, colori di ogni tipo e carta da disegno.

"Lei disegna?" chiese.

"Sì è una cosa che amo fare fin da quando ero una bambina..."

E poi li vide... Appoggiati sopra un tavolo in un angolo della stanza decine di schizzi dal tratto inconfondibile. Jennifer rimase pietrificata e nella sua mente tutte quelle informazioni si legarono tra di loro fino ad arrivare alla conclusione più ovvia: il cottage che era stato di Dave, la "R" come Ruth, i mercatini dell'usato... Quella donna non poteva essere che Emily!

Si sentì mancare e fece uno sforzo sovrumano per riprendersi e far finta di nulla, ma aveva bisogno di uscire immediatamente da quella casa.

"Scusatemi, mentre voi finite io esco per una telefonata urgente... Ci vediamo tra poco" e senza aspettare risposta si precipitò fuori.

Cominciò a tremare, faceva fatica a respirare e pur essendoci un caldo sole si sentì gelare fin dentro le ossa.

Cosa doveva fare? Tacere? Dire a Dave che l'aveva trovata rischiando così di perderlo? E Dave era mai stato veramente suo? Perché quella casa era così importante per entrambi? Cosa aveva significato per loro?

"Io qui ho finito, Jennifer. Se sei pronta possiamo andare." La voce di John alla sue spalle la riportò alla realtà.

"Sì anch'io ho finito" rispose voltandosi "saluto Ruth e possiamo ripartire."

Cercando di nascondere quel tumulto di emozioni che si portava dentro, tese la mano a Emily e la ringraziò per la cortesia e l'ospitalità.

"Le auguro ogni bene Ruth, è stato un piacere conoscerla", disse.

"Lo stesso vale per me e spero tanto che il vecchio proprietario non abbia nessun problema" rispose Emily stringendole la mano e sorridendole cortese.

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now