Capitolo 33

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 "In te ho trovato un'amica sempre pronta ad ascoltarmi, una compagna con la quale condividere i miei interessi, un'amante appassionata e sono sicuro che sarai anche una madre dolcissima.

Con te al mio fianco, Ruth, so di poter affrontare qualsiasi cosa la vita abbia in serbo per me, perché tu sei la mia forza, il mio sostegno, il mio rifugio. Oggi davanti a Dio e a questi testimoni prometto di amarti sempre, in ogni circostanza, di non distogliere mai il mio sguardo dal tuo e di non lasciare mai la tua mano..."

Non erano esattamente quelle le parole che Dave si era preparato per lo scambio delle promesse, ma nonostante se le fosse ripetute mentalmente fino allo sfinimento, alla fine l'emozione aveva avuto il sopravvento e quello era tutto ciò che era riuscito a ricordare.

Continuò a guardare Emily, che con le guance rigate di lacrime, gli sorrideva incoraggiante e con mano tremante le infilò la fede nuziale al dito.

Poi toccò a lei parlare.

"Mi sono innamorata di te dal primo istante, ma ero così spaventata dall'intensità dei miei sentimenti che ho cercato di negarlo a me stessa. Mi dicevo che era impossibile che tu ti accorgessi di me... e invece è accaduto. Le nostre strade per diverso tempo sono corse parallele, senza mai incrociarsi, ma i nostri cuori sono sempre rimasti uniti, legati da un unico battito. Oggi davanti a Dio e a questi testimoni io ti dono il mio cuore, che ti è sempre appartenuto, sicura che te ne prenderai cura e no ho più paura perché in te io ho trovato me stessa."

Quindi, come aveva fatto Dave poco prima, prese la fede, la baciò e gliela infilò al dito.

Seguirono gli applausi dei presenti, che Dave ed Emily, però, non sentirono, avvolti nella loro bolla d'amore, persi ognuno nello sguardo dell'altro, lontani da tutti e da tutto, irraggiungibili, forti come non lo erano mai stati, desiderosi di volare sempre più in alto, finalmente insieme.

Dopo la cerimonia si riunirono tutti a casa degli sposi dove, nel giardino sul retro, li attendeva un ricco rinfresco e lì, finalmente, riuscirono a rilassarsi, godendosi appieno quella giornata.

"Zio Dave è velo che tla poco tu e la zia Luth avlete una bambina come me?" chiese a un certo punto la piccola Julie, che da quando erano tornati non riusciva a staccarsi da lui.

"Sì è vero" confermò.

La bambina, allora, lo guardò dubbiosa e poi domandò ancora: "Ma giochelai ancola con me?"

"Ma certo!... Anzi giocheremo tutti insieme, che ne dici?"

Lei annuì, ma Dave intuì che c'era ancora qualcosa che la impensieriva così le chiese: "Vuoi dirmi perché hai quel faccino così triste?"

"Perché volevo essele io a sposalti" confessò.

Dave trattenne a stento una risata, ma si sforzò di risponderle seriamente.

"Tesoro mio, lo sai che ti voglio tanto bene, ma io sono troppo vecchio per te... E poi la zia Ruth rimarrebbe sola e noi non vogliamo che questo accada vero?"

La piccola scosse la testa: "No" disse "da quando ci sei tu lei lide semple e non è più allabbiata..."

"Chi non è più arrabbiato?" si intromise Emily che li aveva appena raggiunti.

"E' un segreto tra me e questa bella signorina" tagliò corto Dave facendo l'occhiolino a Julie che poi scese dal suo braccio per correre dai genitori.

"Attenzione capitano Wilson, avere dei segreti con la propria consorte non è il modo migliore per iniziare un matrimonio..." lo ammonì scherzosamente Emily.

"Fossi in te non mi preoccuperei di questo, piuttosto delle avances che mi rivolgono" la pungolò lui.

"Che intendi?"

"Bé la piccola Julie mi ha appena chiesto di sposarla quando sarà più grande" rispose Dave sorridendo trionfante.

"Oh... e tu cosa le hai risposto?"

"Che per allora sarò troppo vecchio... E che amo alla follia te... Anzi sai cosa ti dico?"

Emily scosse la testa e lui continuò sussurrandole all'orecchio: "Che questa gente mi ha stancato e che non vedo l'ora d'inaugurare come si deve la nostra vita matrimoniale..." rispose, per poi sfiorarle il collo con la punta del naso, provocandole un leggero fremito.

"Hai parlato con tua madre?" domandò lei, cambiando discorso e allontanandosi leggermente, perché la troppa vicinanza a Dave la mandava sempre in confusione e quello non era proprio il momento più opportuno.

"No..."

"Ma me lo avevi promesso..."

"Questo non è assolutamente vero! Tu mi hai chiesto d'invitarla al matrimonio e io l'ho fatto, punto!"

"Stiamo per caso litigando?"

Dave la scrutò attentamente: "Tu vuoi litigare?"

"Io voglio solo che tu parli con lei. E' una donna dolcissima e ti vuole un gran bene. Se così non fosse non sarebbe mai venuta fin qui... E so che anche tu le vuoi bene..."

Dave sospirò e alla fine cedette: "D'accordo, hai vinto, parlerò con lei."

Mentre Emily si allontanava per dedicarsi agli ospiti, Dave con lo sguardo cercò sua madre.

La vide che era seduta sotto il portico in compagnia del generale Carter, con il quale stava tranquillamente conversando.

Quando si avvicinò il generale si alzò, cedendogli il posto.

"Per me si è fatto tardi Dave, è meglio che mi avvii. La strada per tornare a casa è lunga. Le faccio ancora tanti auguri e mi raccomando mi faccia sapere quando nascerà il bambino."

"Certo non mancherò... Aspetti che l'accompagno."

"Non è necessario, conosco la strada...Margaret è stato un piacere conoscerla."

Una volta rimasti soli la madre di Dave prese la parola: "E' la donna giusta per te. Sei stato fortunato..."

"Lo so. Spero solo di esserlo anch'io per lei."

"Noi donne, contrariamente a quanto pensate, non abbiamo bisogno di molte cose per essere felici. Desideriamo solo essere considerate e ci basta un gesto, una parola per sentirci amate."

"Stai parlando di Ruth, adesso, o di te stessa?" chiese Dave, che davvero non riusciva a seguirla.

"Di entrambe..."

"Sei tu che te ne sei andata, mamma..."

Meg distolse lo sguardo puntandolo lontano: "A volte non hai altra scelta..."

Dave stava per replicare che c'era sempre un'alternativa ma poi si bloccò ripensando a quello che era accaduto sette anni prima tra lui ed Emily e, per la prima volta, si disse che forse sua madre aveva ragione.

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now