Capitolo 35

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 Era mattina inoltrata quando Emily si svegliò. Si stiracchiò pigramente nel letto ripensando alla giornata precedente e alla notte appena trascorsa.

Ancora non riusciva a credere di essere diventata la signora Wilson e, come a cercare una conferma, si portò l'anulare con la fede nuziale davanti al viso.

Sorrise, poi l'aroma del caffè le colpì le narici. Arricciò il naso in un'espressione di leggero disgusto. Da quando era rimasta incinta quell'odore che prima l'estasiava, adesso le provocava una fastidiosa nausea. Cercò d'ignorarla e si impose di alzarsi per andare a cercare Dave che non era accanto a lei.

Uscì sul portico e lo vide indaffarato che sistemava il giardino. Da un lato aveva accatastato i tavolini e le sedie pieghevoli che erano serviti per il rinfresco e che la ditta incaricata del catering sarebbe passata a ritirare nel primo pomeriggio, dall'altro facevano bella mostra di sé alcuni sacchi dell'immondizia ricolmi di bottiglie vuote, posate, piatti di plastica e festoni che erano serviti a creare la giusta atmosfera.

"Buongiorno straniero", gli disse avvicinandosi "perché non mi hai svegliato? Ti avrei dato una mano."

Lui sollevò lo sguardo, e un ampio sorriso gli illuminò il volto facendo fare le capriole al cuore di Emily. Non si sarebbe mai abituata!

"Avevi bisogno di riposare. Ieri è stata una giornata impegnativa... per non parlare della notte e nelle tue condizioni ti devi riguardare" le rispose tirandosela tra le braccia per lasciarle un veloce bacio sulle labbra.

"Aspetto un bambino Dave, non sono malata..."

"Lo so, ma lascia che ti vizi un po'... E' una cosa che mi piace molto, sai."

"Oh bé, quand'è così non ho nessuna obiezione capitano Wilson. Anzi ti lascerò preparare anche il pranzo mentre io faccio i bagagli."

Avevano deciso di concedersi alcuni giorni di vacanza, una specie di luna di miele.

Non avevano mai viaggiato insieme. Il loro mondo era sempre stato lì: il cottage, la spiaggia di fronte, il paese poco distante, ma adesso avevano la curiosità di visitare altri posti, di scoprirsi compagni di viaggio, complici in una nuova veste, prima che tutte le loro energie fossero assorbite dal ruolo di genitori.

Optarono per un viaggio "on the road", per essere liberi di fermarsi quando e dove volevano, senza dover rispettare una rigida tabella di marcia, obbedienti solo ai loro desideri.

Raggiunsero le isole Key West, nel punto più a sud della Florida, dove visitarono la casa di Hemingway e Dave si lascià tentare dallo snorkeling presso la barriera corallina, nonostante la temperatura dell'acqua non fosse troppo invitante. Poi, prima di tornare a casa, godettero delle bellezze del Parco nazionale delle Everglades. Emily era al settimo cielo e non vedeva l'ora di trasferire su fogli da disegno quei luoghi meravigliosi, che l'avevano letteralmente stregata.

Per Dave vederla così felice ed eccitata come una bambina, era pura gioia e avrebbe voluto che quei giorni non finissero mai e che quei momenti si congelassero in attimi eterni.

---°---

Emily stava per entrare nel quinto mese di gravidanza e il suo stato cominciava a notarsi rendendo Dave molto orgoglioso e lei sempre più insicura. Il suo corpo cominciava ad appesantirsi, aveva spesso le gambe gonfie e le doleva la schiena. Si sentiva e si vedeva goffa, inadeguata per suo marito, che spesso riceveva occhiate d'apprezzamento dalle altre donne.

Lui, dal canto suo, vedendola così insofferente e ignorandone il vero motivo, cercava di non starle troppo addosso, di non ossessionarla con la sua presenza, di non soffocarla con le sue attenzioni, reputando che avesse bisogno di tranquillità e riposo.

Una mattina di luglio, quando mancava poco più di un mese alla data prevista per il parto, Dave era in bagno a prepararsi per andare al lavoro ed Emily entrò.

Si fermò sulla soglia a contemplarlo ma quando lui, attraverso lo specchio, spostò lo sguardo su di lei, invece di avvicinarsi, come faceva solitamente, scappò via.

"Emily..." la chiamò sorpreso, per poi seguirla.

La trovò in cucina che stava versando il caffè.

"Che succede? Dovevi dirmi qualcosa?" le chiese.

"Nulla d'importante... Solo che la colazione è pronta" rispose senza osare guardarlo.

Per un attimo lui rimase in silenzio, poi le andò accanto prendendole le mani e costringendola a fermarsi.

"Perché sei così turbata?... E non dirmi che va tutto bene..."

"Davvero Dave non è niente di che..." rispose di nuovo, cercando di liberarsi dalla sua presa.

Lui scosse la testa: "Lascia che sia io a giudicare e in ogni caso non mi muoverò da qui finché non avrai parlato".

Ormai lo conosceva e sapeva quanto poteva essere ostinato, così cedette. Alzò il viso e si fece coraggio.

"E' che non mi guardi più... O perlomeno non come facevi una volta... Non mi cerchi più, non mi desideri più... e io... io non lo sopporto..." confessò quasi in lacrime.

Un'espressione di autentico sconcerto passò sul volto di Dave, poi un lampo di rabbia illuminò i suoi occhi mentre li puntava in quelli di Emily.

"Come puoi dire o anche solo pensare una cosa simile?!"

Lei rimase in silenzio chinando il capo. Sapeva che era un'assurdità, eppure era più forte di lei.

Lui si passò una mano sul volto. Faceva fatica a credere alle proprie orecchie; in un primo momento aveva pensato che stesse scherzando, che volesse solo provocarlo, ma ora si rendeva conto che Emily era seria. Cercò di rimanere calmo, con due dita le sollevò il mento e la fissò negli occhi.

Vi lesse un'autentica paura, che trasformò la sua rabbia in tenerezza.

"Ascoltami bene" le disse "L'unica cosa che mi trattiene dal fare l'amore con te sono le raccomandazioni del medico. E non ti guardo perché adesso ti trovo più irresistibile che mai. Tu ti sei presa non solo il mio corpo Emily, ma anche il mio cuore, la mia mente, la mia anima... Fare l'amore con te è un'esperienza totalizzante che non ho mai provato prima e che non voglio provare con nessun'altra donna che non sia tu. Se ti sei sentita trascurata perdonami, non era quello che volevo, credimi!"

"Ti chiedo scusa, sono stata una stupida..."

"Non sei stupida, sei solo una futura mamma con gli ormoni impazziti" la prese in giro Dave.

"Già questo piccolino mi sta mettendo a dura prova e tu stai facendo tardi al lavoro..."

Lui scosse la testa e le sorrise malizioso: "Oggi possono fare anche senza di me. Io ho qualcosa di più importante da sbrigare che non posso più rimandare..." disse sciogliendole il nodo della vestaglia e trascinandola in camera.

Il dieci agosto nacque Tommy, un bel bambino di quasi quattro chili. Il parto non presentò alcun problema, ma mise a dura prova il fisico esile di Emily, che tuttavia dimenticò in fretta il dolore e la fatica non appena strinse tra le braccia il piccolo.

Il cuore di Dave scoppiava di amore e di felicità per quel miracolo di cui era stato artefice e testimone e lo legò ancora più profondamente a quella donna meravigliosa.

Insieme avevano dato un senso alle loro vite e avevano creato una nuova vita che sarebbe diventata il fulcro delle loro esistenze.

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now