CAPITOLO 7

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 Per Emily il capitano Wilson era un vero mistero.

Quando suo padre le aveva detto che sarebbe stato lui a occuparsi della sua protezione durante tutto il processo, aveva pensato a un uomo decisamente più anziano, poi lo aveva intravisto alla villa e si era sorpresa non solo per la sua età ma, soprattutto, per il suo aspetto che non aveva niente dell'agente tutto d'un pezzo che si era immaginata.

Il primo approccio non era stato dei migliori, doveva ammetterlo. Il suo essere così schivo, a volte addirittura brusco, l'aveva prima irritata e poi resa insicura e ora quella nuova apertura nei suoi confronti non faceva che renderla ancora più confusa.

Era cambiato qualcosa tra loro? O la serata precedente era stata solo una breve parentesi?

Questo si chiedeva Emily il mattino successivo, mentre si vestiva per andare in cucina a preparare la colazione.

Lo incrociò che stava rientrando, grondante di sudore, dalla sua corsa mattutina.

"Buongiorno capitano!" lo salutò incerta.

"Buongiorno Emily! Vado a darmi una ripulita e poi potremmo bere un caffè insieme, che ne dici?"

"Oh, certo, va bene... io intanto lo preparo" rispose sorpresa.

"Ottimo, allora corro..."

Ricomparve poco dopo, fresco di doccia con i capelli ancora umidi e sorridente ed Emily pensò che era davvero attraente. Appena si rese conto della formulazione di quel pensiero se ne vergognò e distolse prontamente lo sguardo. Non era proprio il caso!

Sorseggiarono il caffè nel portico, dove la sera prima si erano scambiati le prime confidenze, senza parlare. Emily si rese conto che Dave non le toglieva gli occhi di dosso e ben presto si sentì a disagio per quella specie d'interrogatorio silenzioso, così si fece coraggio e chiese: "Che programmi ha per oggi capitano?"

Lui si fece più vicino, le tolse la tazza dalle mani e rispose: "Ancora col lei? Pensavo che dopo ieri sera fossimo diventati un po' amici... Comunque, per tornare alla tua domanda, è necessario andare in città per fare degli acquisti, se non vogliamo morire di fame. Ti va di accompagnarmi?"

"Sì, certo!"

"Però così non va bene" puntualizzò lui, squadrandola da capo a piedi. "Dovresti indossare qualcosa che dia meno nell'occhio..."

"Oh..." fece Emily guardandosi "Cos'ho che non va?"

"Prima di tutto i capelli, meglio se li raccogli, e poi le gambe... potrebbero attirare sguardi indiscreti ed è meglio evitare" concluse facendola arrossire leggermente.

"Okay, credo di aver capito" disse la ragazza riprendendogli la tazza e rientrando velocemente in cucina.

Quella che Dave aveva chiamato città, in realtà, era poco più di un paesino distante alcuni chilometri. C'erano un minimarket, con annesso un distributore di benzina, una farmacia e un ufficio postale oltre a un paio di locali dove gli abitanti del luogo trascorrevano le serate consumando qualche snack e bevendo boccali di birra. La città vera e propria si trovava più in là,  a una trentina di chilometri, ma loro non avevano motivo di andarci.

Mentre Emily si occupava della spesa, Dave ne approfittò per chiamare da un cellulare usa e getta il generale Carter.

"Buongiorno generale" esordì "il viaggio è andato bene e siamo giunti a destinazione senza problemi. Lì ci sono novità?"

"No, è tutto tranquillo. Sembra che nessuno si sia accorto di nulla, come pure a casa sua. Pare che i suoi vicini siano abituati a vederla poco."

Dave sorrise: "Già, faccio vita piuttosto ritirata", poi con la coda dell'occhio si accorse che Emily era giunta alla cassa per pagare e si affrettò a chiudere la comunicazione "adesso la devo lasciare ma ci risentiamo presto, generale."

Raggiunse la ragazza mentre il commesso le stava chiedendo da dove venisse perché lì non l'aveva mai vista e prima che lei potesse rispondere, s'intromise prontamente nella conversazione: "Io e la mia fidanzata stiamo trascorrendo alcuni giorni di vacanza nella zona... Sai tenda e sacco a pelo. Ci piace la tranquillità e stare soli soletti... tu mi capisci, vero?" concluse strizzandogli l'occhio in segno d'intesa. L'altro, che aveva capito l'antifona, replicò: "Ho capito perfettamente e mi trovi d'accordo, anzi se permetti ti suggerisco un posto dove potete accamparvi. E' una piccola baia a circa un paio di chilometro più a sud. Da lì si godono dei tramonti fantastici!"

"Grazie della dritta, amico, ci andremo sicuramente." Poi rivolto a Emily aggiunse "Amore, se abbiamo preso tutto direi di avviarci" e senza attendere risposta la prese per mano e la condusse fuori.

Appena furono all'esterno lei cercò di liberarsi, ma lui rafforzò la presa.

"Ti prego non fare scenate" le sussurrò all'orecchio. "Sono sicuro che quel tipo ora ci sta guardando."

Emily si voltò leggermente e, in effetti, vide che il commesso li stava osservando attraverso la vetrata, perciò decise di stare al gioco e si sporse a dargli un bacio sulla guancia per poi stringersi ancora di più al suo corpo. Dave, sorpreso, lasciò la sua mano e le cinse la vita.

"Cosa diavolo stai facendo?" le chiese, ma il suo tono non era per niente arrabbiato.

"Sto solo cercando di essere credibile" gli rispose innocente, regalandogli uno dei suoi splendidi sorrisi, per poi allontanarsi e salire in auto.

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now