Capitolo 45

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 Natale era passato.

Su insistenza di sua madre e del generale Carter, Dave aveva addobbato l'albero del vivaio della signora Smith, così se Emily fosse tornata avrebbe trovato una calda atmosfera ad accoglierla.

Ma Emily non tornò e le indagine sembravano giunte a un punto morto.

La macchina, che l'aveva portata via, era stata rinvenuta carbonizzata in una discarica abbandonata fuori città, ma i rilievi effettuati non avevano portato a nulla. Nessun indizio che potesse aiutare a capire dove fosse finita o cosa le fosse capitato, il buio assoluto.

L'agente Donovan era riuscita a rintracciare Clark Evans, che aveva lavorato al minimarket del paese e aveva organizzato la festa dove Andrew aveva incontrato Emily.

Clark ricordava ogni cosa, ma guardando le foto segnaletiche di Castillo aveva affermato con estrema sicurezza di non averlo mai visto prima.

Non avevano più niente in mano, nessuna pista da seguire e Dave cominciava a disperare.

La paura di non rivedere più Emily viva lo attanagliava e apriva nel suo cuore una voragine di disperazione che lo risucchiava, facendolo precipitare sempre più in basso.

A nulla servivano le parole di conforto di Margaret, o i rimproveri con i quali cercava di scuoterlo il generale Carter o la dolcezza di Tommy, che, malgrado tutto, cresceva sereno accudito amorevolmente dalla nonna.

L'unica cosa che desiderava era anche l'unica cosa che non poteva avere: lei, Emily. Era disposto a tutto, anche a vendere la propria anima al diavolo pur di riaverla accanto a sé.

In quel periodo Dave imparò quanto fosse sfibrante vivere nella perenne attesa, nell'incapacità di prendere una qualsiasi decisione che potesse avere ripercussioni nel futuro, perché quel futuro, lui, lo aveva sempre immaginato con la sua Emily e ora andare avanti senza di lei era come tradirla e lui non voleva farlo, non ancora... Non era pronto e non lo sarebbe mai stato, almeno fino a quando non avesse scoperto cose le era capitato.

Fu naturale, in quel frangente, avvicinarsi a sua madre, entrare in sintonia con lei. Il dolore, spesso, accomuna le persone e lui capì cosa doveva aver provato Margaret nelle lunghe sere in cui, dopo avergli augurato la buona notte, si attardava in salotto, al buio, ad aspettare che suo padre rientrasse sano e salvo.

Capì quanto doveva esserle costato accettare in silenzio tutte le missioni che lo costringevano lontano dalla sua famiglia per giorni interi, consapevole di venire sempre al secondo posto dopo il lavoro. Aveva sempre visto suo padre come un eroe, ma ora si rendeva conto che la vera eroina era stata sua madre, che per tanti anni aveva fatto da collante della famiglia, tenendola unita, sacrificando se stessa e i suoi sogni per un uomo che l'amava, certo, ma non quanto lei amava lui.

"Ti devo le mie scuse mamma" le disse una sera dopo che avevano messo a letto Tommy.

"Per cosa?" chiese sorpresa.

"Per come ti ho trattato. Per aver dato a te la colpa, per aver pensato che tu ci avessi abbandonato. Adesso capisco che è stato papà a non far nulla per trattenerti."

"E c'è differenza?"

"Certo che c'è. In amore la regola principale è il compromesso: dare per ricevere e ricevere per dare. Non può essere un rapporto a senso unico. Tu per tanti anni ti sei accontentata di vivere in un angolo della vita di papà, delle briciole del suo amore, mentre meritavi di più, molto di più!"

"Adesso non credi di essere ingiusto verso tuo padre?"

Dave, prima di rispondere, la guardò intensamente.

"Emily e Tommy mi hanno fatto capire che la prima responsabilità di un uomo è verso la sua famiglia. Tutto deve essere in funzione di essa... Papà è stato un ottimo poliziotto e io lo rispetto per questo, ma ora so che non è stato altrettanto bravo né come padre, né come marito... Spero tu sia stata più fortunata con John..."

Margaret si lasciò andare a un sorriso e a un leggero sospiro e poi disse: "Sai Dave, io credo che nella vita, se sei fortunato, tu riesca ad amare in modo totalizzante solo una volta, perché l'amore fa male... E' come il fuoco. Quando non lo conosci ti lasci attrarre dal suo calore e poco importa se ti hanno avvertito di non avvicinarti troppo perché rischi di scottarti, tu lo fai lo stesso, vai sempre più vicino finché ti bruci, ma dal tuo errore impari e la volta successiva prendi tutte le precauzioni perché non accada più. Metti degli abiti più adatti, non lasci scoperto nessun lembo di pelle o più semplicemente ti accontenti di guardare ardere il fuoco da lontano..."

Dave si rese conto di non poter replicare in alcun modo a quelle parole, perché erano vere.

Nemmeno lui sarebbe mai più riuscito ad aprire il suo cuore a un'altra donna, nel caso in cui... No, non poteva né doveva prendere in considerazione una simile ipotesi!

Sua madre sembrò intuire i suoi pensieri, perché gli prese la mano, la strinse forte e con voce rassicurante disse: "Tornerà, lei tornerà da te, abbi fede."

Dave non si era mai seriamente interrogato sull'esistenza o meno di Dio, ma quella sera pregò, come non faceva più da quando era bambino, e lo fece per varie sere a seguire finché un giorno di marzo, poco prima dell'anniversario di matrimonio, il primo, il telefono squillò.

"Salve capitano Wilson", disse una sconosciuta voce maschile "puoi venire a riprendertela. Io ho finito con lei! Jefferson Street 78..."

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now