Capitolo 39

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 Andrew Castillo non riusciva a credere alla fortuna che aveva avuto nell'incontrare così casualmente la figlia di Aaron Foster. Dopo aver ballato con lei, quella sera, l'aveva seguita fuori dal locale, assistendo a quello che gli era sembrato essere una sorta di battibecco tra innamorati.

Lei era sconvolta e sembrava voler fuggire, mentre lui, l'agente dell'FBI, la tallonava senza tregua chiedendole cosa le stesse succedendo, se per caso si sentisse male. Poi entrambi erano saliti su un'auto e se n'erano andati.

Da un certo Clarck, che lavorava come commesso nel minimarket locale, aveva saputo dove alloggiava e nei giorni seguenti si era appostato fuori dal cottage, trovando conferma ai suoi sospetti: Emily e Dave avevano una relazione.

Una volta uscito dal carcere, aveva scoperto che il capitano Wilson aveva mandato a monte il suo matrimonio, ormai alle porte, e si era trasferito. Grazie alle conoscenze che ancora aveva, Andrew era riuscito a rintracciarlo e il resto era stato un gioco da ragazzi. Era bastato seguirlo per arrivare dritto, dritto a lei, a Emily che ora si faceva chiamare Ruth Gordon.

Per realizzare il suo piano di vendetta, però, aveva dovuto pazientare. Lei era incinta e questo era un problema. Per quanto criminale fosse, Andrew aveva dei principi e non avrebbe mai fatto del male a un bambino, perciò aveva aspettato che lei partorisse e poi aveva agito.

Portare via Emily non era stato difficile; era bastato farle capire che se avesse opposto resistenza ci sarebbe andato di mezzo Tommy e lei si era dimostrata docile come un agnellino.

Ora, mentre la osservava dallo specchietto retrovisore, Andrew si chiedeva se piegare la sua volontà sarebbe stato altrettanto facile.

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Dave affidò Tommy ai genitori di Julie e tornò a casa cercando di riprendere il controllo delle proprie emozioni per poter affrontare con la dovuta lucidità e freddezza la situazione.

Come prima cosa decise di controllare le telecamere di sorveglianza, che lui stesso aveva installato tanti anni addietro, quando aveva portato lì Emily, e che non erano mai state rimosse, quasi a presagire quello che sarebbe accaduto.

Scorrendo la registrazione vide una macchina scura che si fermava sul lato opposto della strada, proprio davanti alla casa.

Ne scese un uomo. Dal portamento sembrava giovane, dal fisico agile e in forma, ma un berretto calato fin sugli occhi e il collo del giaccone alzato a proteggersi dal vento o da sguardi indiscreti, impedivano di vederne la faccia.

Dave immaginò si trattasse di Andrew Castillo o di qualcuno al suo servizio. Fermò il filmato, zummando sull'immagine, ma senza gli strumenti giusti non riuscì a ottenere granché.

Vide che l'uomo attraversava la strada e probabilmente entrava in casa. Non c'erano segni d'effrazione, segno che Emily aveva aperto spontaneamente il portoncino d'ingresso. Poco dopo riapparvero entrambi. Lui la teneva per un braccio sospingendola verso la macchina dove la fece salire per poi mettersi alla guida e partire.

Dave rivide quel tratto della registrazione decine di volte alla ricerca di un indizio, di un qualcosa che lo aiutasse a capire chi era quel tizio e dove fosse diretto, ma non trovò nulla, assolutamente nulla. L'unica cosa che notò fu una certa rigidità nei movimenti di Emily, segno che stava agendo contro la sua volontà, ma a essere onesti chi gli avrebbe creduto? La polizia locale avrebbe detto che si trattava di un allontanamento volontario e non sarebbe intervenuta prima di 24/48 ore e allora sarebbe stato troppo tardi.

Dave, al contrario, sapeva che bisognava agire subito, così decise di chiamare la sola persona che non avrebbe messo in dubbio la sua parola e poteva aiutarlo: il generale Carter.

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Il generale Carter si era affezionato molto a Dave ed Emily, come se fossero figli suoi, e adorava il piccolo Tommy verso il quale provava un affetto autentico. La vita non era stata generosa con lui: gli aveva negato la gioia di essere padre e gli aveva portato via la moglie troppo presto, ma ora, grazie a loro, era riuscito a trovare il calore di cui si era accorto di aver bisogno man mano che l'età avanzava.

Il suicidio di Castillo ma, soprattutto, la liberazione del figlio lo preoccupavano e quella calma apparente che ne era seguita non lo tranquillizzava affatto. Conosceva le dinamiche di quelle famiglie, il loro codice d'onore, e sapeva che era solo questione di tempo prima che mettessero in atto il loro piano di vendetta.

Quella sera stava per mettersi a tavola, per consumare la cena, quando squillò il telefono. Sul display comparve il nome di Dave e lui si sentì gelare il sangue nelle vene.

"Buonasera Dave" lo salutò cercando di nascondere un'inquietudine che lo stava per sommergere come un'onda.

"L'ha presa... Andrew Castillo è stato qui e ha portato via Emily" disse l'altro senza neppure salutarlo.

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Emily aprì piano gli occhi e si guardò attorno. C'era solo una debole lampada in un angolo a illuminare la stanza che lei non riconobbe. Si sentiva stanca, tanto stanca e confusa. Si trovava in un letto ma non avvertiva alcun dolore. Vide che dal braccio partiva un sottile tubicino di plastica che saliva verso l'alto ed era collegato a una sorta di sacca dalla quale scendeva, goccia dopo goccia, un liquido trasparente. Cercò di mettersi seduta, ma il suo corpo non rispondeva alla sua volontà. Sfinita richiuse gli occhi e lasciò che il sonno la portasse nuovamente via.

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now