Capitolo 36

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 Era un'umida sera di metà novembre e Dave stava tornando a casa al termine di una giornata di lavoro. Il cielo plumbeo preannunciava l'arrivo della pioggia ma, quando le prime gocce cominciarono a cadere sul parabrezza, egli non ci fece caso, la mente impegnata a rivivere quella telefonata che lo aveva riportato indietro nel tempo...

DUE ORE PRIMA

"Dave, come sta?" E come stanno Emily e il mio figlioccio?"

"Generale, è un piacere sentirla! Stiamo tutti ottimamente, soprattutto Tommy. Cresce a vista d'occhio e per nostra fortuna è un bambino buonissimo..."

"Sicuramente ha preso tutto dalla mamma" lo prese in giro Carter.

"Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, devo darle ragione... almeno per il momento, ma confido che crescendo manifesti anche qualche lato del carattere dei Wilson... Comunque venga a farci visita, lo sa che lei è sempre il benvenuto!"

"La ringrazio. Anche per me trascorrere del tempo con voi, e specialmente con il piccolo Tommy, è sempre una gioia, ma a dire il vero il motivo della mia telefonata è un altro... E non credo che le piacerà, capitano."

Dave si sentì mancare il respiro, ma si era sforzò di mantenere un tono di voce calmo.

"Mi dica, l'ascolto" lo esortò impaziente.

"Ecco volevo essere io a informarla prima che lo venisse a sapere dalla stampa locale o da altre fonti: Jonathan Castillo si è tolto la vita questa mattina e suo figlio Andrew è stato rilasciato un paio di giorni fa... Sembra sia sparito nel nulla."

Dave chiuse gli occhi. "Com'è potuto accadere?"chiese.

"Per quanto riguarda la morte di Castillo" spiegò il generale "le indagini sono in corso, ma da quello che ho appreso sembra proprio si tratti di suicidio, mentre Andrew ha semplicemente finito di scontare la sua pena... Ma davvero, Dave, non credo che Emily corra alcun pericolo."

"Generale, apprezzo sinceramente il suo tentativo di tranquillizzarmi, ma lei conosce bene questa gente, anche meglio di me, e sa quanto possa essere imprevedibile e vendicativa. Si tratta di una questione di onore e per loro l'onore conta anche più della ricchezza."

Carter sospirò: ci aveva provato, ma sapeva che Dave aveva ragione.

Per i Castillo Emily non era certo una minaccia, ma il capro espiatorio sul quale scaricare tutta la loro rabbia. Si augurava, solo, che Andrew non riuscisse mai a risalire a lei e che il programma di protezione fosse stato sufficientemente efficiente da far perdere per sempre ogni traccia di Emily Foster.

I due uomini si scambiarono ancora un paio di battute, poi si salutarono promettendo di rimanere in contatto in caso ci fossero state delle novità.

ADESSO

La pioggia era aumentata d'intensità ma Dave non aveva ancora attivato il tergicristalli. Guidava come un automa senza in realtà prestare alcuna attenzione alla strada, finché il suono di un clacson lo fece trasalire, giusto in tempo a evitare di finire fuori strada. Sterzò bruscamente e si fermò imprecando. Doveva assolutamente riacquistare il controllo, ma quando si trattava di Emily e della sua famiglia diventava facilmente vulnerabile. Rimase immobile a guardare l'oscurità davanti a sé e a pensare: cosa doveva fare? Doveva parlarne con lei o era meglio evitarlo? Magari poteva proporle di trasferirsi lontano da lì, in un altro Stato... Ma come avrebbe giustificato quell'idea?

Alla fine si rese conto che tacerle la verità non sarebbe servito a nulla. Emily lo conosceva troppo bene e in breve avrebbe capito che le nascondeva qualcosa... No, era meglio raccontarle come stavano le cose e poi decidere insieme il da farsi. Essere coppia, in fondo, significava proprio quello: condividere il bello e il cattivo!

Riavviò il motore e si immise nuovamente sulla carreggiata arrivando a casa poco dopo.

Ancora si sorprendeva di come e di quanto la sua vita fosse cambiata in quell'ultimo anno: il matrimonio prima, la nascita di Tommy poi, avevano dato valore a cose che prima gli sembravano insignificanti e capovolto la scala delle sue priorità. Ora non vedeva l'ora di varcare la soglia di casa e lasciare tutto il mondo fuori, per godere dell'amore autentico e incondizionato che solo la sua famiglia sapeva dargli.

Quella sera, però, non riusciva a scrollarsi di dosso la sgradevole sensazione di una pericolo incombente.

Mentre Emily preparava la cena, lui fece il bagnetto a Tommy, poi il piccolo si attaccò al seno della mamma per l'ultima poppata e Dave, come spesso accadeva, rimase a osservare rapito la scena.

C'era qualcosa di magico, d'inesprimibile a parole in quel gesto così intimo, che creava un legame unico e indissolubile tra di loro. Le labbra del bambino succhiavano avide e a Dave non sfuggì una smorfia di dolore da parte di Emily, che tuttavia continuava a guardare il piccolo con occhi colmi d'amore, accarezzandogli teneramente il capo. Poi, all'improvviso, la bocca di Tommy abbandonò il capezzolo, segno che, ormai sazio e soddisfatto del suo bisogno, si era addormentato. Dave, allora, si avvicinò, lo prese tra le braccia e lo cullò ancora per alcuni istanti prima di metterlo nel suo lettino.

"Adesso vuoi dirmi che ti succede?" gli chiese poco dopo Emily, quando si sedettero a tavola per cenare.

Lui la guardò: "Non ti sfugge proprio niente" rispose.

Lei sorrise: "Amare qualcuno significa capirlo con uno sguardo... Allora?"

"Ho sentito il generale Carter questo pomeriggio... Stamattina Castillo è morto, a quanto pare si è suicidato, mentre suo figlio Andrew dopo essere stato rilasciato ha fatto perdere le proprie tracce..."

"E tu sei preoccupato..."

"Sì!"

"Pensi che io sia in pericolo?"

"Non lo so Emily... Ma quella è gente senza scrupoli e io non posso rischiare che ti succeda qualcosa..." ammise Dave.

"Vivere comporta dei rischi, Dave, e io voglio vivere. Sono stanca di scappare, di nascondermi... Sono passati anni, ho cambiato nome, ho rinunciato alla mia identità, al mio passato, che altro dovrei fare?"

Lui sospirò impotente: "Voglio solo proteggerti..."

Lei si alzò e andò a sedersi sulle sue gambe, cingendogli il collo con le braccia: "Io non voglio che tu mi protegga, voglio solo che tu mi ami..."

"Non credo di poter fare l'uno senza fare l'altro, mi spiace."

"D'accordo, allora, ma io non mi muovo di qui capitano!"

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now