CAPITOLO 27

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 Erano passate due settimane da quando Dave aveva incontrato Emily, due settimane durante le quali aveva cercato di ritornare alla propria vita, come pensava avesse fatto lei.

Aveva ripreso a lavorare e nei momenti liberi aiutava Jennifer nei preparativi per il matrimonio sforzandosi di condividere il suo entusiasmo senza però riuscirci, perché sentiva che c'era qualcosa di sbagliato in tutto ciò, una nota stonata che rovinava l'intera melodia. E quella nota stonata era lui e quello che sentiva o, meglio, non sentiva nel suo cuore.

Tutte le sue certezze erano crollate non appena aveva rivisto Emily. In quelle poche ore trascorse insieme, a raccontare se stessi, aveva ritrovato una pace e una serenità che credeva dimenticate e che, adesso se ne rendeva conto, solo lei era in grado di donargli.

Aveva detto di stare bene con Jennifer, ed era vero, ma con Emily era qualcosa di diverso. Con lei entrava in una dimensione in cui le parole non erano necessarie per capirsi, in cui bastava una lieve carezza per amarsi, uno sguardo per dirsi "ti amo", un sorriso per farti sentire speciale e unico e lui non era più sicuro di poter vivere senza.

Con Emily aveva sperimentato un modo di amare che andava al di là della forma fisica, che si addentrava nell'anima, nutrendosi di se stesso: amore che generava amore e ne era rimasto conquistato. Con lei non aveva paura di mostrare le sue fragilità, le sue imperfezioni perché non gliele avrebbe mai rinfacciate. Con lei non avrebbe mai dovuto fingere di essere coraggioso laddove, invece, tremava di paura, oppure esperto, quando invece era ignaro come un bambino. Con Emily era libero di essere se stesso e questo gli piaceva, lo rendeva forte e lo faceva sentire sicuro.

Jennifer aveva intuito che qualcosa non andava, nonostante i tentativi di Dave di dissimulare e ne ebbe la certezza quando, una sera, da loro si presentò la madre con il disegno delle mani intrecciate che aveva acquistato per le loro nozze.

"Noi non saremo mai così, lo sai vero?" le disse Dave.

"Cosa intendi?" chiese Jennifer, pur sapendo benissimo a cosa alludesse.

Lui, respirando a fondo, prese coraggio e, finalmente parlò: "Non credo sia giusto sposarci, ma non perché non ci amiamo, ma perché il sentimento che ci lega non è abbastanza. Io non ti ho concesso tutto di me e tu hai fatto altrettanto. Una parte di noi è rimasta ignota all'altro, che non ha fatto nulla per scoprirla. Ci siamo ingannati, come fanno molte coppie, illudendoci che lo stare bene insieme, senza grossi litigi e incomprensioni fosse sinonimo di amore. Ma l'amore non è questo... L'amore è portare alla luce i difetti dell'altro e mostrare i propri, è gridarsi in faccia le cose che non vanno, per poi cercarsi più desiderosi di prima, è prendersi a male parole per poi perdonarsi, è toccare il fondo mostrando il peggio di sé e poi risalire insieme alla superficie. E' camminare al buio affidandosi l'uno all'istinto dell'altra e scoprire che la luce è dentro di noi e che non abbiamo bisogno di null'altro. L'amore è rimanere distanti sette lunghi anni senza mai separarsi veramente... Mi spiace Jennifer, mi spiace davvero..."

Avrebbe voluto arrabbiarsi, insultarlo, gridargli tutto il suo disprezzo, ma non fece nessuna di queste cose, perché in quella farsa lei era colpevole quanto lui. Da quando Emily era riapparsa nella loro vita, prima come un semplice ricordo, poi come una realtà, aveva compreso che tra loro era finita. Aveva finto che tutto andasse bene perché era più facile che ammettere di aver fallito, rendendo noto a tutti, alla sua famiglia, agli amici, che la loro storia era giunta al capolinea.

Adesso, però, si sentiva sollevata, liberata da un fardello che, giorno dopo giorno, diventava sempre più pesante e rischiava di schiacciarla, e grata, perché era stato lui a liberarla da quel peso enorme.

"Lei è davvero speciale e nessuna reggerebbe il confronto..." disse.

"Jennifer, non far", cercò d'interromperla Dave ma lei non lo lasciò continuare.

"E' la verità e non mi vergogno a riconoscerla e non sono neppure gelosa perché non si può essere gelosi di una donna come lei. Sei stato fortunato a incontrarla e ancor di più a ritrovarla e saresti uno stupido se la lasciassi andare anche questa volta. Il tuo posto è accanto a lei, è sempre stato accanto a lei... Non ti lascio andare a cuor leggero, ma so che questa è la cosa migliore per entrambi, per conservare, almeno, un bel ricordo di noi."

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Osservare il tramonto seduta sulla spiaggia e attendere quel momento preciso in cui il sole si inabissa nelle acque del mare per riemergere il giorno dopo, aveva sempre affascinato Emily. Da lì a poco sarebbe sopraggiunto il crepuscolo e poi la notte e con essa il silenzio.

Emily amava il silenzio, amava ascoltarlo, perdersi in esso, lasciando vagare liberi i pensieri. E quei pensieri la portarono da lui, ancora una volta.

Era stato bello rivederlo ed era felice che si fosse rifatto una vita. Aveva tanto da dare, Dave! Forse lui non se ne rendeva neppure conto, ma aveva tanto amore dentro di sé e sarebbe stato un marito e un padre esemplari.

Sorrise e chiuse gli occhi rabbrividendo leggermente per la brezza autunnale che cominciava a soffiare, annunciando il cambio di stagione ormai vicino.

Sentì che qualcuno si avvicinava, ma non ci fece caso. Poi quel qualcuno si fermò alle sue spalle e si sedette dietro di lei avvicinando la bocca al suo orecchio. Si impaurì, ma fu solo un attimo perché la sua voce la tranquillizzò: "Sono io", disse per poi accarezzarle le braccia e attirarla al suo petto.

"Sono qui perché ti ho fatto una promessa: quella di amare di nuovo... Ma mi sono reso conto che per mantenerla ho bisogno di te, perché posso amare solo te Emily, nessun'altra, solo te..."

Lei non fiatò e rimase immobile.

"Ti prego, dimmi che non è troppo tardi" continuò lui in un sussurro "dimmi che c'è ancora un noi, dammi una possibilità, solo una... non ti chiedo altro..."

Finalmente lei volse il viso a guardarlo, gli occhi colmi di lacrime: "Sai perché sono venuta qui? Perché ho comprato il cottage?"

Lui scosse il capo.

"Per mantenere la promessa che anch'io ti ho fatto: essere felice. Ho capito che solo qui posso esserlo, dove tutto è iniziato e dove tutto parla di te, perché per essere felice ho bisogno di te Dave, solo di te. Tu sei tutto ciò che voglio!"

Lui sorrise, con le mani le incorniciò quel viso dolcissimo, che lo aveva conquistato fin dal primo istante, ne asciugò le lacrime e lo ricoprì di baci, poi la prese in braccio e con lei si incamminò verso casa, la loro casa e verso un nuovo inizio.

IDENTITA' NEGATAWhere stories live. Discover now