CAPITOLO 30 - GIOCHI E ALLEGRIA

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 A Emily il Natale era sempre piaciuto. Amava immergersi in quell'atmosfera magica e respirare l'aria di solidarietà e bontà che l'accompagnava. Per lei il Natale significava famiglia, una lunga tavola con tante persone attorno, grida di stupore di bimbi felici che scartano i regali, risate spensierate: in una parola calore.

La morte di Susan, però, aveva posto fine a tutto questo e il Natale era diventato un'ulteriore occasione per ricordarle ciò che aveva perso, per farle sentire ancora di più la mancanza di una vita normale e delle persone che riempivano quella vita.

Adesso, con Dave accanto, finalmente aveva ricominciato a sorridere e si sentiva pronta a vivere con leggerezza e spensieratezza quel periodo dell'anno.

Per l'occasione aveva addobbato la casa con ghirlande, festoni e lucine a led e alle finestre aveva attaccato numerose vetrofanie a tema natalizio.

Dave, invece, si era incaricato dell'albero di Natale e ne aveva acquistato uno finto, ma innevato, alcuni giorni prima della vigilia.

"Sì lo so, non è il massimo, ma ti prometto che il prossimo anno ne avremo uno vero", si giustificò vedendo l'espressione perplessa di Emily.

"Non ho detto nulla" replicò lei continuando a osservarlo, trattenendo a fatica una risata.

"Te lo si legge in viso..."

"Cosa?"

"Che sei delusa."

"Ti sbagli! Non sono per niente delusa, al contrario..."

"E allora perché mi guardi con quell'aria così accondiscendente?" obiettò Dave poco convinto.

"Bé perché vestito da renna mi fai una tenerezza infinita" gli spiegò lei indicando, con un cenno del capo, il maglione che indossava, sul quale troneggiava un'enorme renna che faceva l'occhiolino.

"Ah questo?..." disse abbassando lo sguardo su di sé "A proposito ne ho preso uno anche per te!" aggiunse porgendole un sacchetto.

Lei sgranò gli occhi incredula: "Non penserai mica che io lo metta, vero?" chiese, fingendosi inorridita.

"E perché no? L'ho fatto io, non vedo perché non possa farlo anche tu... E poi, secondo me, saresti deliziosa!"

"Mai!"

A quell'asserzione un lampo malizioso attraversò gli occhi di Dave, che si fece più vicino brandendo il maglione.

"Non costringermi a un corpo a corpo... Ne usciresti sconfitta" la minacciò.

"Non arriveresti mai a tanto" lo provocò.

"Vuoi vedere?" la sfidò per poi afferrarla per la vita e stringerla a sé, impedendole ogni tentativo di fuga.

"D'accordo, hai vinto!" si arrese Emily, intuendo che quel gioco stava assumendo tutt'altra piega.

"Non crederai di cavartela così, vero?" osservò Dave senza lasciarla andare.

"Indosserò il maglione... Che altro vuoi?"

"Un bacio potrebbe bastare per farti perdonare l'arroganza."

"Non sono stata arrogante."

"Attenta che i baci diventano due."

"Uffa e va bene! Ma non credo di poterlo fare con una renna che mi osserva sorridente."

"Bé a questo posso rimediare subito!" disse Dave sfilandosi il maglione e gettandolo a terra, rimanendo a torso nudo.

Emily deglutì a fatica, arrossendo leggermente e sentendo improvvisamente caldo, molto caldo.

"Capitano Wilson, sta cercando di sedurmi, per caso?"

"Ci sto riuscendo?"

"Sì, direi di sì, per quanto mi dispiaccia ammetterlo" rispose Emily, ponendo fine a ogni resistenza.

---°---

Dopo aver fissato l'albero alla base e verificato che fosse ben saldo, Dave si issò sulle spalle la piccola Julie, che rideva di gioia, e le fece appendere le palline colorate che Emily via via le passava.

Il risultato finale non fu il massimo dell'estetica, ma ciò che contava veramente era che si erano divertiti come ragazzini. La bambina all'asilo aveva anche fatto dei lavoretti per "zio" Dave e "zia" Ruth e loro commossi li avevano messi sotto l'albero: i loro primi regali.

Trascorsero la sera della Vigilia a casa della piccola. I suoi genitori avevano insistito per invitarli a cena e loro non avevano trovato nessun motivo valido per rifiutare.

"E' davvero un bene che tu e Ruth vi siate rimessi insieme" gli confidò il padre di Julie quando si trovarono faccia a faccia. "Da quando sei riapparso nella sua vita lei sorride ed è una gioia vederla finalmente così. Ha sempre cercato di nascondere la sua solitudine, ma bastava guardarla negli occhi per capire che le mancava qualcosa o meglio qualcuno. Io e mia moglie abbiamo cercato di fare del nostro meglio per starle accanto e le abbiamo affidato Julie nella speranza che con lei ritrovasse un po' di allegria. Con noi non ha mai voluto confidarsi, o parlare del suo passato e noi non abbiamo mai insistito per sapere, perché era chiaro che ciò che si lasciava alle spalle era molto doloroso... Ti dico tutto questo perché le vogliamo bene e vorremmo solo vederla felice."

Dave lo guardò, per nulla infastidito da quello che poteva sembrare un rimprovero o un avvertimento, perché era la pura e semplice verità.

"Quando hai qualcosa di così bello e perfetto tra le mani hai talmente tanta paura di sbagliare che rimani immobile, in attesa, ed è proprio questo che finisce col rovinare tutto: il non agire" disse riferendosi non solo a Emily ma anche a Susan. Con entrambe aveva fatto lo stesso identico errore: aveva aspettato troppo.

"Con Ruth ho sbagliato, ma non accadrà più. Hai la mia parola!" aggiunse.

"Ti credo. Basta guardarvi per capire che siete fatti l'uno per l'altra!"

Dave ed Emily si congedarono poco prima di mezzanotte. Volevano festeggiare l'arrivo del Natale da soli, ciascuno elettrizzato e ansioso per il regalo che avrebbe fatto all'altro!

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