li/i. da te, duemila anni fa

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"Anche se hai le tue ragioni e ci sono cose che non puoi dirmi, nonostante tutto, starò dalla tua parte

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"Anche se hai le tue ragioni e ci sono cose che non puoi dirmi, nonostante tutto, starò dalla tua parte."
- Historia Reiss.

"- Historia Reiss

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LA PIOGGIA cadeva, colmandogli gli occhi socchiusi. Poi colava giù ai lati della testa, e nel suo percorso tracciava una scia di dolore atroce, simile alle punture di decine di spilli. Non sentiva più la faccia, né il resto del corpo. Pulsava. Era tutto sfocato. I suoni gli giungevano ovattati, e per quanto tentasse di riconoscere le parole delle persone che gli stavano intorno, non capiva chi fossero. Sentiva che qualcuno lo teneva, sì: ma non aveva idea di chi si trattasse. Un tonfo in una massa d'acqua densa all'inverosimile, che lo schiaffeggiò in pieno, dandogli l'ultima spinta, e sprofondò nell'oscurità. Si sentiva nel baratro di un profondissimo pozzo, la luce e i suoni dall'entrata arrivavano lontani dall'alto, minuscoli quanto una stella nel cielo notturno. Ma, al contrario delle aspettative, non faceva freddo: l'esatto opposto. Stava ardendo tra le fiamme dell'Inferno. Gli ricoprivano il corpo, divoravano la pelle, ma essa si rigenerava e la pena proseguiva a perseguitarlo, nell'incoscienza. Sfrigolava.

Qualcuno stava facendo qualcosa sul suo viso. E cazzo, se bruciava. Non si era mai sentito tanto dolorante in vita sua: stentava a respirare, e ogni volta che lo faceva il petto sembrava collassare su sé stesso, come una massiccia struttura di pietra colpita da un terremoto. Gli fischiavano le orecchie. Non aveva sufficiente forza per alzarsi, o per dare un segno di vita, anche solo muovendo le dita delle mani... pure quelle erano scottanti come tizzoni ardenti. Possibile che non fosse morto? O forse la sua ora stava finalmente arrivando, facendosi attendere con una lunga tortura...?
Ogni cosa era nera intorno a lui. L'unico fattore che lo teneva aggrappato alla realtà, per un sottilissimo filo di ragnatela, era lo sferruzzare di qualcuno sul suo viso e la sua voce. E quando l'udì, riconoscendola, si tranquillizzò. Sapeva di essere in buone mani.

«Sono stati trasformati tutti in giganti, ma tu sei l'unico sopravvissuto. E se sei ancora vivo nonostante le ferite, è per lo stesso motivo. Perché sei un Ackerman.»

Passò del tempo, e a poco a poco la fonte di luce si avvicinò a lui. L'ustionante calore, impalpabile aria bollente che gli compenetrava avidamente le carni, si fece tenue e avvolgente, un raggio di sole in primavera. Lo ricoprì, una coperta di tiepida lana posata su di lui. Le orecchie non fischiavano più, sentiva una sorta di stanchezza diffusa in tutto il corpo, una sensazione di umidiccio pizzicore sul volto. Forse era sangue che si coagulava.

SUNLIGHT PUFF • levi ackermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora