xvii. ritorno al passato

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"Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima

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"Il tempo non esiste, è solo una dimensione dell'anima. Il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto deve ancora essere, e il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro."

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Il giorno successivo,
distretto di Trost

«HANNO già cominciato a rinforzare il masso al cancello esterno, vedo.» Disse Manami, passeggiando appena dietro il Capitano, con gli occhioni blu rivolti verso le strutture che li circondavano. Sia lei che l'altro erano in borghese, ma nonostante ciò gli venivano comunque rivolte delle occhiate dai più attenti. Levi Ackerman, il soldato più forte dell'umanità, al fianco di Manami Forster, la promessa del momento. Ella indossava una camicetta bianca dal colletto ampio e le maniche un po' larghe, dei pantaloni stretti blu e i soliti stivali scuri; l'altro, invece, si era vestito di un completo elegante nero, e camicia grigia.

«Se già prima c'era carestia, ora il distretto è nella miseria più totale.» Constatò il Capitano, facendo ingresso nel cortile del Quartier Generale. Avevano lasciato i cavalli alle stalle, e ora stavano andando nell'ufficio del Comandante. «E il Governo reale se ne frega.» Concluse, con un tono di disgusto totale rivolto verso i piani alti della monarchia.

«Ovviamente...» mormorò Manami, accelerando il passo attraverso i corridoi dell'edificio. Alcuni soldati curiosi della Guarnigione li osservavano. «Quelli fanno solo ciò che gli è più comodo. E per loro, se dovesse cadere il Wall Rose, meno profughi ci sono, meglio è.»

«Di là.» Fece un cenno del capo il corvino, indicando un portone a due ante al centro del corridoio. Estrasse la lettera dalla tasca interna della giacca nera che indossava e la diede alla ragazza. Poi, bussò vigorosamente per ben tre volte sulla superficie in legno. Dall'interno si udì la voce rimproverante del Comandante «Levi, quante volte ti devo dire di fare più piano?»

Il corvino spalancò la porta davanti a sé, la mano stretta attorno al pomello e lo sguardo irremovibile come sempre. Dietro di lui, il biondo vide la figura più alta di Manami «Taci e ascolta: penso che quello che ha da dirti ti interesserà.» Disse Levi. Afferrò le spalle della rossa da dietro e la spinse dentro la stanza, chiudendo subito dopo la porta. Vi si poggiò di schiena a braccia incrociate.
Se avesse sentito discorsi strani o rumori apparentemente pericolosi per la salute del Comandante (tipo minacce o sguainamento di coltelli) non avrebbe esitato un attimo a piombare lì dentro e porre fine alla situazione.
Rimase ad ascoltare.

SUNLIGHT PUFF • levi ackermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora