xxxiv. es, io, super io

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"Per riuscire a sconfiggere dei mostri bisogna abbandonare la nostra umanità

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"Per riuscire a sconfiggere dei mostri bisogna abbandonare la nostra umanità. Quando combattiamo, diventiamo fiamme contro fiamme."

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«TOGLIETEVI l'uniforme e tutto l'equipaggiamento, anche gli stivali. Tranquilli, avrete delle scarpe.»
I due soldati fecero come era stato detto loro. Manami e Levi li sorvegliavano, e la ragazza cominciò subito a frugare nelle tasche dei loro giacchetti militari. Ne estrasse un paio di carte ripiegate, che porse subito al Capitano. Mikasa e Armin legarono per i polsi i due ragazzi.
«Ecco i loro libretti identificativi.»
L'uomo posò la spada sguainata sulla spalla e con l'altra mano sfogliò i documenti, posizionandosi dietro i due prigionieri inginocchiati.
«Marlo Freudenberg, soldato di seconda classe del Corpo di Gendarmeria.» disse con voce ferma. Un raggio di sole gli colpì le iridi argentee e lo sguardo di Manami vi si fissò. Quel riflesso era magnetico. Mikasa notò l'occhiata intensa della compagna nei confronti del Capitano, ma si limitò a rivolgere gli occhi altrove e far finta di nulla. Cominciò a indossare l'uniforme di Marlo, mentre quella più piccola della ragazza andò ad Armin.

«Sì.» rispose il ragazzo. Aveva dei capelli ridicoli, secondo la rossa, che ricordavano una scodella al contrario. Chi mai si sarebbe fatto un taglio del genere? Solo uno stolto o uno sfortunato.

«Anche tu sei della Gendarmeria, Hitch Doris.» proseguì il corvino, facendo un passo dietro la ragazza.

«Sì.» disse lei. Manami la osservò meglio. Trovò Hitch molto carina, con quelle belle onde biondo cenere e un fisico attraente, ma era forse troppo vanitosa. Dai, la quantità di mascara applicato su quelle ciglia era esagerata. Tuttavia sembravano due ragazzi qualunque, proprio come lei e i suoi compagni. Due semplici adolescenti che non sarebbero mai dovuti esser coinvolti in storie del genere.

Levi continuò a parlare, leggendo le informazioni scritte nei libretti «Eravate del 104o Corpo Cadetti ed entrambi prestate servizio presso il distretto di Stohess... vedo che continuano a dare il lavoro pesante ai novellini, eh?» si riferì al pattugliamento delle foreste.
Armin e Mikasa si avvicinarono al Capitano.
«Siamo pronti.» annunciarono, i cappucci alzati sulle teste, e sulle loro schiene il simbolo del Corpo di Gendarmeria. L'uomo fece un cenno del capo, soddisfatto.
«Bene. Al distretto di Stohess dovrebbero esserci ancora quelli del corpo di Gendarmeria centrale. Rintracciateli e cercate di fargli sputare qualche informazione. Ci muoveremo dopo che le pattuglie per le montagne saranno terminate. Preparate i cavalli in modo da poter partire in qualsiasi momento.»
Manami accennò al ragazzo pelato che in quel momento stava facendo da guardia insieme a Sasha e Jean.
«Connie, pensaci tu.»
Egli annuì e si diresse al luogo lì vicino dove erano legati i loro cavalli.

SUNLIGHT PUFF • levi ackermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora