xxiv. cambiamenti

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"Un giorno o l'altro, qualcuno a cui tieni morirà

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"Un giorno o l'altro, qualcuno a cui tieni morirà. È qualcosa che semplicemente non è possibile accettare."

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Il pomeriggio successivo

MANAMI aprì un occhio. Una forte luce per poco non l'accecò. Vide sopra di sé un soffitto in legno. Nella stanza doveva esserci qualcun altro, siccome udiva uno strusciare... conosceva bene quel rumore: una scopa che puliva il pavimento. E nell'aria vi era un misto di piacevoli profumi: aria fresca, proveniente dalla finestra aperta, fragranza di tè caldo e il profumo di... Levi.
A giudicare dalla cadenza dei raggi di sole sulla parete alla sua destra, doveva essere tardo pomeriggio.

«Sei sveglia.» Disse una voce, roca. La ragazza alzò anche l'altra palpebra, sbattendole un paio di volte per tentare di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Non provava dolore, si sentiva solo estremamente rilassata su quel letto dal materasso di paglia fresca, un docile lenzuolo a coprirle le membra esauste. Il capo giaceva su un morbido cuscino. Tentò di girarsi di lato, per poter vedere l'uomo dall'altra parte della piccola camera da letto, ma la sua voce la fermò.

«Non muoverti troppo. Il medico ha detto che hai la parte destra della cassa toracica in frantumi.»

Manami emise un piccolo sbuffo, accomodandosi di nuovo.
Il medico...? Lei non ricordava di aver visto nessun medico. Una volta rientrati a Karanes aveva solo fatto rapporto dal Comandante, poi era ricaduta in un sonno profondo. Forse l'aveva visitata mentre era senza sensi, o magari era talmente traumatizzata da non ricordarlo. Boh. Alcune memorie del giorno prima erano confuse.

«Ho sbattuto sull'albero da quel lato... quanto ha detto che mi ci vorrà?» Parlò piano. Il tono era debole e fioco, quasi irriconoscibile.

L'uomo posò la scopa e prese un panno, cominciando a spolverare i battenti della finestra: «Un mese di riposo, più qualche settimana di riabilitazione per la spalla.»

Manami si allarmò «Non posso stare ferma per un intero mese.»

«Be', invece è proprio ciò che farai. Ed è un ordine che, tuo malgrado, ti costringerò a rispettare.» La minacciò duramente, abbassando il bavaglio che gli copriva la parte inferiore del viso. Si poggiò di schiena al davanzale della finestra e incrociò le braccia, guardando il corpo della ragazza dall'alto in basso.

SUNLIGHT PUFF • levi ackermanWhere stories live. Discover now