xxxvii. battito

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"In un bacio saprai tutto ciò che è stato taciuto

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"In un bacio saprai tutto ciò che è stato taciuto."
- Pablo Neruda.

"- Pablo Neruda

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«CHE?! ESCI CON IL CAPITANO?!»

Manami si tappò le orecchie con i palmi delle mani e strizzò gli occhi. Rivolse un'occhiata di fuoco alla compagna di stanza.
«Già, è quel che ho detto. Ma abbassa la voce, Hitch di merda.» Poi ricominciò a frugare fra i propri vestiti e ringhiò, quasi «Hai qualcosa da prestarmi?»
L'altra ragazza, seduta alla toilette che si metteva il rossetto rosso, sollevò le sopracciglia «Come pensi che ti aiuterò se mi insulti?»
«Ti sei offerta tu di farlo.» Constatò Manami, gettando in aria il terzo e ultimo paio di pantaloni che possedeva. Aveva addosso una camicetta bianca e i capelli erano ancora raccolti come prima, ma voleva mettersi qualcosa di più carino del solito... visto che per quasi due settimane erano stati a zonzo nel fango delle mura. E di sicuro non poteva uscire in mutandine.
Hitch sbuffò «Certo che sei proprio maleducata... capisco perché vai d'accordo con quel nanetto.» Borbottò, poi si alzò e aprì il proprio baule «Ti presto una gonna, va bene?»
«Odio le gonne.»
Ella sgranò gli occhi, fulminando la rossa. «E allora cosa vuoi?! Trucco?» Gesticolò.
Manami rifletté un attimo e scosse il capo «No, non mi farò spiattellare quello schifo in faccia neanche morta. Va bene la gonna.» Allungò una mano in direzione di Hitch e lei le passò l'indumento.
«Ah, finalmente non ti vestirai da maschio. Poi il blu ti dovrebbe risaltare gli occhi.»
Manami tastò il tessuto color cobalto e cercò la fascia della vita. Aveva un'espressione incerta in volto. Si sedette sul proprio letto e cominciò a infilarla, poco convinta. Mise pure gli stivaletti di pelle nera senza tacco che Hitch le aveva consigliato di indossare. Altrimenti la differenza d'altezza sarebbe stata troppo evidente e imbarazzante per il suo accompagnatore.
«Sei molto gentile, Hitch, e davvero carina. Come mai non hai una fila di pretendenti ai tuoi piedi?» Domandò tanto per provocare la Gendarme, che arrossì dalla rabbia e gonfiò le guance come se stesse per scoppiare.
«Guarda che ce l'ho, non serve che me lo dica tu! Ti avrei anche presentato qualcuno, ma dubito che gli saresti piaciuta, sei così indisponente! Poi vedo che sei impegnata, quindi...» roteò gli occhi al soffitto e tornò alla propria postazione di bellezza.
La rossa storse il naso, alzandosi in piedi «Non sono impegnata. È il mio Capitano.» La gonna partiva dalla vita e cadeva leggiadra fino alla metà polpaccio della ragazza, quando in realtà a Hitch arrivava alle caviglie. Seguiva alla perfezione i suoi movimenti e le fasciava bene il fisico giovane e allenato. Ma lei non sopportava già la sensazione di trovarsi praticamente a nudo tra le gambe.
«Non so quanto sia normale sbaciucchiarsi il proprio Capitano...» insinuò la bionda, aprendo la boccetta del mascara per applicarselo sulle ciglia. Guardò di striscio Manami, la quale negò con il capo, mentre camminava avanti e indietro nella stanza:
«Io non lo sbaciucchio.»
«Sì, be', come vuoi.» Sospirò «Fossi in te non lo direi molto in giro, comunque. In fondo il soldato più forte dell'umanità non è mai stato visto al fianco di una donna. Anche se combatti come un uomo.»
Manami le rivolse l'ennesima occhiataccia e posò le mani sui fianchi «Ti sbagli, Hitch. Io combatto meglio di un uomo.»
«Vedi? Sei così rude! È per questo che persino i tuoi compagni hanno paura di te...»
«Che hai detto?»
«Niente, niente.»
Deglutì, sperando che Manami non l'avesse sentita sul serio. Afferrò il profumo e le si avvicinò, cominciando a spruzzarglielo dovunque sui vestiti. L'altra ritrasse il capo, restia, e infine riuscì a sfuggire dalle sue grinfie.
«Come mi sta?» Chiese, giusto prima di uscire dalla stanza doppia. La mano già posata sulla maniglia, impaziente di riunirsi con l'uomo dai capelli corvini. Non le interessava davvero molto di cos'avrebbe pensato del suo aspetto: ma non voleva annoiarlo, arrivando tardi.
«Sei accettabile.» Disse Hitch, dopo averla scrutata da capo a piedi con sguardo esaminante «Ti fa un bel fondoschiena e girovita. Ma dovresti toglierti quell'espressione spaventosa dalla faccia. Sorridi, Manami, se vuoi fare colpo!» E gesticolò indicandosi le labbra color ciliegia. La rossa roteò gli occhi.
«Ecco un motivo in più per non farlo.» Rispose «Vado, sono già in ritardo per colpa tua. A dopo.»
«A domani! Non tornare prima delle nove-»
Ma Manami aveva già sbattuto la porta. Sul volto di Hitch si dipinse una smorfia interdetta.
«-di mattina... bah, che tipa strana.»
E tornò ad abbellirsi, augurandosi sinceramente che l'amica passasse una bella nottata insieme al celeberrimo Capitano.

SUNLIGHT PUFF • levi ackermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora