Capitolo 45

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Allison's pov

"Non vedo l'ora di buttarmi nel mio letto." sbotta Steph appena entrata in auto e sfregandosi le mani cercando di riuscire a riscaldarsi.

"Tra poco arriviamo a casa, tesoro. Non dovrai aspettare molto." la rassicura mia madre con un sorriso. Il sorriso di mia madre è qualcosa di speciale, riesce sempre a riscaldarmi il cuore facendomi sentire a casa ovunque io sia.

"Steph accendi la radio." dico mentre mi sistemo meglio sui sedili. Steph allunga il braccio premendo il bottone per accendere la mia radio preferita. Il viaggio è stranamente silezioso e guardando il buio della notte incomincio a spaventarmi.

"Come fai a non avere paura?" chiedo a mia madre con una leggera preoccupazione. Non mi spaventa il buio in sè, ma questa volta mi terrorizza.

"Quando guidi per tanto tempo inizi ad avere fiducia." risponde mia madre alzando le spalle. Vedendola così tranquilla fa tranquillizzare anche a me. Continuo a guardare nel buio pesto della notte cercando qualche luce di riferimento. Vedo finalemente qualche lampione ed arriviamo al famigliare incrocio che ci porta a casa. Vedo una macchina avvicinarsi all'incrocio e mi aspetto di vederla rallentare, ma non lo fa. Sto per dirlo a mia madre ma, non essendo un'esperta in queste cose, preferisco stare zitta. Mamma si avvicina sempre di più all'incrocio ma l'auto non incomincia a fermarsi. Sento il cuore battere a mille. La nostra auto procede ancora fino ad arrivare al centro dell'incrocio e in quell'istante i fari dell'altra auto si avvicinano sempre di più a noi fino a finirci addosso.

Mi sveglio di soprassalto con il petto che si alza e si abbassa molto velocemente. Ultimamente l'incubo dell'incidente ha deciso di presentarsi con più frequenza e con molti più dettagli su quella sera. Di solito ricordavo solo l'impatto ma adesso sento anche la paura che provavo in quei pochi secondi prima che la mia vita avesse una svolta.
Prendo frettolosamente una felpa ed infilo le scarpe. Afferro il telefono insieme alla chiave della stanza ed esco dalla mia camera. Ho bisogno d'aria, aria fresca. Non riuscendo ad aspettare l'ascensore, prendo le scale e scendo gli scalini due a due fino ad arrivare al piano terra dell'hotel. Spingo in modo brusco la porta che porta ad una specie di cortile dell'hotel e prendo un bel respiro quando l'aria fredda della notte mi sfiora il viso. Chiudo la porta dietro di me e mi fermo ad osservare intorno mentre cerco di riprendere il fiato. La prima cosa che si nota è l'enorme piscina dell'hotel proprio nel mezzo dello spazio ed è anche illuminata dai faretti all'interno dell'acqua. Ci sono dei divanetti intorno alla piscina e vedo anche un minibar. Di sicuro di giorno qui sarà pieno visto il caldo che fa quando c'è il sole. Continuo ad osservare intorno a me ma mi blocco di colpo quando vedo qualcuno seduto su una sedia e che ha le gambe allungate sul tavolino da caffè. Mi fermo qualche secondo cercando di riconoscere la figura e che riesco a riconoscere solo per i capelli. Mi stacco dalla porta alla quale ero appoggiata e mi avvicino lentamente alla persona che ha lo sguardo perso nell'acqua della piscina.

"Niall." lo richiamo quando sono abbastanza vicino a lui. Niall alza lo sguardo verso di me ma non riesco a capire le sue emozioni, è come se i suoi occhi fossero spenti. Mi guarda qualche secondo per poi riportare la sua attenzione sulla piscina davanti a lui.

"Allison." dice soltanto come per salutarmi ma anche la sua voce non fa trasparire niente, è monotona.

"Cosa ci fai qui?" chiedo leggermente a disagio. Non mi ha mai trattata in questo modo.

"Potrei farti la stessa domanda." ribatte senza rivolgermi lo sguardo e giocando con lo strappo sulle ginocchia dei suoi pantaloni.

"Sono qui per distrarmi." dico più sicura di prima.

"Da cosa?"

"Una domanda per volta, Niall." ribatto subito. Ho bisogno di qualche risposta e questo sembra l'unico modo per averle. Lui alza lo sguardo indiferrente.

You Saved Me || 1D & 5SOSWhere stories live. Discover now