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"Ariel!"
"Christian!" replico riconoscendo la voce di chi mi ha appena chiamato.
"Che fai?" chiede buttandosi sul divano accanto a me con poca delicatezza.
"Mi sono appena seduta, ti prego abbi pietà" esclamo alzando gli occhi al cielo e provocando una risata del ballerino.
È la sera di Natale, abbiamo passato tutta la giornata a mangiare, ballare, cantare e giocare ai giochi di società.
Ora sono letteralmente esausta.

"Devi farti Twitter, lo stiamo facendo tutti, fidati non te ne pentirai" ignora la mia frase per poi continuare con le sue idee malsane.
"Mh si ci penserò"
"No, tu lo fai ora!" ribatte prendendo il mio telefono e scaricando l'applicazione citata.
"No ma fai pure con comodo" continua ad ignorarmi mentre è intento a creare il mio account.
"No dai, quella foto no, è orrenda" esclamo prendendogli il telefono dalle mani e cercando un'altra foto da mettere come immagine del profilo.
"Ora scrivi qualcosa" ordina appena finisco di creare l'account, guardo l'app confusa e poi esclamo "E come si fa?" facendo scoppiare a ridere Christian.
"Sei proprio una boomer, devi schiacciare qua" mi spiega mostrandomi una piccola piuma blu.
Scrivo un semplice 'Ci sono anch'io:)' e in pochissimi minuti mi arrivano già tantissime notifiche.
'Ringraziate me per questo!' Christian risponde al mio tweet e poi con lui anche tutti gli altri.
Iniziamo una discussione lunghissima come se fossimo su WhatsApp e soprattutto come se non fossimo tutti uno vicino all'altro o comunque nella stessa casa.

"Mi duole ammetterlo, ma avevi ragione, è una figata assurda" esclamo ancora ridendo per la conversazione appena conclusa su Twitter.
"Te l'avevo detto, devi darmi più fiducia ogni tanto" mi prende in giro ridacchiando.
"Raga, ma quindi sta partita si fa o no?" Aisha fa il suo ingresso in cucina, decisa ad affrontare un'ennesima partita a carte.
Sono già le due di notte, alcuni accettano mentre altri preferiscono andare a dormire.
Io non accetto ma non ho sonno, per cui mi dirigo nel piccolo giardino sul retro.

Mi armo di coperta e mi siedo sul divanetto rivolgendo la mia attenzione alle stelle.
Poco dopo la porta si apre rivelando la figura di Alex con due tazze in mano.
"C'è un posticino per me?" mi chiede mostrando le sue fossette, sorrido annuendo, facendogli spazio accanto a me.
"Tieni" mi porge una tazza che, credo, contenga una tisana.
"Ma grazie" la afferro sorseggiandone un goccio.
"Che ci fai qua tutta sola il giorno di Natale?"
"Mi è salita un'improvvisa nostalgia di casa" ammetto sospirando, è il primo anno che passo le feste lontana dalla mia famiglia e nonostante qui stia benissimo, mi mancano da morire.
"Credo sia normale, specialmente in questi giorni"
"Già" sussurro quasi impercettibimente, appoggiando la testa sulla sua spalla. Ma poi mi ricordo quanto non ami eccessivamente il contatto fisico, perciò la rialzo immediatamente.
"Guarda che non mi dava fastidio"
"Sicuro?" chiedo conferma e annuisce solamente, perciò appoggio nuovamente la testa immergendomi nei miei pensieri.

Pensieri che vengono interrotti appena la porta si apre nuovamente.
"Ah ecco dov'eravate, vi stavano cercando ma vado a riferire che state più che bene" esclama Luca calcando le ultime parole e tornando dentro senza aspettare una risposta.
Alzo la testa e rivolgo uno sguardo confuso ad Alex che cerca di trattenere un sorriso.
"È geloso marcio"
"Non ha il diritto di esserlo" sbuffo alzandomi e dirigendomi verso la porta.
"Dove vai?"
"A parlargli"
"Non credo sia una buo-" non gli lascio finire la frase che chiudo la porta dietro di me.
Forse ha ragione ma devo davvero mettere un punto a questa situazione.

Destino//LDAМесто, где живут истории. Откройте их для себя