CAP 71

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DIABOLICA CONFESSIONE

I piedi a ciondoloni oscillavano sotto la lunga gonna sbattendo con i talloni addosso al muretto su cui Margot era seduta in attesa che la prigione aprisse e potesse così far visita a Gerda, ormai chiusa lì dentro da una settimana.

Il boia si era raccomandato di aspettarlo fuori così da entrare con lui nel maleodorante e deprimente edificio. La mano di Zacharias serrò la spalla della ragazzina così forte da farle male, in quella presa Margot avvertì tutta la tensione dell'uomo che con voce cupa disse solo:

- Non avercela con me... per come la troverai. -

Margot sentì il respiro mancarle mentre si irrigidiva e comprese cosa Zacharias intendesse dire.

Era il suo lavoro e doveva farlo, capì che non era una vista facile quella che la attendeva e il nauseante odore che proveniva dai sotterranei bui non divergeva tanto dai suoi peggiori pensieri. La cella era fredda, umida e spoglia, la luce filtrava appena da una fessura in alto che era a filo strada, le uniche cose a disposizione della prigioniera erano un mucchietto di paglia ed un secchio di legno.

Gerda sedeva in un angolo, raggomitolata e non mosse un solo muscolo quando Margot varcò la porta, la ragazzina raggelò pensando fosse morta, un colpo di tosse della donna la liberò da quel terrore e trovando coraggio avanzò chiamandola dolcemente per nome in modo da non spaventarla.

I polsi erano stati fissati dietro la schiena con la corda e così legata era stata issata mediante una carrucola, il pesò, gravando unicamente sulle spalle, finiva per slogarle dolorosamente e la povera donna appariva a Margot come una bambola ormai rotta e guardandola intuì che ella, se anche si fosse salvata, sarebbe comunque rimasta storpia a vita.

Mortificata la donna non guardò mai Margot negli occhi, comprendeva quanto fosse stata sciocca, tanto che persino una bambina aveva avuto modo di riprenderla e metterla in guardia su cosa le sarebbe accaduto. Con voce rotta dalla commozione confessò di aver ancora il bambino nel grembo, e che impotente ora lo avrebbe condannato a morire sul rogo con lei.

Margot rabbrividì, non poteva certo permettere che un abominio del genere fosse commesso, non avrebbe permesso non solo che una sprovveduta fosse creduta colpevole, che un innocente morisse in un modo tanto crudele ne tanto meno che l'anima del boia fosse macchiata da tale nefandezza e determinata strinse il pugno promettendo che non sarebbe accaduto, lei non lo avrebbe permesso.

Gerda la guardò a bocca aperta mentre gli occhi si inumidivano di commozione, avrebbe voluto avere quella stessa sua speranza nel cuore, quella stessa sua forza, ma la sua visione era molto meno fausta, sapeva bene che nessuno poteva scagionare un'accusata di eresia o rischiava egli stesso di essere ritenuto complice e reo quanto la stessa accusata, era caduta in un pozzo in cui poteva solo annegare.

Dopo un lungo abbraccio Margot salutò la donna promettendole che sarebbe tornata a trovarla, carezzandole la testa ormai rasata. I capelli erano stati tagliati come primo atto di degradazione.

Gerda faticò a lasciare andare via quelle mani che stringeva forte tra le sue, le sembrava che quel contatto con la ragazzina fosse l'unico legame con la vita che sentiva scivolare già via dal suo corpo martoriato.

Margot respirò avida l'aria pulita per togliersi quell'odore nauseante dalle narici ed immobile al centro della piazza convogliò tutte le sue energie alla mente, così da trovare un idea che potesse impedire il compimento di tale destino.

Si fece il segno della croce subito dopo essersi inginocchiata al confessionale, l'idea era ardua ma nella sua assurdità forse poteva funzionare.

- Padre, c'è un segreto di cui sono venuta a conoscenza che potrebbe dannare la mia anima. Un innocente vive nel grembo della donna accusata di eresia, Dio non voglia che morendo sul rogo questa porti con sé non solo la sua anima, ma anche quella dell'innocente e la mia! - Margot impostò la voce severa così che risuonasse come un giudizio che non lasciasse scampo.

Il suo intento era quello di far sentire in pericolo la stessa anima del Padre che ora la confessava e che veniva a conoscenza del tragico evento, così che questo intercedesse per salvare almeno la sua stessa anima, se proprio non gli interessava salvare quelle dei condannati.

Questo farfugliò confuso che il nascituro poteva esser anche figlio del Demonio per quel che se ne sapeva. Determinata a non lasciargli ne scampo ne scuse in cui nascondersi, Margot gli chiese se il battesimo non servisse proprio a quello, a lavar via le colpe della madre, ella si diceva non convita che abbandonare un anima innocente a tale destino fosse da buoni cristiani e che l'indulgenza sarebbe certo stata cara da ottenere e con voce tremante e sconvolta si congedò dicendo:

- La mia anima è salva, mondata dalla confessione, ora sta a voi salvare la vostra! -

Agli occhi attenti di Margot, nonostante la fitta grata, non sfuggì il tremore che scosse il corpulento prelato, egli ora era a conoscenza dell'ingiustizia che si sarebbe compiuta su un innocente in nome del suo Dio, ed ad egli avrebbe dovuto poi render conto, un giorno. Un sorriso borioso apparve sul viso di Margot che venne subito celato dal cappuccio che ella si calò sul volto allontanandosi. 

MARGOTWhere stories live. Discover now