CAP 45

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MALE METISTOFELICO

Gerda rincasò agitata dopo la commissione al mulino della famiglia Muller. Aiutante tutto fare della cuoca, si vociferava ne fosse addirittura la figlia illegittima.

Hilke non si era mai sposata, prima di essere raccomandata alla famiglia Bisbiach ella era la perpetua della canonica del sobborgo di Derwang.

Venne allontanata in modo misterioso, riapparendo poi in servizio a Palazzo seguita dopo anni da una giovanetta molto somigliante. Il canestro venne poggiato pesantemente sul tavolo mentre la ragazza corpulenta recuperava a fatica il fiato che veniva a mancarle.

Margot guardò il pane bianco sbucare dal cesto, alimento che aveva conosciuto in quella cucina: le persone meno ricche, come lei, mangiavano esclusivamente il pane scuro di frumento miscelato spesso con orzo, avena o farina di castagne.

Dall'amministratore della tenuta, Frieso Meyer, Margot aveva appreso, con le sue domande curiose che non risparmiava mai a nessuno, che un ettaro coltivato a grano rendeva cinque quintali di raccolto mentre lo stesso appezzamento di terra destinato all'allevamento produceva al massimo un quintale e mezzo di carne di manzo, spiegandole così perché si prediligesse l'agricoltura.

- Indemoniata vi dico! - sbotto infine Gerda che le guardava impaurita e raccontò loro della figlia dei Muller, Tabea, di soli sei anni, che in preda a spasmi incontrollati e visioni spaventose si dibatteva urlando.

Margot la guardava incredula, per lei era impensabile che, come si credeva allora, il demonio potesse entrare nei corpi degli uomini, era invece convinta si trattasse di una malattia sconosciuta ancora alla scienza.

La bambina si sedette pensierosa mentre le donne elencavano preghiere e gesti per scacciare da loro il male che avrebbe potuto prendere anche il loro corpo. Margot si interrogava su cosa potesse mai generare quei sintomi concentrandosi sul fatto che solo la povera gente sembrava venisse posseduta da quei disturbi. Decise così che avrebbe fatto visita alla bambina con Rutgard e se questa non avesse capito cosa affliggeva la bambina ne avrebbe descritto i sintomi ad Edmund Lehmann, sperando che nell' università che egli frequentava qualcuno conoscesse la causa di tale malanno.

L'espressione di Rutgard non prometteva nulla di buono.

- Fuoco di S. Antonio....- disse solo questo, scuotendo la testa in segno di penosa gravità dell' affezione. Conosceva bene lo sviluppo della malattia e sapeva che nei casi più gravi si arrivava ad amputare gli arti affetti da cancrena. - La radice essiccata di mandragola viene descritta come sollievo per tale malattia, imbevendo i vestiti dell'ammalato con il suo succo ne allevia le pene .- La donna scosse il capo verso la famiglia che sperava di poter salvare la propria figlia - Purtroppo non posseggo tale pianta, molto rara. -

Margot corse fuori dall'abitazione dei Muller lasciando tutti increduli e sorpresi per il suo temperamento impulsivo, tanto da apparire inspiegabile.

Senza riflettere si diresse verso la casa del boia, era convinta che egli possedesse la mandragola e pretendeva le venisse data quella radice per salvare la bambina.

La sua piccola mano batteva pesantemente ed ostinatamente sulla porta, ma nessuno sembrava ascoltarla. Vinta si lasciò cadere seduta ai piedi del legno ed appena smise di battere sentì il colpo secco della scure sulla legna, speranzosa corse verso quel rumore augurandosi di trovar li Zacharias Scharfrichter.

- Piantaggine maggiore, piantaggine lanceolata, verbena, ranuncolo bulboso, scrofularia acquatica, alloro bianco, gramigna, veronica, genziana, trifoglio rampicante, albicocco bianco, spelta e papavero sonnifero. Tali costituenti entravano nella composizione dell'unguento di Sant'Antonio, con l'aggiunta di grasso di maiale - lesse il boia dal suo libro di medicina.

La bambina apprese che, nel villaggio dove risiedeva prima di trasferirsi lì, egli fungeva anche da dottore poiché la poca popolazione non avrebbe garantito un degno salario ad un vero medico e le sembrò bizzarro che vita e morte passassero attraverso le stesse mani.

Si guardarono perplessi, i sintomi sembravano loro troppo violenti per essere trattati semplicemente con erbe ma troppo da codardi non provarci, così con il tomo sottobraccio si diressero all'abitazione di Rutgard, dove la bambina sperava l'anziana erborista fosse tornata, per aiutarli a reperire le piante necessarie.

La vecchia donna sgranò gli occhi e quasi svenne nel vedere il boia entrare proprio in casa sua, Margot ne fu molto divertita e la sua risata ruppe il ghiaccio tra i due che si guardavano con sospetto reciproco. Rutgard chiese qualche giorno per trovare gli ingredienti, non tutte le erbe erano presenti tra le sue piccole scorte. Margot si offrì di richiederle anche alla levatrice Frauke se l'erborista non le avesse trovate.

Dandosi appuntamento tra due tramonti si congedarono con occhi carichi di gravoso impegno.

Margot quella notte, a lume di una candela tremula, scrisse la sua prima lettera ad Edmund, carica di un fervore culturale che per la prima volta la vedeva protagonista di sperimentazione e ricerca.

Descrisse al giovane i sintomi e le cure che per ora erano state approntate, le sue speranze per una guarigione che appariva difficilissima ed ancor prima di spedire la missiva ne attendeva trepidante la risposta. 

MARGOTWhere stories live. Discover now