CAP 33

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INASPETTATO CONVEGNO

I cavalli procedevano affiancati mentre trainavano la carrozza.

Margot come sempre guardava fuori dal finestrino isolandosi dai discorsi, che non la interessavano, delle sorelle Bisbiach.

Come promesso a Beatrix si sarebbe recata al ballo con loro, ma solo per avere il permesso poi di seguire Calixtus negli incarichi ufficiali che lo attendevano. Percorsero la città fino ad arrivare nei pressi del santuario Kobolzellerkirche. Le ragazze erano euforiche, Marion solo appariva turbata, non poteva contare sul filtro tanto desiderato che Margot non era stata in grado di procurarle e la delusione era disegnata sul volto insieme all'insicurezza ed alla paura di non esser la prescelta del suo amato.

L'elegante ed immenso salone, ricco di finestre, specchi e lampadari di cristallo in cui scintillavano le candele accese, le accolse tra brusio e musica. I vestiti delle dame frusciavano armoniosamente come una carezza delicata, meno soavi erano i loro pettegolezzi che scivolavano nella grande sala.

Margot si sedette su uno dei salottini sbuffando annoiata, carezzando delicata il suo abito nuovo regalo di arrivederci del suo benefattore.

Si estraniò fino a che un argomento non attirò la sua attenzione, le donne stavano parlando della nuova famiglia insediatasi nel bosco vicino alle mura del borgo.

- Una vita da emarginati, quale triste destino spetta loro ed ai loro figli, non comprendo quale donna possa accettare di divenirne moglie e madre di tale stirpe di contaminati. Compagna di un reietto, senza contare che non è concessa vita mondana. - disse con voce di rimprovero, sventolandosi freneticamente con il ventaglio; parlava della famiglia Scharfrichter, i boia appena giunti.

Margot fissava il vuoto a bocca spalancata riflettendo: sia la vittima che lo stesso carnefice erano discriminati dalla popolazione e dall'èlite, quel pensiero la rattristò così tanto da aver voglia di ritrovarsi sola e a tale scopo si allontanò dal salone.

Procedendo in un largo corridoio, tappezzato di ritratti, Margot giunse alla grande biblioteca della famiglia Lehmann, si guardò attorno per assicurarsi di non esser vista ed entrò. Solo con essi, i libri, si trovava in buona compagnia. Non le piacevano i pettegolezzi ne tantomeno le discussioni inutili , non accrescevano il suo sapere, lo trovava tempo sprecato e lei di tempo sentiva di non averne mai abbastanza.

Iniziò a carezzare le copertine dei libri, la pelle accoglieva i polpastrelli che lenti scivolavano sulla liscia superficie mentre gli occhi avidi ne cercavano il titolo. Completamente assorta nei suoi pensieri e domande non si accorse della figura che si era appoggiata allo stipite della grande porta in legno dorato.

- Per la prima volta i miei libri attirano l'attenzione più di quanto io stesso riesca a fare. -

Margot sobbalzò spaventata mentre Edmund Lehmann si avvicinava giocherellando con il suo bastone da passeggio, intarsiato.

Appena le fu davanti si inchinò e si presentò quale figlio dei padroni di casa. La bambina capì solo in quell'istante che davanti aveva l'oggetto della contesa delle sorelle Bisbiach, sorrise freddamente e inchinandosi si presentò come dama di compagnia delle sue benefattrici.

Edmund la guardò stupito e le chiese dove avesse appreso l'arte della lettura. Allarmata Margot scosse il capo per negare tale accusa facendo ridere il ragazzo che la rassicurò: per tale abilità egli nutriva unicamente ammirazione e fissandola in quegli occhi verdi le confidò che era evidente il suo essere diversa da tutte le dame che affollavano il salone da ballo.

- Se non fosse altro che per le vostre pupille, dilatate da curiosità autentica e spirito di osservazione... e non certo da distillato di belladonna. - concluse sorridendo.

Margot rimase affascinata, egli doveva sapere molte cose, si disse. Edmund la osservò attentamente confessandole che si annoiava molto nel sentir ciarlare le ospiti e che come lei amava rifugiarsi lì, nella biblioteca, non appena poteva. Questo faceva adirare i suoi genitori che lo trovavano terribilmente scortese da parte sua nei confronti degli invitati.

Margot si sentiva imbarazzata e, non comprendeva per quale motivo, anche in colpa. Si chiese se fosse per le sorelle Bisbiach che infatuate del ragazzo non avrebbero preso bene la cosa, ma capì subito che il motivo non era quello. In cuor suo la bambina si sentiva legata a quel giovane che la società ripudiava e le sembrava quasi di tradire il loro legame esclusivo, educatamente si congedò e scappò da quella stanza con l'anima in tumulto.

Il viaggio di ritorno la vide più muta ed assente del solito, inquieta per ciò che era accaduto si convinse poi che era solo una bambina e che non aveva certo attirato su di sé nessun interesse di cui preoccuparsi.

Il figlio dei Lehmann era prossimo all' età da matrimonio.

Sospirò e solo allora si accorse che Vesna la guardava torva, forse si era accorta del suo incontro segreto con il figlio dei Lehmann. 

MARGOTWhere stories live. Discover now