CAP 10

3 0 0
                                    


IL PRECETTORE

Beatrix entrò nuovamente nella angusta stanza dove poco prima aveva condotto la bambina, un ripostiglio in realtà. Con l'impellenza di trovarle una camera tutta sua aveva tramutato quello sgabuzzino nella stanza che l'avrebbe ospitata. Aveva provveduto a farvi inserire un piccolo letto in legno, molto modesto, ed un comodino zoppo che si teneva in piedi poggiando un rosicchiato angolo su una ciotola rovesciata, ma la bambina era attratta solo dall'ampia finestra che faceva entrare tanta luce e, seduta sul letto, fissava il cielo. Il marito sempre fuori per lavoro non si sarebbe neanche accorto di quella nuova bocca da sfamare, ma le sue figlie avrebbero trovato alquanto strano se una nuova presenza si fosse aggirata tra le loro stanze, aveva così convenuto che era più sicuro per la bambina essere nascosta tra la servitù, dove nessuno l'avrebbe notata.

Margot la guardò curiosa, le braccia della donna erano ricolme di stoffe.

Questa si avvicinò al letto e le fece cadere, facendosi sfuggire insieme anche un sospiro, alleggerita finalmente del carico di cui si era liberata.

Con stupore la bambina constatò che erano dei bellissimi vestiti e non come ella li conosceva e portava da sempre: lunghi camicioni di canapa ruvida, ma composti da due pezzi distinti, uno per la parte superiore ed uno per la parte inferiore del corpo, che in vita poi si univano. Accarezzò i tessuti di fine lino, così morbidi al tatto, ed anche se lisi in alcuni punti e scoloriti le sembrarono un dono immeritato.

- Sono abiti smessi dalle figlie del mio caro marito... - le spiegò pensierosa Beatrix guardandosi attorno, non vi era nulla che potesse fungere da guardaroba e non poteva certo tenerli sul letto, portò la mano alla bocca ed i suoi occhi assunsero l'espressione di chi cerca una soluzione, un idea. Tornò poco dopo con due uomini che trascinavano un pesante baule impolverato, usato un tempo da suo marito per i viaggi, le narrò Beatrix, ormai in disuso. Lo fece posizionare sotto la finestra, mentre ella correva a prendere una sedia dalla seduta foderata di un rosso acceso consunto e lacero che venne posizionata davanti alla cassapanca

- C'è poco spazio qui, dovrai accontentarti di questo come armadio e scrittoio insieme! - disse poi Beatrix, aggiungendo

- Vedrai che piano piano la renderemo accogliente. -

Margot la guardò e disse con voce indifferente:

- Per un mese ho dormito in una quercia spaccata in due da un fulmine. -

La bambina scelse il vestito che preferiva indossare, con stupore di Beatrix predilesse il meno colorato e decorato, gli altri vennero piegati accuratamente e riposti nel baule.

Così vestita e pulita era quasi irriconoscibile e la donna sospirò di sollievo portando una mano al petto, nessuno avrebbe visto in lei la vecchia Eiche.

Rimasero per molto tempo poi una accanto all'altra mentre Beatrix fissava alcuni libri in camera sua, indecisa su cosa fosse indicato porre tra le mani di una bambina. Margot non sapeva leggere ed occorreva qualcosa che la incuriosisse. Non aveva mai insegnato alcunché a nessuno, non aveva mai adempiuto a tale difficile compito, così aveva deciso di ricorrere ad un precettore che avrebbe provveduto ad insegnarle lettura e molto altro. In quei grandi occhi verdi sempre attenti e maturi, Beatrix, aveva scorto un grande potenziale e non voleva certo andasse sprecato. Decise infine di darle, per iniziare, un libro illustrato sulle varie erbe mediche ed officinali, così che famigliarizzasse intanto con l'oggetto in sé, in attesa che il tutore venisse contattato.

Margot tornò nella sua stanza tenendo con cura il libro tra le braccia, il solo contatto la elettrizzava. Sentiva come una nuova forza sprigionarsi in lei, un fervore mai provato e curiosa iniziò a sfogliare il libro guardando attenta ogni figura, molte di quelle erbe, si accorse, le conosceva già ma ne ignorava il nome.

Si lasciò cadere sul letto e sorrise, a lei quella stanza sembrava degna di una Nobildonna. La domestica che la venne a chiamare la trovò incollata a quel libro, stupendosi, ignara, di come una bambina così piccola sapesse già leggere. Margot la guardò con diffidenza, era la stessa che la mattina l'aveva strofinata con tutta l'energia che aveva in corpo, la donna sorrise rassicurante e la informò che avrebbe consumato i pasti in cucina con lei e le donne di servizio.

Si sedette accanto a lei e lentamente e pazientemente la istruì sugli orari da rispettare in casa, gli ambienti in cui era libera di girare ed i piccoli compiti che avrebbe svolto per giustificare la sua presenza a palazzo, aggiungendo poi che la Signora l'avrebbe portata con sé quel pomeriggio in Chiesa e che le comandava di farsi trovare pronta dopo il pranzo.

La bambina la fissava incredula, non sapendo che era lì che Beatrix intendeva cercar il suo precettore. Donna di grande intelletto aveva compreso che desiderava per la sua pupilla una formazione completa e non ghettizzata.

La sua visione del mondo doveva esser ampia e libera, solo allora la scelta fatta sarebbe stata consapevole. 

MARGOTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora