CAP 13

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PORTE E BIANCOSPINO

Ruffiano, sornione e pigro, seguiva svogliatamente Margot nella corte che si estendeva poco oltre il giardino fiorito del Palazzo.

Ella adorava passare le ore del tardo pomeriggio in questo luogo che si animava dei braccianti che tornavano dai campi, soprattutto ora che l'estate volgeva al termine e un lungo e gelido inverno, da passare al chiuso, la attendeva. Gli animali da cortile sembravano pensarla esattamente come lei, aggirandosi fino all'ultimo raggio di sole nelle aie. Attiravano così le attenzioni del gatto che guizzava felino dietro ai polli che scappavano emettevano stridori tali da far innervosire i bovari intenti a pulire le stalle, mentre Margot mortificata lo richiama timidamente a sé.

La ragazzina camminava guardando tutto con attenzione, amava apprendere quelle forme arcaiche di sapienza contadina, così, quando qualcosa attirava la sua attenzione, si appoggiava al caldo muro di cinta in pietra, che ora la ospitava al suo interno. Osservava il contadino concimare l'orto con gli escrementi delle galline, apprendendo poi che nei periodi freddi proteggeva le radici con la paglia, appuntando tutto nella sua mente mentre, per ore resta lì a guardare quelle movenze dal sapere antico.

Fu così che conobbe Frauke, levatrice ed esperta erborista, curva nel suo orto delle erbe mediche, posto ai lati della porta della sua abitazione. Intenta a curare il suo giardino, estirpando piante nocive e liberando le radici dalla terra dura, la donna non si accorse subito della bambina che si accovacciò lì vicino a lei. Margot la osservava attenta senza far domande, più volte le era stato detto di non disturbare la gente che lavorava. Restarono così per un po' in silenzio, una accovacciata davanti l'altra, poi d'un tratto Frauke iniziò a parlare delle piante che carezzava con voce dolce, capendo l'interesse della bambina.

- Iperico, allontana i demoni. - disse per spaventare Margot che la fissava con occhi sgranati, affamati di conoscenza; trattenendo un sorriso divertito la donna continuò - Ed ha un forte potere cicatrizzante, lo uso spesso dopo i parti in cui le donne perdono molto sangue. -

Margot la guardò accigliata, non comprendeva se la donna la stesse deridendo mentre quella continuava.

- Finocchio, favorisce i sogni propiziatori. Felce, intrecciata a corona protegge il bestiame dal male. - la fisso poi dritta negli occhi ed aggiunse - Biancospino, appeso sulle porte protegge dalle... STREGHE! – urlò ridendo la donna, mentre Margot sopraffatta da quell' ultima frase cadde all'indietro.

Margot riconobbe alcune delle piante che aveva studiato sul trattato erboristico prestatole da Beatrix e chiese se poteva prenderne delle foglie da far essiccare. Frauke parve intuire le intenzioni della bambina senza che ella parlasse, e raccogliendo per lei le piante le insegnava i poteri curativi.

- La prossima volta ti parlerò dei semi - fu il saluto che la levatrice le rivolse e la bambina la ringraziò con un sorriso.

Tornata in camera prese quattro fogli di pergamena che ripiegò a metà su se stessi per formare il quaderno che avrebbe poi fatto rilegare in volume e con grafia ancora incerta iniziò a compilare il suo personale Erbolario, annotando le erbe che la levatrice le aveva per ora spiegato, un nuovo mentore era entrato nella sua vita. 

MARGOTOnde as histórias ganham vida. Descobre agora