CAP 58

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ALMANACCO AGRESE

La voce di Calixtus la guidò, sorpresa, sino al grande salone dove i Bisbiach accoglievano i loro ospiti.

Non era giorno di lezione e Margot meravigliata si precipitò lì per conoscere il motivo di tale visita.

Assuero mostrava orgoglioso un'ingombrante gingillo tutto dorato al domenicano che sorseggiava un pregiato tè, proveniente da chissà dove.

La bambina restò sulla porta a studiare la scena, quello strano ticchettio la ipnotizzava e si chiese cosa fosse quel singolare arnese poggiato sul basso tavolino. Gli uomini, notata la sua presenza, la invitarono ad avvicinarsi, Margot si chinò buffamente ad osservare da vicino quel congegno

- Misura il tempo. - le disse il precettore, facendo schioccare le labbra assaporando il retrogusto del nobile infuso.

Assuero rivelò solo allora quanto lo avesse pagato ed a Margot parve una follia.

A cosa servisse un aggeggio che misurava il tempo non lo comprendeva, a lei bastava guardare il Sole per sapere se tornare a casa, se era ora di mangiare o di andarsi a coricare.

Tutta la vita dei semplici così era scandita, gli uomini risero divertiti dalla sua osservazione e posando la tazza, finemente decorata, ormai vuota, sul tavolinetto accanto al marchingegno Calixtus le rivelò che il tempo era così importante che addirittura un Papa se ne era occupato.

- Il Papa assembla orologi? - chiese incredula, convinta che il maestro si prendesse gioco di lei.

La risata di Assuero deflagrò nella stanza facendola arrossire, detestava essere derisa, ma le carezze sui capelli da parte del mercante le fecero subito capire che non la beffeggiava, ma al contrario era divertito dalla sua spontaneità.

Calixtus che ben la conosceva si guardò bene dal ridere e con le labbra tese dallo sforzo di reprimere il sorriso le rispose:

- No, non orologi, ma una misura ancor più grande, che non quantifica i giorni ma gli anni: il calendario, appunto! Fino al 1582 era in vigore il Calendario Giuliano sostituito poi da quello Gregoriano, che prende il nome appunto da Gregorio XIII, che proclamata la bolla papale Inter Gravissimas lo sostituì. Si passò così al calendario solare, l'anno venne scomposto in dodici mesi per un totale di 365 giorni, che divengono, ogni quattro anni, 366. -

Margot lo guardava a bocca spalancata, non era facile capire i calcoli astronomici che dietro si celavano, così per semplificare il tutto il maestro le diede la motivazione più facile da comprendere.

- Tra il 325, anno in cui il Concilio di Nicea decretò il calcolo per stabilire la data della Santa Pasqua, ossia dopo la prima lunazione della Primavera, ed il 1582 si erano accumulati una differenza di ben dieci giorni e questo determinava uno spostamento costante della data della festività. Il Papa comprese che se si continuava di quel passo, si sarebbe prima o poi festeggiato Pasqua in estate. -

La bambina sembrava ora più soddisfatta ma curiosa chiese sorprendendo Assuero, ma non il suo maestro:

- E quei dieci giorni che fine fecero? -

Assuero incrociò le braccia guardando Calixtus ed aspettando anche egli la risposta che ignorava quanto la bambina.

- Le date vennero allineate e da Giovedì 4 Ottobre del 1582 si passò l'indomani a Venerdì 15, recuperando i dieci giorni. In comune i calendari ovviamente tennero l'anno zero, che è l'anno della nascita di Cristo. -

Margot si lasciò cadere incredula sul divanetto, la sua mente non riusciva ancora ad afferrare come l'uomo avesse pensato di imbrigliare il tempo e scandirlo, suddividerlo.

Guardò fuori, i fiori ormai sbocciati sui rametti di lavanda nel caldo Giugno, fiori che Beatrix amava tenere sui davanzali di casa. Margot decise che avrebbe chiesto a Rutgard se vi era un orologio naturale a cui affidarsi, scoprendo così che le feste pagane nulla erano se non un ritmare le fasi che la natura ciclicamente scandiva durante l'anno, la Ruota dell'Anno, appunto. 

MARGOTWhere stories live. Discover now