Capitolo 33

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Per la prima volta aveva dormito cinque ore di fila, e io con lei. Sentendola lamentarsi aprii gli occhi, e fu come se mi stessi svegliando da un lunghissimo sogno, in cui non ero stata me stessa. Portai la piccola in bagno per cambiarla. Posandola sul fasciatoio un pensiero attraversò la mia mente.

Come si doveva sentire Luna? Non comprendeva nulla del mondo in cui si trovava. Non sapeva dove fosse finito il cordone ombelicale che la nutriva, non aveva idea del perché esistessero luci tanto violente e rumori tanto fastidiosi, non capiva ciò che le dicevo. Parlava una lingua completamente diversa dalla mia, tutto ciò che poteva fare per comunicare con me, così piccola e sperduta, era piangere.

"Ho fame. Ho sete. Ho sonno. Ho paura. Mi fa male la pancia. Mi gratta la schiena. Mi dà fastidio la luce. Abbracciami."

Il suo pianto aveva mille significati, ma il suo scopo non era farmi arrabbiare né strapparmi ore di sonno. Era comunicare.

Quel pensiero tanto banale ma fino ad allora per me inarrivabile, mi pervase di calma. Da quel momento presto più attenzione a ciò che accade intorno a lei, per cercare di capire cosa la disturba quando comincia a piangere.

L'atmosfera in casa ora è rilassata, ogni giorno è meglio del precedente. Stare con Luna è sempre più divertente, e da quando ha cominciato a sorridere Toio e io facciamo di tutto per innescare la sua risata, finendo ogni volta per sentirci scioccamente soddisfatti.

Tra noi due, la situazione è migliorata. Dormiamo parecchie ore la notte e durante i sonnellini diurni di Luna. Abbiamo ritrovato il nostro smalto, nulla ci può fermare, nonostante alcuni grossi problemi si accumulino all'orizzonte.

Il primo fra tutti, il più pressante, ancora più dei chili che devo riuscire a perdere, è di natura economica. Lo stipendio di Toio non basta, e i risparmi si stanno esaurendo. Cerchiamo di limitare le spese, ma con una bimba di quasi quattro mesi non è sempre possibile, soprattutto considerando i prezzi dei supermercati e la busta paga di Toio.

Da piccola, durante un giro in bicicletta con una coetanea, ci capitò di incontrare sua sorella maggiore, allora adolescente. Confabulava in fondo alla strada il suo ex, col quale si era lasciata già da qualche mese. Nessuno pensava che si frequentassero ancora. Lui sedeva in una splendente macchina rossa, d'un tratto allungò la mano fuori dal finestrino e prese qualcosa che lei, in piedi fuori dall'abitacolo, gli porgeva. Era un mazzetto di banconote. Lui fece un breve cenno di saluto, mise in moto e scomparve. Lei rimase a guardare la macchina sparire oltre la curva, poi si volse e vide sua sorella e me. Sul suo volto si dipinse un'espressione severa e spaventosa, alzò il dito indice e disse alla mia amica:

"Tu non hai visto niente."

Non seppi mai perché lui ricevette quei soldi, ma imparai allora che il denaro può diventare più forte dell'amore.

Per il momento non ha ancora intaccato me e Toio, ma accadrà se non troviamo un modo per aumentare al più presto le nostre entrate.

Ieri Nicola è passato a trovarci, con grande disappunto di Toio. Ha lodato Luna e ha giocato con lei, facendola sorridere molte volte, al punto che ho temuto che il suo fascino avesse conquistato anche mia figlia. Tra una chiacchiera e l'altra deve aver intuito qualcosa dei nostri problemi, perché prima di andarsene si è voltato verso Toio, che lo osservava in tralice mantenendo una distanza di sicurezza, e gli ha detto:

"Tra due settimane organizzano una sfilata di moda uomo in centro. Pagano bene. Potrei mettere una buona parola per te e farti partecipare saltando il casting."

Toio ha rifiutato. "Non mi piacciono le raccomandazioni, e soprattutto non mi va di sculettare davanti a una folla di persone che è venuta a vedere solo ciò che indosso."

Luna CrescenteWhere stories live. Discover now