Capitolo 30

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"Trentaduesima settimana. Adesso è probabile che cominciate a sentire il peso della gravidanza. I movimenti sono difficoltosi. Potreste avere difficoltà a dormire."

Il condizionale è d'obbligo, pensava l'autrice nello scrivere questa frase, ma dal mio punto di vista avrebbe fatto meglio a sfruttare la certezza dell'indicativo.

Ho difficoltà a dormire bene: devo correre in bagno ogni ora e a letto non trovo nessuna posizione comoda: mi corico con tre cuscini, e quando Toio si alza per andare al lavoro mi impossesso anche del suo.

Le ore migliori per riposare sono dalle otto del mattino a mezzogiorno. Per qualche tempo mi sono alzata presto per gustare il piacere di fare colazione insieme a Toio, ma adesso sono così stanca che le mie palpebre rifiutano di aprirsi al suono della sveglia.

C'è un particolare importante che viene saggiamente taciuto alle donne in attesa: le nottate in bianco non aspettano l'arrivo del bambino, ma cominciano prima, con l'incontinenza, i disturbi di stomaco, il mal di schiena. Insomma, certe volte sono d'accordo con Soeli quando afferma che la gravidanza è già difficile da affrontare talvolta per le donne, figuriamoci se gli uomini riuscirebbero a cavarsela.

Maia, la bimba di Soeli, è nata più di un mese fa, alla quarantaduesima settimana. Siccome non aveva alcuna fretta di uscire, i medici hanno dovuto indurre il parto. Soeli non ha ancora voluto raccontarmi nulla, mi ha solo scoccato un'occhiata profonda con i suoi occhi d'onice e mi ha detto:

«È stata un'esperienza... interessante.»

La verità è che era talmente stanca di essere incinta, di aspettare, di correre in ospedale a ogni minimo dolorino sperando che fosse giunto il momento, che ha visto come una benedizione il parto.

Forse il sistema è proprio questo: prendere le donne per sfinimento, in modo che quando arriva il momento del parto sono talmente esauste di trascinare il pancione e talmente curiose di vedere finalmente il loro bambino, che sono disposte ad affrontare qualsiasi dolore.

Sono andata a trovare Soeli un paio di volte, nella casa che divide con le sue due sorelle in Viale Tunisia. Maia è uno splendido sgorbietto dai folti capelli neri, che non fa altro che mangiare e dormire. Beh, certe volte piange, parecchio, con una voce che riesce a perforare i timpani, ma la sua mamma e le sue zie, perdutamente innamorate di lei, conoscono le migliori tecniche per calmarla, tramandate loro dalle nonne e dalle trisavole e consolidate da secoli di pratica.

Trascorrere del tempo in quella casa mi fa bene. Nonostante Soeli abbia abbandonato da tempo ogni speranza di tornare con il padre di sua figlia, intorno alla bambina c'è così tanto amore e gioia che, spero, non sentirà troppo la mancanza di una figura paterna.

«Spero di essere altrettanto brava» mormoro talvolta a Luna, quando siamo sole. «Sai, non ho idea di come si fa la mamma, dovrai avere un po' di pazienza con me, cucciola.»

In confronto ai primi mesi di gravidanza, gli ultimi due trascorrono pigri e placidi. Passo il tempo a rigirarmi sul divano letto, andare in bagno e trangugiare Maalox. Eh, già, perché nella mia immensa fortuna, non solo ho sofferto di nausee per i primi mesi, ma adesso devo sopportare una terribile acidità di stomaco. Pare che tutte le noie possibili della gravidanza siano toccate a me.

La primavera tarda ad arrivare. Il cielo, perennemente nuvoloso e sporco, mi intristisce e mi annoia, facendomi sentire pesante e svogliata. Carnevale è passato in un turbinio di coriandoli e maschere, lasciandomi un vago presentimento del divertimento che mi aspetta i prossimi anni a vestire Luna da coniglietto o da fata, riempiendole le guance di brillantini.

Luna balla furiosamente la rumba contro il mio stomaco, scalcia in continuazione. Ogni mattina, appena sento un movimento, comincio a contare. Al corso pre-parto ci hanno spiegato che se i movimenti del bambino scendono sotto i dieci al giorno, è bene andare in ospedale per controllare la situazione. Fortunatamente, Luna sembra essere una bimba talmente attiva che in poche ore supera di gran lunga la decina di movimenti.

Luna CrescenteWhere stories live. Discover now