Capitolo 78

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"Sei pronto?" Mi chiede Lele entrando in camera sua, ed io annuisco, così mano nella mano scendiamo le scale e ci dirigiamo verso la porta di casa di Antonella, dove quest'ultima ci aspetta accompagnata anche da mia madre e Giorgia.

"Fatevi sentire" dice Antonella, abbracciando sia me che Lele, cosa che subito dopo fa anche mia madre raccomandandoci di stare attenti.

"Stagli vicino Tanc. Lui ha bisogno di te" mi sussurra poi Antonella all'orecchio, mentre Lele e mia madre parlano in disparte, e dopo aver abbracciato entrambe di nuovo, usciamo da quella casa dirigendoci alla stazione.
Mentre camminiamo cerco di prendergli la mano con cui non sta trascinando la valigia, ma lui si mette a ridere e la scansa leggermente "Non possiamo, lo sai" mi dice poi tornando leggermente serio "Dammi la mano Lè, dai" tiro leggermente il labbro inferiore fuori, e gli rivolgo uno sguardo triste.
Che ho di sbagliato?
Perché non vuole tenermi la mano?

Mentre continuo a farmi domande sento che mi afferra la mano, e subito lascia un bacio su di essa "Non essere triste Nano, io ti amo" sento un leggero brivido attraversarmi la schiena, mentre riprendiamo a camminare.

Lele non è la prima persona che mi dice che mi ama. Eppure non ho mai sentito sensazioni simili. Non ho mai avuto il bisogno di dirlo anch'io a mia volta, mentre con Lele molto spesso è come se avessi la necessità di dimostrargli che in realtà lui è tutto per me, e che senza di lui non saprei realmente come fare.

"Tanche, ma che stai pensando?" Mi chiede lui appena siamo sul treno, e dopo aver sollevato le spalle afferro il mio cellulare dalla tasca "Eddai... Parlamene" mi fa gli occhi dolci, e dopo aver controllato che intono a noi non ci sia nessuno, mi da tanti piccoli e teneri baci sulle labbra "Stavo pensando a" vengo interrotto da altri suoi baci, e sorrido sulle sue labbra "Come sei bello Tanche" sento le guance arrossire leggermente, mentre lui si sposta dalle mie labbra, cominciando a scendere dalla mascella in giù.

Sento il suo fiato sul mio collo, quando si blocca e comincia a succhiare un lembo di pelle. Vorrei fermarlo. Vorrei proprio farlo.
Ma non ci riesco.

Non so bene se per fortuna, o per sfortuna, il mio telefono inizia a squillare, e dato che lui non ne vuole sapere di staccarsi decido di lasciare perdere "Rispondi" mi mordo il labbro inferiore e trattengo un leggero gemito "Ti dovresti staccare Le" gli dico con tono dolce, mentre lui sbuffa e si allontana.

Prendo un attimo di respiro e rispondo alla chiamata di Peia "Hey tu." Fa un attimo una pausa, e subito dopo la sento ridere "Come va la vacanza di coppia?" Sorrido spontaneamente e vedo Lele che cerca di capire cosa lei mi abbia detto "Va bene. Quando ci becchiamo?" Le chiedo guardandomi le unghie, ancora perfettamente sistemate dalla manicure di Zoe "Quando torni?" Mi porto una mano tra i capelli e li sistemo leggermente "Siamo sul treno" sorrido ripensando a tutto quello che abbiamo fatto io e Lele in questi giorni, e quando lo sento riappoggiare le labbra sul mio collo sussulto leggermente "Perché non passate a Brescia? Avrei bisogno di una mano" mi mordo le labbra, e infilo le mani nei capelli di Lele "Ne parlerò.." le parole mi muoiono in gola, quando quel vampiro del mio ragazzo mi morde leggermente "Tanche tutto bene?" Cerco di risponderle, però dalla mia bocca escono solo strani versi "Ho capito Sigh. Ci sentiamo dopo" potrei giurare di averla vista sorridere maliziosamente, anche attraverso lo schermo, ma in questo momento sono troppo occupato a bearmi delle labbra di Lele sul mio collo per provare imbarazzo "Ciao P" Le dico, mentre un brivido mi percorre la schiena.

Quando finalmente la mia amica attacca, Lele sale a baciarmi le labbra e fa incontrare le nostre lingue, che si uniscono perfettamente quasi come se fossero i pezzi di un puzzle.
In un momento di adrenalina allo stato puro mi sollevo dal sedile e mi siedo su di lui, stringendo le gambe dietro ai suoi fianchi "Tanche se non ci calmiamo potrebbe finire male" mi dice senza però staccarsi, mentre con le mani mi accarezza le cosce "Calmiamoci" dico praticamente ansimando al suo orecchio, e solo in quel momento ci stacchiamo leggermente, notando che tra l'altro manca davvero poco per arrivare a Milano.

Improvvisamente mi ricordo che Peia mi aveva chiesto se potessimo andare a darle una mano, per fare non so bene cosa, e lo dico a Lele che nel frattempo si sta sistemando i capelli ancora scompigliati "Ok quindi adesso scendiamo a Milano, e risaliamo su un altro treno per andare a Brescia. Giusto?" Annuisco lievemente, e lui mi sorride.

Appena il treno si ferma, come da stabilito scendiamo da questo, e saliamo su un altro diretto a Brescia, parlando del più e del meno durante il viaggio.

Quando leggo sul cellulare che è ora di pranzo, la voce nell'altoparlante mi fa sussultare, annunciando il nostro arrivo a Brescia.
Sto per rivedere la Mia P.

"Ti prego dimmi che sai come arrivare a casa sua" mi dice curioso Lele, appena siamo fuori dalla stazione, ed io prima scoppio a ridere e poi annuisco "Dammi la mano e seguimi" lui fa come gli dico, e cominciamo a camminare.

Una volta arrivati davanti a casa di Peia lui mi afferra un attimo le guance e mi bacia, lasciandomi un po' confuso "Che succede Lello?" Fa sfregare i nostri nasi e mi sorride "Succede che ti amo. Posso?" Rimaniamo a guardarci sorridendo per altri pochi istanti, ma poi il mio telefono inizia a squillare, segnando il nome di Gian sullo schermo "Ma non dovevi mica tornare oggi tu?" Sbuffo per il tono da padre autoritario che ha usato e trascino Lele fino alla porta di Peia "Io e Lele siamo a Brescia. Dobbiamo aiutare P per fare qualcosa. Torniamo più tardi" Lele suona il campanello e la mia amica viene ad aprirci "Va bene Tanche a più tardi"

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Where stories live. Discover now