Capitolo 24

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Sorseggio il mio tequila con lo sguardo rivolto alle spalle di Aurora che continua a parlarmi della sua scuola e di quello che studia, ma in realtà non la sto minimamente ascoltando. Sono troppo applicato a guardare Lele che intanto si sta strusciando su Martina, e quando noto che iniziano a ballare un lento particolarmente romantico, mi scuso con Aurora e mi metto in piedi, dirigendomi alla porta dell'uscita.
Io me ne vado.

"Tancredi"  Grangi mi appare davanti e mi sorride "Te ne vai già? Sono solo le due.." le sorrido e mi passo una mano tra i capelli "Domani ho delle cose da fare, per cui devo svegliarmi presto, ma è stato un piacere conoscerti. Mi farebbe piacere rivederti" Lei mi sorride e mi passa un bigliettino "Questo è il mio numero. Se ti dovesse servire" annuisco e la saluto nuovamente, per poi uscire da casa sua.

Sono incazzato nero.
Appena siamo entranti in quella casa Lele è scomparso: Prima lo trovo con Peia seduta sulle sue ginocchia, poi lo trovo a parlare con Aurora e infine lo vedo strusciarsi su Martina.

Non sono mai stato un tipo geloso, ma vederlo così attaccato a qualcuno che non sia io,  mi infastidisce e non poco.

Apro la porta di casa e mi dirigo in camera mia.
Mi tolgo la giacca e mi sdraio sul letto, per poi sfilarmi una sigaretta dalla tasca e accenderla.
Che dovrei fare adesso?
Dovrei evitarlo? Dovrei urlargli contro? Dovrei vietargli di parlare a Martina?
No. Non posso. Sarebbe troppo tossica come cosa. Ma cosa si fa quando si ha paura di perdere qualcuno? Io non ne ho idea.
Una paura simile non l'ho mai avuta.

È la prima volta che pensieri del genere mi percorrono il cervello, e nemmeno io so il perché.

"Tanche.." la porta della camera si apre e la voce di Lele mi risveglia dai miei pensieri. Sollevo lo sguardo nella sua direzione "Che vuoi?" Lui si avvicina al letto e rimane con lo sguardo puntato nel mio "Perché non mi hai detto che te ne stavi andando?" Scoppio in una leggera risata sarcastica "Non volevo disturbarti. Eri impegnato a strusciarti su Martina, non volevo essere di intralcio" spalanca la bocca "Cosa stai dicendo?" Mi metto seduto, e getto la sigaretta appena finita "Non stavate ballando corpo contro corpo Emanuele?" Gli chiedo in un sussurro avvicinandomi al suo viso, mentre il suo petto va su e giù freneticamente "Stavamo.. ballando un-a baciata" balbetta sfiorandomi il naso con il suo, ma io mi stacco velocemente e appoggio la testa sulla tastiera del letto "Per quanto mi riguarda puoi anche tornare da lei e continuare a ballarci per tutta la notte" mi infilo una mano tra i capelli e me li tiro leggermente, mentre lui comincia a giocherellare con il piercing alla lingua "Sei geloso della mia migliore amica?" Nego con la testa "Non sono mai stato geloso in vita mia Emanuele, mi da semplicemente fastidio vederti strusciare su una persona. È possibile?" Si siede al mio fianco "È stato fastidioso anche quando hai detto ad Aurora che era carina, sai?" Sfoggio un ghigno bastardo "Perché? Perché ho dato voce ai tuoi pensieri? O credi non mi sia accorto che la stavi mangiando con gli occhi?" Spalanca la bocca "Sei impazzito o cosa?" Mi metto in piedi e appoggio la fronte sulla sua "Sono impazzito Lele? Stavi per chiederle anche il codice fiscale. Ti sembra normale?" Noto i suoi occhi tremare leggermente "Tu non capisci un cazzo tancredi" ha la voce leggermente spezzata "E allora spiegami cos'era tutto quello che è successo stasera"mi afferra le guance e mi trascina su di lui, facendomi sedere sulle sue ginocchia "Tancredi: Come posso farti capire che io amo solo te? Non esiste nessuno, nessuno all'infuori di te per me. NESSUNO TANCHE.
Sei l'unico che riesce a farmi battere il cuore. Nessuna ragazza potrebbe essere alla tua altezza" sento una leggera sensazione al petto, ma prima che possa dire o fare qualcosa, le labbra di Lele sono già sulle mie, mentre le nostre lingue si sforano delicatamente.

Rimaniamo in quella posizione per un bel po' finché non siamo costretti a staccarci per mancanza di aria.
Appoggio la mia fronte alla sua e ammiro le sue labbra: sono rosse e gonfie.
Preso da non so cosa mi chino su di esse, ed afferro il suo labbro inferiore tra i miei denti, mordicchiandolo leggermente, mentre gli accarezzo i capelli.

Tengo gli occhi puntanti nello sguardo di Lele, e quando lo sento gemere a bassa voce mi stacco, trovando una minuscola gocciolina di sangue sul suo labbro "Sei anche un cannibale oltre che un geloso cronico?" Lo fulmino con lo sguardo, e gli do un leggero colpo sulla spalla "Io non sono geloso." Lui sorride "Ma sul cannibale non dici nulla eh?" Sorrido anch'io "Non è colpa mia se hai delle labbra che mi implorano di morderle, fino a farle sanguinare" gli dico passando il dito, sul punto in cui pochi istanti fa ho lasciato il segno dei miei denti "Ti implorano di morderle?" Mi chiede in un sussurro, ed io annuisco "Ti piacciono le cose violente ve?" Lo guardo confuso "Non mi avrai mica preso per Christian Grey spero" lui scoppia a ridere "Una specie" gli do un colpo sulle spalle "Ma sei impazzito? Ho qualche perversione, è vero. Ma non sono uno psicopatico" metto il broncio, mentre lui continua a ridere "Ah no?" Stavolta scoppio a ridere anch'io "Beh, si. Ma non così tanto" ridiamo insieme finché lui mi abbraccia e appoggia la sua testa sulla mia spalla.

"Tutto bene Le?" Annuisce ed io gli lascio un bacio tra i capelli "Ti manca la mamma?" Annuisce nuovamente "È normale? Ho vent'anni, ma lei mi manca ogni giorno" gli faccio sollevare la testa, e gli afferro le guance "Avere vent'anni non significa nulla Lele. Sei cresciuto con lei, è naturale che ti manchi. Ma ti prometto che domani ti porto in agenzia e chiediamo a Corinne il permesso per tornare a Roma qualche giorno" gli accarezzo il naso e lui annuisce, per poi lasciarmi un bacio sulle labbra.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Where stories live. Discover now