Capitolo 42

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"Domani si torna a Milano. Ti senti pronto?"La domanda di Peia continuava a ripetersi nella mia testa dal primo istante in cui l'aveva pronunciata, e solo adesso mi sono reso conto che ho passato l'intera notte in bianco a pensarci.

Sento la sua sveglia suonare dall'altra stanza, quindi deduco siano già le sei del mattino. Fantastico.
Subito dopo la porta del salotto si apre, e Peia si avvicina a me con ancora lo sguardo assonnato "Alle sette abbiamo il treno. Come mai sei già sveglio?" Mi metto seduto sul divano letto e le afferro una mano, per poi lasciarle un leggero bacio sul dorso di essa "Non avevo molta voglia di dormire semplicemente" le spiego poi mostrandole un'enorme sorriso. Peccato che sia falso.

Inizialmente ha insistito per conoscere le cause della mia insonnia, ma alla fine le ho detto che stavamo ritardando e quindi è corsa in camera sua per vestirti.
Adesso siamo sul treno, uno di fronte a l'altra e ci guardiamo "Ora me lo dici perchè non hai dormito stanotte?" Mi chiede facendo gli occhi dolci, per poi afferrarmi delicatamente una mano, ed io faccio spallucce "Va tutto bene P ho solo un po' di ansia. Ma va tutto bene. Davvero fidati di me" Lei annuisce e si riappoggia allo schienale del sedile, dove pochi minuti dopo si addormenta.
Decido di lasciarla riposare e mi infilo le cuffiette cliccando su una canzone a caso e senza rendermene conto faccio partire Unconditionally di Katy Perry.
Come ha fatto questa canzone a finire nella mia playlist?

Fatto sta che ho la brillante idea di andare a cercare la traduzione, e appena leggo il testo sento una strana sensazione al petto e alla pancia, soprattutto quando leggo una delle frasi principali del ritornello"Io ti amerò incondizionatamente" sono certo di non aver mai detto un "ti amo" in vita mia, ma leggendo il testo di quella canzone non posso fare altro che pensare a lui, e no, non posso credere che la mia cotta sia così grande da farmi pensare queste cose quando ascolto una stupidissima canzone d'amore.

Butto la testa all'indietro e sbuffo "Che succede?" Mi chiede la bionda di fronte a me, con ancora la voce impastata dal sonno "Nulla" Lei si mette seduta per bene, e si stroppiccia gli occhi "Senti bello mio: Sei stato a casa mia per una settimana. Vuoi fare il misterioso con me?" La guardo mezzo confuso mentre lei continua a parlare "Se hai qualche problema parlane con me. Sono qui cavolo, perché devi chiuderti in te stesso?" Rimango leggermente stupito dalle sue parole.
Mi ha davvero chiesto di esporle i miei problemi?
Diciamo che non è la prima volta che qualcuno ci prova.
Anzi, Gian ci prova ogni volta, e puntualmente finiamo per discutere dato che a me non piace sentirmi invaso, mentre lui si arrabbia e comincia ad urlarmi contro.
Ma lei no.
Mi sta parlando con calma.
Mi parla con calma da un settimana.
Ha letteralmente abbattuto metà di quel muro che generalmente istauro con le persone per non farmi conoscere fino in fondo, e lei con la sua calma e la sua dolcezza é riuscita a distruggerlo quasi del tutto nel giro di una settimana.
"Sei una strega per caso?" Noto che mi guarda stupita, e solo allora mi rendo conto di averlo pensato ad alta voce. Che coglione.

"In realtà preferisco le fate, ma se può farti stare meglio allora si: sono una strega" mi dice poi, ridendo, ed io arrossisco leggermente dall'imbarazzo "Ma comunque: Vuoi dirmelo o no?" Abbasso lo sguardo e mi guardo le mani "É complicato P. Sento delle emozioni strane, che non conosco, ma vorrei capire" si alza dal suo posto, e si siede nel sedile accanto al mio, chiedendomi poi che genere di emozioni provo. Prendo un bel respiro e comincio a parlare:

"Ultimamente è tutto parecchio strano ad essere sincero. Quando sto nella stessa casa di Lele sento uno strano bruciore allo stomaco e anche al petto. Mentre adesso che siamo lontani lo penso spesso, sento come se mi mancasse un pezzo di me. Prima stavo ascoltando una stupidissima canzone d'amore e quando il ritornello é partito ho subito pensato a lui, nonostante io non abbia la minima idea di cosa cazzo sia l'amore.
Ma perché? Perché devo stare così?
Perché devo stargli lontano per cercare di stare bene, quando in realtà sto più male avendolo distante?"

Sento la gola bruciare leggermente, mentre delle lacrime minacciano di uscire dai miei occhi, ma no. Non oggi e non qui.Oggi non posso piangere. Non posso farlo in mezzo a tutta questa gente.
Non ne posso più di sentirmi così fottutamente debole.

Vedo che Peia mi guarda attentamente negli occhi, e cogliendomi totalmente di sorpresa mi appoggia una mano sulla guancia destra "Tanc non è vero che dell'amore non ne sai nulla. Tutto quello che provi, il bruciore allo stomaco e questo tremolìo che hai con te proprio adesso, sono la prova schiacciante che tu sei innamorato. Sei innamorato perso, solo che non riesci a rendertene conto, o forse non riesci ad accettarlo a te stesso" spalanco gli occhi "Cosa stai dicendo Peia? Innamorato? Io? Di Lele?" Lei annuisce mi lascia un bacio sulla fronte "Non c'è nulla che non vada in questo tanc. Tu sei speciale, ed è per questo che meriti il mondo" sento uno strano brivido attraversarmi la schiena appena dice quella frase, ed entro nel pallone:

"Dai edo piccolo mio. Riuscirai a superare anche questa, perché sei forte e perché ti meriti il mondo"
Erano state quelle le parole rassicuranti di mia madre, quando alla tenera età di soli dodici anni venni quasi ucciso di botte da un gruppo di bulletti della scuola, solo perché molto spesso passavo tanto tempo con le ragazze.

Il treno si ferma e la voce dell' hostess mi fa sussultare "Vieni. Andiamo" mi dice poi lei stringendomi la mano, e aiutandomi ad alzarmi.
Appena siamo giù da quel treno sento i nostri telefoni cominciare a scoppiare di notifiche.
Ti pareva che non ci fosse qualcuno sul treno a fotografarci?

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz