Capitolo 28

1K 64 22
                                    

"Le, ti posso chiedere una cosa?" Annuisce continuando ad accarezzarmi i capelli, mentre io sollevo leggermente la testa dalle sue gambe e faccio incontrare i nostri occhi "Come mai stamattina ti sei arrabbiato?" Porta le sue mani al bordo del mio viso e con un dito mi accarezza il labbro inferiore "mi dispiace tanc. Quando hai corso in quel modo mi è tornato in mente quel giorno." Chiudo gli occhi e quelle immagini iniziano a scorrere nella mia mente:

"Dai Tanche non sei così stronzo" gli tiro una guancia "Smettila Lele, io sono stronzo e basta" mi lascia un bacio sulla guancia ed io sbuffo "Sei zuccheroso. Forse troppo" no, non è vero, non è troppo. È un cucciolo.
Il mio telefono vibra e un messaggio di Giulia compare sul display:

"Sono qui da più di dieci minuti. Hai intenzione di presentarti o no?"

Salto giù dal letto e corro verso l'armadio "Che succede Tanche?" Afferro una giacca e me la infilo "Scusa Lele ma é tardissimo. Devo andare. Mi dispiace. Davvero"

Lele mi schiocca le dita davanti agli occhi riportandomi alla realtà"Tancredi. Che ti prende?" Istintivamente mi aggrappo al suo collo e lo abbraccio "Scusami" gli dico con la voce tremolante.
Mi sento tremendamente in colpa per essermene andato via in quel modo, ma non avevo idea che quello sarebbe stato il nostro ultimo momento insieme.
Come avrei dovuto sapere che quel giorno al mio ritorno avrei discusso con Diego, al punto di arrivare alle mani e che sarei tornato a vivere a Roma?

"Non scusarti Tanc, non serve" mi stringe a se e mi lascia un bacio tra i capelli, mentre appoggio la testa al suo petto.
Mi sento protetto in questo momento, ma ad interrompere quella calma è il suono del mio cellulare che squilla.

Di controvoglia mi stacco da lui e rispondo "Buongiorno Edo. Come va?" Sbuffo leggermente "Buongiorno Clari, andava tutto bene. Prima che mi chiamassi" Lele mi guarda e sorride "ho interrotto un momento romantico con qualche pischella?" Arrossisco leggermente a quella domanda. Ma per fortuna lei non può vedermi "Una..specie" mia sorella scoppia a ridere, mentre io mi torturo il labbro con i denti.
Dopo poco Lele si alza dal divano e si dirige nella stanza accanto, mentre io e mia sorella iniziamo a parlare del più e del meno.

Le parlo del film, delle interviste che mi aspetteranno e anche della sfilata sul red carpet "Porterai qualcuno con te?" Mi chiede poi clarissa, ed io mi infilo una mano tra i capelli mentre guardo la porta della cucina "Credo..che porterò Lele" le spiego balbettando leggermente "Come mai proprio Lele?" Prendo un bel respiro.
Devo inventare una scusa credibile "Perché tra i Q4 è quello che mi sostiene meglio" tiro un sospiro di sollievo quando mi dice che è felice per me, e dopo averla salutata attacco.

Poso il telefono sul bracciolo del divano e mi avvicino alla cucina. Mi appoggio allo stipite della porta e rimango a guardare Lele, che intanto è girato di spalle e sta cucinando qualcosa.

Fin da piccolo mio padre mi ha sempre detto che la cosa che più lo rendeva felice, era tornare a casa la sera, dopo il lavoro, e trovare mia madre in giro per casa a cucinargli la cena "Non si tratta di sentirsi servito o cose simili. Semplicemente trovare la propria moglie in cucina, la sera, dopo una giornata di lavoro pesante è qualcosa che ti fa sentire amato e gratificato" era stata questa la risposta che aveva dato a clarissa, quando una sera lei gli chiese perché gli piacesse tanto essere servito e riverito. Quella sera prestai la massima attenzione alle sua parole, e iniziai a chiedermi se un giorno anch'io avrei provato quella sensazione.

E adesso eccomi qui: Sullo stipite di una porta, ad ammirare le spalle di un ragazzo, che fino a qualche giorno fa era il mio migliore amico, mentre oggi mi fa battere il cuore all'impazzata, e mi fa provare emozioni che mai avrei pensato di provare in vita mia.

Smosso da non so cosa, mi avvicino a lui, e gli stringo le mani intorno al bacino appoggiando la testa sulla sua schiena "Piccolo mio" arrossisco leggermente a quelle parole, mentre lui mi afferra la mano e fa incontrare i nostri sguardi "Sei bellissimo quando arrossisci" gli tiro un leggero pugnetto sulla spalla sinistra "Mi stai dicendo che normalmente sono brutto?" Cattura il mio naso tra le sue dita, e si avvicina alle mie labbra "Tu sei bellissimo sempre Tancredi" mi afferra il viso e fa scontrare le nostre labbra, che dopo meno di un minuto sono già schiuse, facendo muovere lentamente le nostre lingue.

Istintivamente infilo una mano tra i suoi capelli, mentre lui attira il mio viso ancora più vicino al suo "Lele sono a casa" sentiamo la porta d'ingresso sbattere, e subito ci stacchiamo ma, prima che possa dirigermi in bagno per darmi una sistemata, la madre di Lele mi compare davanti "Ho interrotto qualcosa ragazzi?" Sento le guance andarmi a fuoco, mentre Lele dietro di me sorride leggermente "No Mà, ti pare?" Antonella si avvicina a me e mi appoggia una mano sulla guancia "Tancredi, stai bene? Sei tutto rosso" annuisco lievemente e mi appoggio una mano sulla fronte "Va tutto bene Antonella, sono solo un po' accaldato" Lei mi sorride "Vado a prenderti qualcosa di fresco, tu intanto siediti sul divano" faccio come mi dice e mi trascino in salotto.

Appena mi siedo, sento il divano abbassarsi accanto a me, ed una mano si appoggia sulla mia coscia "Tanche va tutto bene?" Mi volto nella direzione di Lele "Tua madre stava per vederci mentre ci baciavamo. Secondo te va tutto bene?"gli chiedo sussurrando, sperando che Antonella non mi senta, mentre quello stupido affianco a me scoppia a ridere "Lo trovi divertente?" Mi appoggia la mano sulla guancia e torna serio "Tanche, non ci ha visto, e anche se lo avesse fatto non me ne sarebbe importato nulla. Io ti amo, vuoi capirlo?" Prima che possa dire qualsiasi cosa mi ritrovo le mie labbra tra le sue, mentre ci stringiamo le mani.

"Tanc ti ho preso un..." sussulto appena sento la voce di Antonella, che si posiziona davanti a noi e spalanca la bocca.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora