Capitolo 50

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"Ok quindi tu sei sicura che papà resterà a Napoli fino alla prossima settimana?" Chiedo a mia sorella Clarissa, che sbuffa dall'altro capo del telefono "Te lo ripeto da un'ora" mordo un biscotto e sorrido "Va bene allora. Domani mattina dovrei essere da voi" le spiego poi sussurrando, per non farmi sentire dal mio ragazzo che è in cucina a parlare con il suo migliore amico, dopodiché saluto mia sorella e attacco.

Sono passati due giorni da quando ho parlato con Gian, e stamattina dopo aver fatto colazione con i ragazzi, Francesco mi ha richiamato per avvertirmi che dovrò tornare a Roma domani.
Lele non sa ancora nulla, e nonostante l'idea di Gian mi sembri geniale ho parecchio paura di come possa prenderla, anche se infondo sarà solo per tre giorni.
Avevo deciso di prendere una stanza d'hotel, ma quando mia sorella mi ha chiamato ed io le ho parlato del mio breve ritorno, subito mi ha proposto di tornare a casa con loro e quindi alla fine ho accettato "A che pensi piccolo?" Mi chiede Lele entrando nella nostra stanza, risvegliandomi dai miei pensieri "A niente di importante.." gli dico velocemente alzandomi dal letto per poi allacciare le mie braccia al suo collo "Tu lo sai che ti amo vero?" Gli chiedo a bassa voce e lui mi appoggia le mani sui fianchi lasciandomi un leggero bacio sulle labbra "Anch'io ti amo. Tanto" gli sorrido e lo bacio. So già che mi mancherà, so già che si arrabbierà e so già che prima o poi dovrò spiegargli perché non posso parlare di lui ai miei genitori, ma questo non mi sembra il momento giusto quindi aspetterò.

"Regà la cena è pronta" ci urla Diego dall'altra stanza, e dopo esserci dati un altro bacio ci afferiamo le mani e ci dirigiamo in cucina insieme.
La cena passa tranquilla. Come al solito io e Lele mangiamo tenendoci per mano, mentre Gian e Diego parlano della loro uscita a quattro di stamattina, eppure non riesco ad ascoltarli, sono troppo preso ad ammirare il viso di Lele che intanto continua a mangiare tranquillamente "Ao, ma la smetti? Ti stai mangiando il mio migliore amico con gli occhi" mi volto verso Diego e lo guardo in cagnesco "Fatti i cazzi tuoi" Gian gli da una pacca sulla spalla e poi guarda me sorridendomi "Eddaje Diego, è innamorato" alzo gli occhi in cielo e dopo poco due dita mi afferrano il mento "Quando ti arrabbi sei più bello" sento le guance avvampare, mentre Lele si avvicina al mio viso lasciando un bacio proprio sul mio naso.
Continuo ad arrossire, finché finalmente il mio piatto è vuoto, così dopo averlo riposto nel lavandino mi dirigo in bagno e subito mi guardo allo specchio. Sono tutto rosso, ma per caso abbasso lo sguardo sul mio collo e ci trovo sopra un'enorme succhiotto.
Quando me l'ha fatto?
Mi tolgo la maglia e gli mando un messaggio

"Quando hai avuto il tempo di trasformarti in Dracula?"

Quando sto per entrare in doccia mi arriva una sua risposta

"Stanotte. Ma eri troppo impegnato a fare altro per rendertene conto"

Arrossisco, e senza rispondergli entro finalmente in doccia.
Il treno partirà all'1 di stanotte, e sono certo che per quell'ora Lele starà già dormendo, ma non voglio che si accorga della mia assenza domattina appena sveglio, sarebbe un gesto da infame, e lui non se lo merita. Spero che non si arrabbi, ma nel caso lo faccia, gli ho preso un regalo per farmi perdonare che gli lascerò nel letto al mio posto, in modo che sia la prima cosa che vedrà domani mattina.
Gli ho preso un piccolo orso di peluche, ed una semplice felpa bianca, visto che la settimana scorsa Diego ha versato un bicchiere di caffè sulla sua, e nonostante provasse a nasconderlo mi sono reso conto che c'è rimasto abbastanza male.

Appena finisco di farmi la doccia mi infilo una tuta e lo raggiungo in camera nostra, trovandolo disteso sul letto con le mani sotto la testa. Subito mi avvicino a lui e gli lascio un bacio leggero, per poi appoggiare la testa sul suo petto "Hai tutti i capelli bagnati" sollevo lo sguardo e sorrido "Sono appena uscito dalla doccia, e non avevo la minima voglia di accendere il phon" porta una mano sulla mia guancia, e mi fa sedere sul letto "Te li asciugo io" gli sorrido, ma poi tiro fuori il labbro inferiore "Non ho voglia di camminare fino al bagno" gli spiego facendo la voce da bambino, e lui mi bacia una guancia "Che problema c'è?" Prima che possa dire altro, mi prende in braccio e mi fa stringere le gambe alla sua vita, portandomi fino in bagno dove mi fa sedere sul lavandino e dopo poco inizia ad asciugarmi i capelli.

"Le" si volta nella mia direzione, mentre ripone il phon al suo posto "Tu lo sai che io non ti vorrei mai fare stare male, vero?" Chiude il cassetto e si avvicina a me, che sono ancora seduto sul lavandino "Tancredi ma che ti prende stasera? È da prima che continui a farmi questo genere di domande. C'è qualche problema?" Abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate e nego con la testa "No.Nessuno" mi solleva il viso con due dita e fa incontrare le nostre labbra.

Perdonami se ti sto mentendo.

Sento un groppo in gola, ma senza fargliene rendere conto lo trascino fino a letto e insieme ci stendiamo.
Rimango stretto a lui finché non si addormenta, dopodiché mi alzo e gli scrivo un biglietto:

Probabilmente ti starai chiedendo dove sono. Sono a Roma per questioni di lavoro, e si. Sono scappato nella notte senza dirti nulla, ma ti spiegherò tutto al mio ritorno.
Appena ti svegli chiamami e ricordati solo che ti amo.
Ti amo tantissimo e mi dispiace di averti mentito

Afferro il biglietto ed i regali che gli ho comprato, e li appoggio sul letto, al suo fianco.

Quando esco di casa una lacrima mi riga il viso ma la asciugo, perché in fondo sto andando via solo per tre giorni, e presto potrò riabbracciarlo.

"Tatuato sul mio cuore"~Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora