•Capitolo 56•

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Andrew.

"Lascia." Non appena mi trovai di fronte a Sarah, la notai irrigidirsi. Mi rivolse un'occhiata intelligente, non da pazza e questo mi sconvolse, soprattutto quando lasciò che la prendessi tra le braccia formulando una frase sensata. Il cuore batteva alla velocità della luce, riecheggiandomi nelle orecchie.

"È svenuta." Mi spiegò, tornando subito a guardarla con aria apprensiva. Aveva il viso scorticato e del sangue secco sul mento. Anche lei era sporca di terra.

Mi chiesi dove diavolo fossero state. L'importante era che stesse bene. Anche se dovevo ancora capire cosa diavolo ci facesse lì. Forse Laurel aveva pensato che William avrebbe potuto rapire anche Dakota, ma questo non spiegava comunque la presenza di Finn e Sarah. E come mai lei non sembrasse affatto una pazzoide come l'ultima volta.

Decisi che me ne sarei preoccupato più tardi. Con un braccio le circondai la schiena e con l'altra la presi da sotto le ginocchia, appoggiandomela al petto, la testa all'altezza del mio cuore. Aveva le palpebre chiuse e le folte ciglia scure le sfioravano le guance. Soltanto in quel momento mi ricordai di non avere la maglietta e del debole tremito che mi scuoteva il corpo. La osservai per istanti che mi parvero infiniti, inspirando a fondo l'aria gelida. Non sapevo che ore fossero, ma sicuramente era tardi. E Dakota indossava soltanto una maglietta a mezze maniche del Trono di Spade. Mi ricordai di quando lo guardavamo insieme, stesi sul divano l'uno accanto all'altra e di come commentava con aria sognante l'aspetto di John Snow. Le sfiorai la guancia sporca con la mano e mi piegai per lasciarle un bacio sulla fronte, dove chiusi gli occhi e mi soffermai per lunghi istanti.

"Ti voglio bene, sorellina." Mormorai e quando sollevai lo sguardo notai che mi stavano fissando tutti come se fossi un unicorno."Cosa?" Sbottai, nervoso. Quegli sguardi sbigottiti dovevano essere a causa del modo dolce in cui le avevo parlato. E non me ne vergognavo. Avrei fatto di tutto per lei.

"Andiamo dentro, è troppo freddo per stare qui fuori." Me ne uscii, stizzito. Poi, appena mi resi conto del modo in cui Finn fissava mia sorella. Come se volesse portarsela a letto, lo fulminai con lo sguardo."E tu leva gli occhi da mia sorella, Flin oppure ti ritroverai senza in men che non si dica." Lo misi in guardia, in tono tagliente. Se qualcuno si fosse azzardato a toccare mia sorella lo avrei ucciso con le mie mani. Dopo avergli rivolto un altro sguardo fulminante, gli rivolsi le spalle.

"Perché sono ridotte così?" Domandai a Laurel, che sospirò.

"Purtroppo..." Iniziò, prima di essere interrotta da Sarah.

"Purtroppo abbiamo dovuto affrontare delle guardie e visto che volevamo fuggire e in teoria dovremmo essere delle schizzate sono dovuti passare alle maniere forti." Concluse con una stretta di spalle, noncurante.

Okay. Questo era assurdo.

"In teoria..?" Dissi in preda alla confusione. Guardai Laurel, la quale sembrava stesse soffrendo di emicrania da come continuava a massaggiarsi la fronte. Jason era scioccato, proprio come Sav e Wade.

"Tua sorella non è affatto pazza." Mi rivelò Laurel, portandomi ad irrigidirmi come un tronco sul posto. Raddrizzai le spalle, certo che mi stesse prendendo per il culo.

"Ti sembra il caso di tirare fuori il tuo sarcasmo?" Mi stavo incazzando."E poi come diavolo fai a conoscere Sarah?"

Una ventata di aria gelida mi investì, scuotendomi i capelli, che mi finirono sulla fronte, sfiorandomi gli occhi.

"Laurel é mia sorella." Si intromise Sarah, facendo un passo avanti e incrociando le braccia al petto."E non sono pazza, lavoro per un detective."

Scrollai il capo, sconvolto. D'accordo. Dovevo per forza stare sognando, perché tutto questo era assurdo. "E come mai detective, ti trovavi in una clinica psichiatrica?" La voce suonava incredibilmente bassa, debole come un soffio di vento estivo. Non riuscivo a credere a niente di quello che mi stavano dicendo. Eppure mentre studiavo Sarah notai un'evidente somiglianza con Laurel. Il naso era lo stesso e anche la curva del mento. Scossi il capo, incredulo. La somiglianza c'era. Diavolo se c'era. Oh, merda. Quelle due erano sorelle.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora