•Capitolo 15•

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"Cosa?! Sei forse uscita di testa?" Il grido acuto di Savannah mi costrinse ad allontanare il telefono dall'orecchio.

Mi trovavo seduta a gambe incrociate sul mio letto, ad abbuffarmi di patatine come se si trattasse dell'ultimo giorno nel quale avrei potuto farlo. Appena ero tornata a casa, ero corsa in camera mia, avevo indossato il mio pigiama preferito lilla e azzurro con un unicorno disegnato sul davanti e l'avevo telefonata aggiornandola sugli ultimi avvenimenti. Più precisamente su Andrew e tutto quello che ci eravamo detti quel giorno. Avevo volutamente tralasciato la faccenda del bigliettino.

"Perché, scusa?" Ribattei, sospirando pesantemente.

"Magari perché, perdona i termini, hai fatto una marea di cazzate l'una dietro l'altra?" Sbottò sconvolta."A cominciare da quando gli hai detto che non hai mai amato nessuno."

"Ma era la verità." Mi difesi mangiucchiando l'ennesima patatina.

"Certo, che lo era! Ma lui non lo sapeva!" Mi sgridò."Non devi mai dare troppe sicurezze ai ragazzi, quante volte te l'ho ripetuto?"

Corrucciai la fronte."Parecchie." Ammisi gettandomi di schiena sul letto. Speravo di strozzarmi con una patatina, così avrei posto fine alle mie pene.

"Ecco, appunto." La sentii inspirare a fondo."Devo ricordarti Greg, con il quale avevo aperto il mio cuoricino e come me lo ha strappato via spiaccicandolo sul pavimento come fosse cacca di piccione?"

"Me lo ricordo, ma..."

"Nessun ma." Mi redarguì, il tono severo."Ci sono cose che almeno per il primo anno di relazione possono non sapere..E vogliamo parlare del fatto che hai praticamente lasciato un cartello con su scritto «libero e disponibile» a questa amica di Dakota di cui ancora non sappiamo un bel fico secco?"

Mi ritrovai a ridere."Che esagerata.." Roteai gli occhi al cielo."Si conoscono da tempo e poi Andrew è grande e vaccinato abbastanza da potere prendere delle decisioni da solo e riconoscere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Mi fido di lui, almeno da questo punto di vista. Inoltre, se doveva succedere qualcosa tra loro non sarebbe già successo?"

Savannah scoppiò a ridere, una risata chiaramente forzata."Come fai a non conoscere le ragazze?" Tornò seria, rivolgendosi a me come un professore ad uno studente che non ha imparato a memoria la filastrocca."Sei una di loro. Se lei conosce Andrew da più tempo, pensa di avere dei diritti su di lui, Kimberly. D'accordo, mettiamo che lei fregandosene di te lo baci. Così, di punto in bianco. Andrew si allontana, ma lei se ne frega e continua a baciarlo. Lui te lo dice. Tu cosa faresti?"

A bocca aperta, mi venne voglia di correre in bagno e vomitare."Mi arrabbierei." Mormorai, un gran groppo in gola.

"E poi?" Insistette.

"Non vorrei rivolgergli la parola." Continuai, lo sguardo fisso nel vuoto. Non volevo che lei lo baciasse. Lei non poteva baciarlo. Andrew...

"Certo, tesoro." Disse in tono comprensivo."E piangeresti. Ti conosco, lo so come sei fatta. E non ti fideresti di lui per colpa di una stronza."

Ero disperata. Presi un pugno di patatine e me lo infilai in bocca."Cosa devo fare?" Biascicai a bocca piena, masticando lentamente."Un momento. Andrew ha detto che sua nonna non si sente bene, era per questo che voleva stare con lei.."

"Fanculo l'altruismo." Savannah alzò il tono di voce."Lei non ha qualche amica? E poi, Andrew è il tuo ragazzo. Per piacere. Difendi il tuo territorio. Facci la pipì intorno come un adorabile cagnolino, o bacialo di fronte a lei in maniera poco educata. Chissene importa. Ma non allontanarlo, arrabbiandoti e chiudendoti in te stessa mentre lui passerà tutto quel tempo insieme alla sua amica attraente. Tira fuori gli artigli, so che li hai. Ti serve solo un buon motivo per farlo. E ora io te l'ho dato."

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now