•Capitolo 1•

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‼️Sono tornata! Ma prima che iniziate a leggere questa storia, vorrei avvertirvi che si tratta del sequel della mia storia "The Bad boy's deal", che trovate sul mio profilo Wattpad, quindi per non avere spoiler consiglio di andare a leggere prima "The Bad boy's deal.". Detto questo, se già avete letto la storia precedente, allora BUONA LETTURA‼️❤️🌈✨💕🎉

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—"Hunter", Galantis.

Osservavo la pila di fogli sulla scrivania con avversione, profondamente delusa e ferita. Non mi ero mai sentita così in vita mia. Sicuramente non per un ragazzo. Furiosa, presi i primi tre della fila e li strappai. Ancora e ancora. Riducendoli in minuscoli pezzettini di carta. L'unica mia valvola di sfogo. La testa altrove, li raccolsi e li gettai nel cestino accanto alla sedia in cui ero seduta. Avevo preso la decisione di venire un paio di giorni a casa dei miei nonni subito dopo avere assistito alla scena in diretta delle sue bugie. Andrew mi aveva mentito, ma non si trattava soltanto di questo. Mi aveva illusa, baciandomi in quella maniera soltanto qualche giorno prima. Mi aveva ferita profondamente e solo quando avevo avvertito il mio cuore spezzarsi mi ero resa conto di quanto fossi stata ingenua. Io gli avevo creduto. Io avevo cominciato a fidarmi di lui. Io mi ero affezionata più di quanto avrei pensato. Lo consideravo un amico. Avevo cominciato a fantasticare su noi due, a sognarlo. Mi ero presa una gigantesca cotta per Andrew Sullivan, il ragazzo che mi ero sempre limitata ad osservare con curiosità da lontano. La sua aria ribelle, l'espressione imperscrutabile e tormentata. Volevo aiutarlo, aiutare lui e la sua famiglia. Avevo accettato quel patto, illudendomi che sarei riuscita a restargli amica. Illudendomi che avrei potuto gestire quell'assurda situazione. Avevo la mia cotta per Bryan e questa era la mia assicurazione, no? Non avrei perso la testa per Andrew. Sbagliato. Eccome, se mi sbagliavo. E adesso mi ritrovavo nella mia camera da letto, a casa dei miei nonni, a cercare di concentrarmi sulla rabbia e il rancore, piuttosto che sull'infinita tristezza che provavo. Mi sentivo come se qualcuno avesse alzato lo stop e la mia vita si fosse fermata. Come se mi trovassi in una realtà alternativa e quando mi fossi svegliata mi sarei resa conto che era tutto uno scherzo. Mi sentivo a pezzi, sia mentalmente che fisicamente. Mi era improvvisamente passato l'appetito e mia nonna era un'ottima cuoca. Neanche la sua pizza era riuscita a dissuadermi. Il che la diceva lunga. Era incredibile come una storia mai realmente cominciata, potesse portarmi nello stato in cui mi trovavo adesso. Sapevo di somigliare ad un patetico zombie ed ero consapevole di dovere darmi una mossa a riprendermi. Prima o poi avrei dovuto affrontare il mondo al di fuori. Non potevo rimanere chiusa qui dentro a deprimermi e a nascondermi per sempre. Quello che non capivo era per quale ragione Andrew continuava a telefonarmi. Da due giorni, però avevo deciso di spegnere il cellulare. Avevo concesso soltanto a Savannah di parlarmi. Sentire la sua voce era stato motivo di conforto, come sempre. Se c'era una persona in grado di tirarmi su di morale quella era lei.

Andrew, comunque non si era limitato a mentirmi. Oh, no. Avevo scoperto tramite Laurel che aveva stretto un accordo con Camille. Proprio la Camille dalla quale volevo metterlo in guardia. In qualche modo era riuscita ad accedere ai messaggi che si erano scambiati ed era saltato fuori che lei aveva il compito di fotografare me e Andrew in atteggiamenti compromettenti. Quelle foto sarebbero andate a vantaggio di entrambi dopotutto. Lei avrebbe ottenuto notorietà e Andrew avrebbe reso pubblico il nostro rapporto. Nonostante questo, sembrava non esserci traccia di accordi riguardanti le aggressioni. O meglio, Andrew con quelli apparentemente non centrava nulla.

Scossi il capo, poco convinta e strappai un altro foglio. Avevo iniziato a scrivere una storia simile a quella che mi riguardava, ma l'inizio non mi piaceva. Era la prima volta che provavo a scrivere qualcosa e non sembrava me la cavassi troppo bene, però mi faceva sentire meglio. Era un modo alternativo per affrontare tutto quanto.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora