•Capitolo 44•

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Quando notò la mia espressione scioccata, sbiancò.

"Non... è come sembra." Disse in fretta, mettendosi subito sulla difensiva.

Certo, la tipica frase che dicevano tutti quando venivano beccati con le mani nel sacco. Sul punto di vomitare, arretrai d'un passo finendo contro la staccionata. Avevo il petto che si alzava e si riabbassava a ritmo incalzante del mio respiro."Tu e la signora Sullivan..." Mi ritrovai a dire in un bisbiglio sommesso, incapace di ragionare. Avvertivo con estrema chiarezza la mia voce tremare."Oddio...Andrew..." Scossi il capo senza freni, cercando di allontanare quell'immagine dalla mia mente. Ma con pochi risultati. In quell'istante dimenticai le incomprensioni che c'erano state tra me e Andrew. Provai un forte senso di impotenza, una tristezza che mi avvolse come una nube scura senza lasciarmi via di scampo. Tutto questo era assurdo. Assurdo e terribile.

"Che succede?" Chiese l'altra dall'interno del garage, la voce allarmata.
Ma io ero troppo impegnata a guardare Roy con le labbra dischiuse, il quale si trovava ancora rigido sulla soglia. Un muscolo guizzava sulla sua guancia. Era immobile come una statua e anch'io.

La rabbia mi riscosse dallo shock iniziale. Strinsi gli occhi e feci un passo avanti."Mi hai detto che provavi qualcosa per me e io, stupida, sono stata male per te!" Gli puntai il dito contro, fuori di me. Come poteva fare questo al suo migliore amico? Da quanto tempo andava avanti questa storia?

"No, Kimberly non è come credi." Roy mi prese le mani, implorandomi con lo sguardo di ascoltarlo, ma io lo spinsi via.

"Sei un bugiardo!" Gli gridai contro, rabbrividendo quando comparve anche la madre di Andrew.

"Dove trovi il coraggio di fare questo a tuo figlio?" Sbottai, furiosa stringendo i pugni lungo i fianchi. Era talmente assurdo che ancora stentavo a crederci."Con quale coraggio la mattina ti svegli e ti guardi allo specchio? Roy potrebbe essere tuo figlio!"

Nessuno in quel momento avrebbe potuto fermarmi. Ero talmente fuori di me che avrei potuto fare qualsiasi cosa. Un uragano pronto a travolgere tutto.

"Non ti permettere, stupida ragazzina!"La madre di Andrew mi venne ad un palmo dal naso, lo sguardo di ghiaccio che scintillava di rabbia."Andrew non lo deve sapere, chiaro? Altrimenti..."

"Altrimenti cosa?" La schernii scambiandole uno sguardo di sfida. Tutta la mia timidezza e il mio imbarazzo evaporarono, sostituite dalla necessità di difendere le persone a cui volevo bene. Tutto quello che sapevo era che né Andrew, né Raegan e neanche Dakota si meritavano questo."Ho ricevuto più minacce di chiunque altro ultimamente, quindi di certo non mi farò incantare dalle tue."

Lei rimase a bocca asciutta, quindi dopo avere spostato lo sguardo su Roy, scossi il capo e incapace di aggiungere altro mi voltai, dirigendomi a passo deciso verso casa, un magone gigantesco in gola. I battiti del mio cuore erano irrefrenabili, proprio come le idee che mi stavano passando per la mente.

"Kimberly! Aspetta!" Mi gridò dietro Roy, ma io accelerai il passo, i miei piedi che calpestavano il terreno, il respiro tremante. Mi veniva da piangere perché pensavo a come sarebbero stati Andrew e Raegan non appena lo avessero scoperto. Mi sentii morire quando mi resi conto che avevo visto qualcosa di molto più grande di me, che avrebbe potuto distruggere una famiglia. E non una famiglia qualunque, ma quella del ragazzo che amavo. Strinsi forte i pugni lungo i fianchi, le unghie che mi infilzavano la carne. Mi salirono le lacrime agli occhi, ma le ricacciai subito indietro.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora