•Capitolo 3•

52K 2.2K 2.6K
                                    

—"Broken" Elisa.
—"Hold Back The River" James Bay.

Mi trovavo a casa mia, dopo quattro giorni passati a casa di Sav. Li avevamo trascorsi guardando film e facendo giochi di società insieme alla sua famiglia. Mi ero divertita molto, nonostante fossi stata attraversata da attimi in cui mi estraniavo dalla realtà e i miei pensieri in quei momenti vagavano altrove. Tornavano alla settimana prima e a quello che avevo scoperto. Non avevo più telefonato a Roy e Jason, ma li avevo sentiti tramite messaggio. Andrew aveva tentato innumerevoli volte di telefonarmi e mamma mi aveva detto che era passato da casa nostra diverse volte negli ultimi giorni. Stranamente, non aveva più chiesto dove mi trovassi e ne ero felice. Non mi andava proprio di vederlo, nonostante sapessi bene che prima o poi sarebbe stato inevitabile. Ero tornata a casa questa mattina, ma mamma e papà, insieme a Maddy erano andati dalla nonna pensando che non sarei tornata fino a domani. Quindi, mi trovavo sola a casa con un cielo scuro all'orizzonte che preannunciava pioggia certa.

Sospirai, allontanandomi dalla finestra. Almeno il brutto tempo avrebbe tenuto lontano Drew ancora un po'. Era incredibile come tutto fosse cambiato in così poco tempo.

Cominciò a piovere, sempre più forte, quindi andai a chiudere le serrande in ogni stanza. Proprio mentre chiudevo quella del bagno dei miei genitori, sentii il campanello di casa suonare. Possibile che mamma e papà fossero già tornati? Eppure, avvertii una brutta sensazione alla bocca dello stomaco. Deglutii a vuoto.

Quante probabilità c'erano che si trattasse di Andrew?

Istintivamente il mio cuore si mise a battere alla velocità dalla luce, mentre il desiderio di chiudermi in camera prendeva il sopravvento su tutte le altre emozioni.

Il campanello suonó di nuovo, quindi sobbalzai. Chiusi gli occhi, inspirando a fondo. Una parte di me non voleva andare al piano di sotto, convinta che si trattasse proprio di lui. Un'altra, molto più grande voleva rivederlo, sentire cosa avesse da dire. La terza, invece, la più piccola, avrebbe voluto arrabbiarsi, urlargli contro e piangere.

"Basta nascondersi." Mormorai a me stessa. Mossa improvvisamente dal coraggio e dalla decisione, mi strofinai le mani sui jeans e, la faccia un po' sconvolta, uscii dalla mia stanza percorrendo velocemente le scale.

Rancore, profonda delusione e tristezza si condensarono dentro di me creando un muro che non avevo mai avuto in vita mia. Ripetei a me stessa di mantenere la calma, di non fare trapelare quanto fossi ferita e di sforzarmi per mostrare indifferenza. Quando afferrai la maniglia della porta, durante un ulteriore suono del campanello, mi ricordai che poteva anche non trattarsi di Andrew. Controllai dallo spioncino e mi bastò vedere la maglietta nera e bagnata tesa sulle spalle per riconoscerlo.

Inghiottii il groppo che avevo in gola e con una mano tremante presi un profondo respiro. Infine, aprii la porta, perdendo coscienza di quello che stavo facendo. Come se non fossi io a farlo, ma un'altra me. Come se stessi guardando tutto da un'altra prospettiva. Magari, così sarebbe stato più facile.

Proprio come mi aspettavo, Andrew si trovava sulla soglia. Savannah me lo aveva detto, ma quando notai il livido sullo zigomo, rabbrividii. I capelli erano umidi e gocce di pioggia cadevano dalle punte dei suoi capelli scuri, che gli arrivavano oltre il mento. Aveva il labbro inferiore spaccato. Profonde occhiaie scure contornavano i suoi occhi chiari come cristallo vivo, stranamente arrossati e gonfi. Aveva l'aria di qualcuno che non dormiva da giorni. Mi rifiutai di pensare che fosse per me, comunque.

Rivederlo dopo una settimana, mi fece uno strano effetto. Lo fissavo sconvolta, guardinga ed ero pronta a chiudergli la porta in faccia da un momento all'altro. Atteggiamento che non mi apparteneva. Andrew sembrava sconvolto tanto quanto me, come se in fondo non si aspettasse di trovarmi lì. L'attimo successivo parve sollevato, poi strinse le labbra continuando a fissarmi. Passarono i secondi, durante i quali io mi limitai a fare lo stesso mentre il silenzio aleggiava tra di noi. Sarei stata una bugiarda a dire che non mi facesse alcun effetto, ma la delusione era molto più forte.

The bad boy's loveWhere stories live. Discover now